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    QUALCUNO CONVINCA I 60ENNI A FARSI VACCINARE - C'È UN MILIONE DI ITALIANI CHE NON HA NEPPURE PRENOTATO L'APPUNTAMENTO PER LA PRIMA INIEZIONE: UN PO' PER DIFFIDENZA, UN PO' NELL'ATTESA DI UN'IPOTETICA IMMUNITÀ DI GREGGE OPPURE NELLA SPERANZA DI VEDERSI SOMMINISTRARE UN FARMACO RITENUTO PIÙ AFFIDABILE - EPPURE IL TASSO DI LETALITÀ IN QUELLA FASCIA D'ETÀ, SEPPUR CONTENUTO, NON È IRRILEVANTE...


     
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    Fabio Savelli per il “Corriere della Sera

     

    Vaccino anziani Vaccino anziani

    Una forchetta che oscilla tra il 15 e il 20% in quasi tutte le regioni, con punte del 30% nel Lazio e del 46% in Sicilia. Un numero assoluto che supera abbondantemente il milione di italiani nella fascia tra i 60 e i 69 anni.

     

    A quasi 40 giorni dall'apertura delle adesioni alla campagna per questa decade c'è una platea di connazionali non vaccinati, che non risultano nemmeno prenotati sulle varie piattaforme regionali.

     

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    Diffidenza, attesa per un'ipotetica immunità di gregge, la speranza di vedersi somministrare un vaccino ritenuto più affidabile o l'appartenenza alla categoria dei fragili che li fa rientrare in un'altra banca dati. È un numero che varia di ora in ora.

     

    Non contempla chi ha rinunciato ad inocularsi ad AstraZeneca preferendo rimandare la puntura. Nessun archivio li prende in esame eppure, raccontano fonti delle Regioni, la facoltà di scegliersi il vaccino, (come ha fatto il Lazio) ha finito per ritardare la campagna in questa decade per la quale Vaxzevria era suggerito in via preferenziale.

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    La platea Istat identifica in questa fascia 7.441.208 italiani. Di questi, al 22 maggio, il 63% ha ricevuto almeno una dose: 4.685.410. Resta non coperto, al momento, il restante 37% che significa circa 2,75 milioni di over 60. Di questi però risultano prenotati poco meno di un milione e mezzo che nei prossimi giorni riceveranno la prima somministrazione.

     

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    Al ritmo attuale di 144 mila punture quotidiane, che però comprendono anche quelli che stanno facendo il richiamo. Sui vaccinati sono indietro l'Umbria (solo il 37,8% della platea ha avuto almeno una dose) e Toscana (42,6%). Eppure la regione guidata da Eugenio Giani ha 150 mila prenotati in questa decade da qui al 13 giugno. Sono fuori dai radar ancora 90 mila over 60: poco meno del 20%. Significa che la fascia 60-69 anni sta entrando ora nel vivo.

     

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    In Puglia percentuali analoghe: il 19,2% di over 60 non ha ancora manifestato l'adesione alla campagna su una platea di 494.337 persone. Poco meno di 98 mila pugliesi. In Liguria il dato è più alto: tocca il 33%, cioè circa 66 mila liguri su una platea di 203.505. Ma è un dato sovrastimato perché non contempla gli assistiti al domicilio per i quali, dai flussi informativi, non è possibile stabilirne l'età.

     

    In Campania si sono prenotati per il vaccino in questa fascia d'età circa 500 mila residenti su 650 mila potenziali: il 23% sfugge. Ma bisogna fare la tara rispetto al personale sanitario, scolastico e forze dell'ordine che lo riduce di un bel po'. In Abruzzo circa 100 mila prenotati su 171 mila residenti Istat.

     

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    In Lombardia tasso di adesione più alto: solo il 15% di 1.189.118 lombardi non si è prenotato sulla piattaforma di Poste. In Piemonte 438 mila prenotati su 577 mila: il 24% ancora sfugge.

     

    In Sicilia numeri più preoccupanti: 282.231 over 60 non prenotati su 601.201, quasi il 47%: qui l'effetto AstraZeneca pesa parecchio. Il preparato anglo-svedese è sotto-utilizzato e la struttura commissariale ha deciso di ridurne le dosi anticipandole ad altre Regioni che hanno una migliore capacità somministrativa.

     

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    Quel che è certo è che in questa decade i problemi di digitalizzazione o di mobilità ridotta - spendibili per gli over 80 - non possono essere presi in considerazione. È altamente probabile, viene spiegato, che chi ancora non si è prenotato ritiene più utile non vaccinarsi oppure aspetta Pfizer o Moderna quando la campagna diventerà massiva auspicando una maggiore disponibilità di dosi.

     

    Per questo il commissario Francesco Figliuolo ha emanato l'ultima circolare in cui prescrive la necessità di un sistema più capillare nelle vaccinazioni con il coinvolgimento dei medici di medicina generale. Per intercettare questo milione di connazionali servirà un'opera di persuasione sul territorio.

     

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    Un approccio attivo della sanità territoriale in cui il medico di prossimità può svolgere una funzione di moral suasion convincendo i più refrattari della necessità di immunizzarsi. Il tasso di letalità per questa decade, seppur contenuto, non è irrilevante.

     

    E non è un caso che la curva vaccinale per questa fascia stia flettendo dal 12 maggio. I nuovi prenotati sono sempre meno: le Regioni aprono ai più giovani per continuare la corsa alle somministrazioni.

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