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    SOVRANISTI A TESTA IN GIÙ - NO, NON È LA FANTASIA IN STILE PIAZZALE LORETO DEGLI ANTI-SALVINIANI: È CHE PURE DALL'ALTRA PARTE DEL GLOBO VINCE UNA DESTRA TRUMPIANA IN BARBA AI SONDAGGI E AI POLITOLOGI, CHE LE AVEVANO DEFINITE ''LE ELEZIONI CHE IL CENTRO-SINISTRA NON PUO' PERDERE''. INVECE CONTRO L'AGENDA ''GRETINA'' DEI LABURISTI, IL QUEENSLAND DELLE MINIERE DI CARBONE E LA MAGGIORANZA SILENZIOSA CONSEGNANO LA VITTORIA AL PREMIER CONSERVATORE MORRISON


     
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    Alessandro Ursic per ''la Stampa''

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    In Australia le avevano definite «le elezioni che il centro-sinistra non poteva perdere». E invece, contrariamente ai sondaggi e persino agli exit poll, il partito laburista le ha perse: il voto di ieri è stato vinto dal conservatore Scott Morrison, premier da nove mesi dopo aver rimpiazzato il collega di partito Malcolm Turnbull in un golpe interno. Ed è una vittoria arrivata con dinamiche che ricordano quelle già viste nei trionfi populisti in Europa e negli Usa negli ultimi anni.

     

    A spoglio non ancora completato, le proiezioni danno al partito liberal almeno 72 seggi contro i 65 dei laburisti, in un Parlamento di 151 deputati. La direzione sembra quella di un governo di coalizione, come già quello uscente. Ma date le aspettative della vigilia, per il centro-destra è comunque un trionfo. Il premier Morrison, un cristiano evangelico ammiratore dichiarato di Trump, ha ringraziato gli «australiani silenziosi» per averlo confermato al potere. «Credo nei miracoli», ha detto commentando il flop dei sondaggi.

     

     Il leader laburista Bill Shorten, un ex sindacalista meno carismatico dell' avversario, ha ammesso la sconfitta choc parlando ai suoi sostenitori affranti, aggiungendo che non si ricandiderà alla guida del partito. I laburisti avevano fatto campagna elettorale prediligendo il tema delle disuguaglianze e soprattutto del cambiamento climatico, impegnandosi a ridurre le emissioni di anidride carbonica del 45 percento entro il 2030.

     

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    Gli australiani hanno avuto esperienza diretta della riscaldamento globale nell' ultimo anno: la più calda estate di sempre ha portato enormi roghi e siccità nelle campagne, ma anche piogge torrenziali che hanno fatto strage di bestiame. Nelle grandi città e sui social media, il consenso per i laburisti sembrava evidente.

     

    La maggioranza silenziosa

    E invece l' anima conservatrice del Paese ha avuto la meglio.

    Forse decisivo è stato il risultato nel Queensland, più dipendente dalle esportazioni di carbone e timoroso di perdere posti di lavoro in caso di una stretta alle emissioni. La posizione dei liberali in materia era chiara: due anni Morrison aveva estratto un pezzo di carbone in Parlamento dicendo «Non c' è niente di cui aver paura», e l' ex premier Tony Abbott aveva definito il cambiamento climatico «una cazzata».

     

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    Fra Cina e Usa Come negli ultimi sei anni, l' Australia andrà avanti quindi per almeno altri tre con i conservatori e la loro ricetta di tasse basse e restrizioni all' immigrazione. L' economia continua a crescere - 28 anni di fila senza recessione - ma di recente è rallentata, e la classe media si sente sotto pressione.

     

    Il Paese, il più solido alleato degli Usa nella regione, dovrà anche trovare un nuovo equilibrio tra la sua naturale propensione occidentale e buoni rapporti con la Cina, il cui boom economico è fondamentale per le esportazioni australiane di minerali. I conservatori sono preoccupati per le crescenti interferenze di Pechino.

    il leader bill shorten al mardi gras di sydney il leader bill shorten al mardi gras di sydney

    Se la crescita cinese dovesse un giorno frenare, come si teme, potrebbero però essere costretti a scendere a patti.

     

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