Estratto dell'articolo di Giuseppe Legato per www.lastampa.it
DIA - DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
Clan di camorra, Casalesi, ‘ndrangheta, Cosa Nostra, criminalità storica romana, ex banda della Magliana. È grande il cielo di Roma e sotto c’è spazio per tutti. Un laboratorio criminale unico nel suo genere: nessun precedente, nessuna replica.
L’operazione della Dia di stamattina, 9 luglio, racconta il grande suk del crimine nella Capitale che è di tutti e anche di nessuno, che pure era notorio agli addetti ai lavori, ma così nitidamente fotografato non lo era forse mai stato. L’hanno chiamata operazione “Assedio” ed è più che una sintesi efficace delle premesse investigative. «Le indagini – si legge agli atti dell’inchiesta - hanno consentito di accertare l'esistenza di una consorteria che coordina gli interessi dei principali gruppi criminali stabili su altri territori dello Stato».
DIA - DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
Emergono - anche - le tipiche attività di controllo del territorio connotate da aggressività, sopraffazione e violenza, ma, soprattutto, si palesano iniziative economico finanziarie illecite. Un’ intercettazione più di altre racconta questa nuova consapevolezza: «Oh non dobbiamo metterci a fare casino. Perché qua siamo in una Capitale, mica è Napoli: qua girano politici, vescovi, quello e quell’altro ancora. E dobbiamo stare calmi sai perché? Perché qua, se vogliono, ci alzano da terra in un quarto d’ora» diranno due degli arrestati.
DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
[…] «È emersa la presenza stabile e determinante dei principali clan di camorra napoletana, come i D'Amico/Mazzarella: membri del clan, avvalendosi di figure quali Salvatore Pezzella e Daniele Muscariello, hanno utilizzato attività imprenditoriali lecite per riciclare i proventi delle attività camorristiche. Le indagini, poi, hanno – si legge ancora - consentito di far emergere convergenze anche di altre strutture mafiose come il clan dei Casalesi e le cosche di 'ndrangheta Morabito, Mancuso e Piromalli» […] C’è anche il clan Senese.
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«In questo intreccio hanno avuto un ruolo chiave non solo Antonio Nicoletti (figlio dello storico componente della banda della Magliana, Enrico), ma anche altre figure di rilievo dell'ambiente criminale romano come Roberto Macori. Quest'ultimo rappresenta lo snodo dell'ecletticità: maturato nella destra eversiva romana, all'ombra di Massimo Carminati, è divenuto prima l'alter ego di Gennaro Mokbel, per poi legarsi a Michele Senese».
uomin della direzione investigativa antimafia
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