Paolo Colonnello per la Stampa
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Lo scenario è da paura: per un mese i giudici di pace, a partire dal 15 maggio, saranno in sciopero. Ciascuno di loro potrà far saltare non più di 4 udienze (una alla settimana, ma a sorpresa), sufficienti però per mettere in ginocchio un sistema, quello giudiziario, perennemente in affanno e che tutto sommato regge ancora proprio grazie ai 5165 giudici «onorari» (ma sarebbe meglio dire precari) che quotidianamente amministrano la giustizia più spicciola.
Quella cioè più vicina e in fondo più importante per i cittadini e per i fondamenti della convivenza sociale: dalle piccole liti fino a 5000 euro, alle multe dei vigili, ai contenziosi con le assicurazioni per gli incidenti stradali fino a 20 mila euro. E per finire, cosa oggigiorno importantissima, decidono sulla permanenza o meno degli immigrati sul suolo patrio.
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Non è esattamente come se scioperassero i conducenti di autobus ma quasi. Perché i giudici di pace e quelli onorari, vera ossatura del processo in Italia, coprono grosso modo, il 90 per cento delle cause di primo grado. Civili e penali. Il che significa che la giustizia in Italia è affidata a un esercito di precari.
Che adesso, secondo Maria Flora Di Giovanni, in servizio a Chieti e rappresentante dei giudici di pace a livello nazionale, rischiano di vedere decurtate ulteriormente le entrate, si parla di 800 euro al mese, di vedersi raddoppiare le competenze e di essere espulsi, infine, dallo stesso sistema che hanno fedelmente servito generalmente per almeno 20-25 anni.
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Merito dell' applicazione dell' ultimo decreto attuativo che disciplina lo status dei magistrati onorari e dovrebbe introdurre centinaia di nuove leve, pagandole ovviamente di meno: la goccia che ha fatto traboccare il vaso in uno sciopero senza precedenti.
I giudici di pace hanno dalla loro parte anche la Commissione europea che ha ritenuto fondata la procedura d' infrazione contro l' Italia richiesta dai togati onorari, trovando scandaloso che a 26 anni dalla loro istituzione, la situazione non sia mai stata sanata con la messa in ruolo dei quasi 500 mila magistrati onorari che procuratori di città come Milano, Torino o Napoli hanno richiesto a gran voce al ministro Orlando, ben sapendo che senza di loro sarebbe la paralisi.
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Un po' di numeri: giudici e procuratori onorari, svolgono mediamente una quindicina di udienze al mese, pagati a cottimo: 100 euro a udienza che diventano 200 se scatta il raddoppio dopo le 14. I giudici di pace invece ricevono un fisso di 256 euro al mese più 36 euro a udienza e 56 euro a sentenza. Lordi, ovviamente Si arriva a fine mese generalmente portando a casa, tra i 1500 e i 3000 euro lordi al mese.
Senza indennità di alcun genere, malattia, assicurazione, maternità, pensione. Nulla. «Un paradosso, se pensa che spesso condanniamo imprenditori che non versano i contributi. Ma i primi ad essere maltrattati e dallo Stato, siamo noi».