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vladimir putin fulmina con lo sguardo sergey naryshkin
A che punto è la notte ucraina? Vladimir Putin si è incartato: ha vinto la prima partita, quella facile delle repubbliche filo-russe del Donbass, ma sta perdendo la seconda.
L’invasione dell’Ucraina si sta trasformando in uno stillicidio, e ci sono quattro ragioni all’origine di questo pantano in cui “Mad Vlad” rischia di affondare con i suoi stivaloni.
1. La strategia militare
volodymyr zelensky
Il presidente russo aveva informazioni (errate) sull’atteggiamento dell’apparato militare ucraino: ha tentato il “Blitzkrieg”, la guerra lampo, perché era convinto che l’esercito di Kiev lo avrebbe accolto come un salvatore, e avrebbe subito deposto Zelensky.
E invece l’ex comico è ancora lì che twitta, si prende la scena, chiama tutti, e lo accusa di crimini di guerra. Ovviamente l’ordine di allertare il sistema difensivo nucleare è tutta scena: neanche un mattacchione come Putin può pensare di lanciare una bomba atomica e fare una carneficina di massa.
2. La politica
Vladimir Putin è rimasto molto deluso da Xi Jinping e dall’astensione della Cina al consiglio di sicurezza dell’ONU sulla risoluzione contro l’invasione russa dell’Ucraina. I due sinceri democratici si erano incontrati alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Pechino, ma non si erano messi d’accordo sui passi successivi da compiere.
putin xi jinping
Poi, come scrive Lorenzo Lamperti oggi sulla “Stampa”, i due avranno anche in comune l’odio per gli Stati Uniti, ma le loro strategie divergono: “Putin cerca di ricreare l'antica sfera d'influenza sovietica con metodi sempre più imperiali e intransigenti.
Xi Jinping ha fatto del pragmatismo e della ramificazione globale dei tentacoli commerciali, finanziari e diplomatici cinesi il suo marchio di fabbrica. Interconnessioni arrivate anche in Ucraina. Nella prospettiva cinese, Kiev rappresenta la porta d'ingresso della Belt and Road in Europa”
convoglio russo distrutto dalle forze ucraine 1
3. I cyber attacchi
Putin non credeva ai suoi occhi quando ha visto il sito web del Cremlino e le altre piattaforme governative down. Già, anche l’attacco hacker di Anonymous non è passato inosservato.
Anzi, ha fatto molto male al presidente, che in questi anni ha giocato a fare il cyber bulletto. Come se non bastasse, ieri sera i pirati informatici sono riusciti a penetrare in tutte le tv russe. Chi accendeva la televisione vedeva solo canzoni ucraine, al posto dei soliti programmi. Il sospetto (manco troppo velato) è che dietro ci sia la manona della CIA: l’America non può intervenire “boots on the ground”, ma può colpire e fare male.
missile colpisce un palazzo di kiev
4. L'economia
L’esclusione della Russia dal sistema di pagamenti SWIFT è un’altra mazzata per il Cremlino. Anche se sarà in versione “chirurgica”, e la compravendita di gas non sarà – come pare - inclusa nel bando, la misura mette in ginocchio gli oligarchi come Abramovich, Bazhav & company, che non potranno nemmeno fare il pieno di benzina ai loro jet o ai loro yacht.
DMITRIJ PESKOV E PUTIN
Le dure sanzioni occidentali rischiano inoltre di fomentare il dissenso interno. La Russia ha enormi sacche di povertà, gli stipendi sono da fame, e la narrazione militarista del presidente inizia a stancare. Soprattutto dopo l’avventura in Ucraina, paese dove molti russi hanno parenti o amici.
KATERINA PESKOVA, FIGLIA DEL PORTAVOCE DI PUTIN, CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA
Le piazze piene di tutto il mondo che gridavano no alla guerra devono essere sembrate una premonizione per Putin: per ora, riesce a contenere la protesta a suon di arresti, ma presto la maggioranza della popolazione potrebbe volere – e ottenere – la sua testa. Magari con l’assenso di qualche alto dirigente del Cremlino.
