1 - I DOSSIER CHE ALLARMANO: MIRA ALLA FINLANDIA
Estratto dell’articolo di Francesco Bechis Valeria Di Corrado per “il Messaggero”
vladimir putin
A metterli in fila, si potrebbe perfino pensare che la mano sia la stessa. Lituania e Lettonia, Francia e Germania, Italia e Polonia. C'è una frase ricorrente negli ultimi rapporti annuali dei Servizi segreti dei principali Paesi europei. La Russia di Vladimir Putin, se avrà campo libero, non si fermerà in Ucraina. «Si sta preparando a una guerra lunga con l'Occidente». A partire dai suoi vicini europei: i Baltici, i neo-acquisti della Nato Finlandia e Svezia, la Polonia. Non è casuale l'escalation retorica dei leader europei. C'è un motivo se per la prima volta, nei documenti ufficiali a Bruxelles, si parla di «prepararsi a un'emergenza militare»: su questo sarà stilato un rapporto chiesto dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen all'ex presidente finlandese Niinisto.
VLADIMIR PUTIN E L'ADESIONE DI FINLANDIA E SVEZIA ALLA NATO - MEME
L'ALLERTA Certo, il crescendo drammatico dei toni nelle cancellerie del Continente ha alle spalle anche calcoli politici. Come la proposta di Macron, ripetuta in più occasioni, di inviare truppe Nato in Ucraina, un colpo per spiazzare sul piano interno la rivale Le Pen e le sirene filorusse della destra francese.
Ma la consapevolezza di una fase critica è ben presente anche alla nostra intelligence. Dove parlano di un momento di «tensione e attenzione». E sullo scenario in evoluzione si è di recente confrontato in una riunione ad hoc lo Stato maggiore della Difesa italiana, a cui spetta decidere se innalzare o meno il livello di allerta delle forze armate.
Per ora, non è stato reputato necessario alzare l'asticella, come è accaduto invece all'indomani dell'invasione russa nel 2022. L'Italia oggi «non è minacciata direttamente», spiegano ambienti della Difesa, ma «bisogna guardare al futuro e tenersi pronti». Tradotto: aumentare le spese militari per centrare al più presto il 2 per cento del Pil chiesto dalla Nato. Si ritorna anche a parlare della necessità di costituire una forma armata comune europea.
vladimir putin
L'allarme Ue però parte dall'alto, a Nord. È la Finlandia, raccontano fonti diplomatiche a Bruxelles, a segnalare il rischio di uno scontro diretto con la Russia. Da quando Helsinki ha ufficializzato l'ingresso della Nato, la furia del Cremlino ha preso forma in una sequenza di pericolose provocazioni lungo i 1300 chilometri di confine che ora qui scavano un solco tra Russia e Alleanza atlantica.
lanciamissili iskander russi verso la finlandia
[…] Nella relazione dei Servizi italiani pubblicata a fine febbraio, si segnala «la creazione, da parte del regime russo, di programmi scolastici e azioni di propaganda atti a giustificare un conflitto di lunga durata con l'Occidente, definito da Putin il "nemico" di Mosca». Di nuovo l'alert che ora agita l'Ue: uno scontro diretto con la Russia non è fantascienza. L'intelligence tedesca, in un rapporto riservato e pubblicato da Business Insider, si è spinta oltre, immaginando l'anno della deflagrazione: il 2026. A Roma prevale la cautela: non esiste oggi una minaccia imminente. Eppure si leggono con attenzione, nei report settimanali, i sintomi dell'escalation militare russa.
Da un lato c'è la consapevolezza che le sanzioni europee «non hanno sortito effetti» e che il consenso di Putin non è stato scalfito […] Dall'altro, la riforma della leva obbligatoria russa: due milioni di coscritti in più. […]
2 - IODIO ANTI-RADIAZIONI E SCORTE DI CIBO BRUXELLES STUDIA IL MODELLO HELSINKI
vladimir putin
Estratto dell'articolo di Gabriele Rosana per “il Messaggero”
Pillole di iodio contro le radiazioni nella cassetta dei farmaci, scorte di cibo e acqua per almeno 72 ore in casa, bunker anti-aerei sotto i palazzi e prove di evacuazione su larga scala. L'Europa studia il modello Finlandia per prepararsi a ogni sorta di rischio per la sicurezza: dalle minacce ibride a quelle batteriche, fino a uno scenario di guerra totale nel continente.[…] Una base di partenza potrà essere nel piano che Helsinki aveva portato sul tavolo dei Ventisette per convincere i partner Ue che è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche, non sottovalutare le intenzioni di Mosca e definire, semmai, dei piani precisi e coordinati per farsi trovare pronti di fronte alle crisi.
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Il ragionamento è semplice: l'Europa non può permettersi un secondo Covid, la pandemia che colse tutti i Paesi di sorpresa e senza gli strumenti adeguati. Insomma, è un «radicale cambio di mentalità», ragiona un diplomatico che segue il dossier.
eserciti di finlandia e svezia
Molti governi, però, hanno fatto muro e ricordato che il tema della sicurezza è e resta di esclusiva competenza nazionale: tanto che quello che fino alla vigilia è stato il punto 18 delle conclusioni ha "ballato" per tutto il giorno, fino a tarda serata, nel documento finale. Poco cambia, tecnicismi a parte: il tema di garantire una preparazione militare-civile rafforzata e coordinata tra i Paesi dell'Unione resta. Toccherà alla prossima Commissione Ue, che si insedierà in autunno, valutare se elaborare il piano
VERTICE NATO MADRID - ERDOGAN TOGLIE LIL VETO A SVEZIA E FINLANDIA
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