Rai: azienda, nessuna conversazione Fuortes-Draghi
(AGI) - "Diversamente da quanto riportato da alcuni organi di stampa, l'amministratore delegato Rai nei giorni scorsi non ha avuto alcuna conversazione o telefonata con il presidente del Consiglio, professor Mario Draghi". E' quanto si legge in una nota diffusa dalla Rai.
GONG! ORFEO-FUORTES, SECONDO ROUND
Ilario Lombardo Michela Tamburrino per “la Stampa”
CARLO FUORTES
È bastato uno scambio di poltrone per rimettere ordine al caos. In meno di 24 ore. Una soluzione talmente rapida da far intuire un intervento dall'alto. E infatti: ieri mattina l'amministratore delegato Rai Carlo Fuortes ha ricevuto una chiamata da Palazzo Chigi per conto di Mario Draghi. Il defenestramento di Mario Orfeo dalla direzione del genere Approfondimenti ha scatenato un putiferio politico. Fuortes offre le sue ragioni, spiega di averlo fatto dopo aver sollecitato la consegna dei palinsesti. La telefonata però vira subito sulla via d'uscita da trovare e su quale sia la richiesta del premier: «Sarebbe auspicabile una soluzione rapida e una scelta nell'interesse dell'azienda».
Qualche ora dopo l'epilogo conforterà Palazzo Chigi. Orfeo torna alla direzione del Tg3 che aveva lasciato per approdare agli Approfondimenti. Sarà Antonio Di Bella a prendere il suo posto, e a ricoprire un ruolo che l'ad avrebbe voluto per lui già a novembre. Simona Sala dal Tg3, dove era andata a sostituire Orfeo anche per placare le ire del M5S, andrà alla direzione Day Time, guidata finora da Di Bella. Uno schema semplice e rapido che fa risaltare subito una contraddizione, se gli spostamenti vengono letti con le logiche dei rapporti di forza Rai. La scelta di silurare Orfeo, a una settimana dal debutto dei Generi al posto delle direzioni di rete, era stata giustificata da Fuortes con la «rottura del rapporto di fiducia».
MARCELLO CIANNAMEA, FELICE VENTURA, STEFANO COLETTA E MARIO ORFEO
Orfeo, però, non finisce fuori dall'azienda, o in qualche sperduto ripostiglio di Viale Mazzini dove si parcheggiano i dirigenti sgraditi. Andrà a dirigere uno dei tre tg Rai, il più amato dal centrosinistra. Ritroverà la redazione nell'anno elettorale e potrà esercitare un potere vero senza essere costretto a duellare con conduttori di massimo calibro come Bruno Vespa, Lucia Annunziata, Bianca Berlinguer, Sigfrido Ranucci. Nel campionato dei talk show loro sono i bomber e chi dirige gli Approfondimenti ha nei loro confronti poco più che il potere di un guardalinee. È la morale che in qualche modo ne ha tratto lo stesso Orfeo, in questi mesi.
carlo fuortes foto di bacco
L'interim resterà a Fuortes fino alle nomine che saranno approvate mercoledì prossimo, anche e soprattutto per evitare che subisca rallentamenti la nuova organizzazione. Ragionando politicamente sui singoli tasselli della lottizzazione, il M5S si troverebbe a perdere, con l'uscita di Sala molto stimata da Conte, un altro tg, acquisendo però un genere che non aveva. Non che lei sia rimasta scontenta. A suo dire, vive la nuova destinazione come una bella sfida e una promozione. A sorridere più di tutti è sicuramente il Pd, che si era subito fiondato su Palazzo Chigi per far deflagrare il caso Orfeo fuori dal perimetro delle scelte puramente aziendali, sospettando Fuortes di voler premiare un dirigente in quota Fratelli D'Italia in vista dei futuri equilibri elettorali. Non è un caso che il partito di Giorgia Meloni abbia commentato solo ieri «la completa mancanza di controllo dell'azienda». Di certo, questi ultimi due giorni peseranno sul futuro di Fuortes.
mario orfeo
Tra i ministri in pochi sono pronti a scommettere che resterà a lungo in Rai, sicuramente non dopo la fine del governo Draghi, nel maggio 2023. Da Palazzo Chigi evitano previsioni e si augurano che incidenti di questo tipo non si ripetano. Anche perché le modalità con cui tutto è stato comunicato ha provocato molte perplessità. Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza, di Italia Viva, denuncia «l'assenza totale di trasparenza». Ed è singolare, in tal senso, che anche Di Bella abbia commentato irritato di aver letto il suo nome sui giornali mentre era al mare e «di non aver ricevuto comunicazioni formali». Tanto più che si trova a dover maneggiare un palinsesto già pronto per essere presentato agli investitori, il 28 giugno a Milano: quaranta programmi decisi da altri, alcuni rimodulati e dieci nuovi di zecca.
mario orfeo angelo mellone 2 antonio di bella simona sala carlo fuortes foto di bacco