L’entourage del presidente non è più omogeneo come una volta: alcuni stanno facendo grosse pressioni per convincerlo a trattare e chiuderla qui. Tra loro ci sarebbe anche il fedele portavoce Dmitry Peskov. Chissà cos’ha pensato quando ha visto la figlia, Katerina Peskova, che su Instagram pubblicava un cuore con la bandiera ucraina.
ATTACCHI RUSSI IN UCRAINA
2 - XI INFASTIDITO DAL BLITZ RUSSO, INTRALCIO ALLA VIA DELLA SETA
Estratto dell'articolo di Lorenzo Lamperti per “La Stampa”
«Basta sparare, è tempo di trattare». Come nel 2014 sulla Crimea, che peraltro non ha mai riconosciuto, la Cina si è astenuta sulla risoluzione di condanna alla Russia delle Nazioni Unite.
E premere su Mosca per farla trattare con Kiev. Una sorpresa per chi pensava che il castello di retorica della quasi alleanza tra Pechino e Mosca reggesse alla prova del campo. Ma la partnership basata sull'ostilità nei confronti di Stati Uniti e Nato, che i cinesi continuano comunque a dipingere come i responsabili della guerra, non si è ancora trasformata in un completo allineamento strategico.
PUTIN E XI JINPING
L'orso e il dragone sono due animali molto diversi. Vladimir Putin cerca di ricreare l'antica sfera d'influenza sovietica con metodi sempre più imperiali e intransigenti. Xi Jinping ha fatto del pragmatismo e della ramificazione globale dei tentacoli commerciali, finanziari e diplomatici cinesi il suo marchio di fabbrica. Interconnessioni arrivate anche in Ucraina.
convoglio russo distrutto dalle forze ucraine 3
Basti pensare che Pechino è diventata il primo partner commerciale di Kiev e tra il 2016 e il 2021 ha più che quintuplicato i suoi investimenti nel Paese. Oltre al grano, l'Ucraina rifornisce Pechino di motori per le navi militari. E proprio negli scorsi mesi, al termine di una lunga trattativa, la borsa merci Bohai Commodity Exhange di Tianjin ha acquisito il 49,9% della società che gestisce il mercato azionario ucraino.
Nella prospettiva cinese, Kiev rappresenta la porta d'ingresso della Belt and Road in Europa. Ancora in questi giorni il ministro degli Esteri Wang Yi la continua a definire come «un ponte tra Est e Ovest». Non solo.
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PUTIN E XI JINPING
ELMETTO DI UN MILITARE FORATO DA UN PROIETTILE A KIEV
(...) Possibile, come sostengono diversi analisti, che Xi credesse a un'azione circoscritta al Donbass.
Qualcosa di simile a quella «piccola incursione» a cui aveva fatto riferimento anche Joe Biden e che funzionari e media cinesi avevano già iniziato a giustificare. E invece Putin ha scelto di arrivare a Kiev, mandando anche un segnale che il ruolo di fratello minore gli va stretto.
battaglia a kharkiv 2
Come andava stretto a Mao Zedong durante la guerra fredda. Lo scenario è diverso e l'equilibrismo dell'approccio cinese dimostra la volontà di provare a tenere in piedi il «rapporto speciale» con Mosca senza però legare il proprio destino a un'azione seguita con insofferenza che può causare la recisione totale dei rapporti con l'Occidente e instabilità su mercati e in regioni nei quali la Cina ha diversi interessi economici.
Instabilità è proprio ciò che non vorrebbe Xi, soprattutto nei mesi che anticipano il XX Congresso del Partito comunista e la sua annunciata terza incoronazione.
Non è un caso che le maggiori banche statali abbiano ricevuto l'ordine di limitare le operazioni con la Russia per evitare rischi legati alle sanzioni. Il progetto di creazione di una comune piattaforma anti-Swift, evidentemente, non è ancora pronto a decollare.
putin e xi jinping
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putin e xi jinping allo zoo di mosca PUTIN E XI JINPING
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putin e xi jinping
SOFIA ABRAMOVICH CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA