alain delon claudia cardinale il gattopardo
Alberto Anile per ''la Repubblica'' - articolo del 16 agosto 2020
Una delle prime cose che Burt Lancaster fece arrivando a Mondello nel giugno 1962 fu mettere sotto due ragazzi in scooter. Il divo procedeva serafico con la sua grossa auto americana su viale Regina Margherita e non s' era accorto di due adolescenti sul motorino: una settimana di prognosi a uno e un mese all' altro. L' attore si mise d' accordo con le famiglie degli infortunati e l' incidente ebbe scarsa eco sulla stampa.
Dici Gattopardo e pensi subito alla scena del ballo, alle riprese durate un mese dentro Palazzo Gangi, tutte di notte per evitare il caldo dell' agosto palermitano. Ma in quell' estate 1962 il set viscontiano ebbe diversi altri retroscena. A giugno, dopo le scene dell' assalto dei garibaldini, la troupe è al lavoro fuori Palermo, a Villa Boscogrande, in quella che nella finzione diventa la residenza di Don Fabrizio Salina.
alain delon claudia cardinale
I nomi più grossi del cast sono stati ospitati inizialmente a Villa Igiea, il più lussuoso degli alberghi palermitani, ma con l' arrivo dell' estate hanno optato tutti per una residenza più appartata. Visconti ha affittato Baglio Bordonaro, un' ex tonnara borbonica che ha arredato facendosi portare i mobili da Roma, con un cameriere in guanti bianchi che versa Dom Perignon agli ospiti.
La Cardinale sta chiusa dentro una villa di Mondello, assaltata da gruppi di ammiratori, a fare esercizi di scioglilingua e prove di ballo; non va in spiaggia perché la sua Angelica nel film non dovrà apparire abbronzata.
alberto sordi il mafioso
Alain Delon ha preso il castelletto di Solanto, vicino Bagheria; se non gira, si allena nello sci d' acqua e la sera va a esplorare le sale da ballo di Palermo e il bar di Villa Igiea. Lancaster abita con la famiglia a Villa Scalea, vicino Mondello, e quando è libero naviga su uno yacht che ha inalberato le insegne del gattopardo. Già sconvolta dal successo del romanzo di Tomasi di Lampedusa, Palermo è messa definitivamente sottosopra dall' arrivo dei cinematografari.
Gli aristocratici locali, sdraiati sotto i pini del Mondello Yacht Club, commentano tutto con fiero distacco. Archibald Colquhoun, traduttore inglese del Gattopardo romanzo e consulente del film, annota che «per loro Visconti è un pericoloso rinnegato, mentre Lancaster una sorta di capo tribale invasore, un Alarico o un Teodorico le cui buone maniere, sorprendentemente buone, possono osservare da soli, dato che l' hanno fatto membro del loro club e se lo trovano quindi spesso vicino, a pranzare al tavolo accanto al loro».
alberto sordi il mafioso
Le divinità hollywoodiane sono quanto di più analogo alla vecchia aristocrazia: meglio farsele amiche. Il cortocircuito definitivo avviene all' arrivo della troupe di Mafioso di Alberto Lattuada. Il cast viene alloggiato a Villa Igiea, dove quelli del Gattopardo tornano comunque spesso. Alberto Sordi, protagonista del Mafioso, si mette a parlare di tasse con Lancaster e se lo fa subito amico. Poi c' è Norma Bengell, la protagonista femminile, con cui Sordi ha una storia.
alain delon claudia cardinale il gattopardo
È la Brigitte Bardot brasiliana, che in quell' anno aveva debuttato in due film, La parola data, Palma d' oro a Cannes, e soprattutto Os Cafajestes, protagonista di una lunga scena di nudo che ha destato clamori intercontinentali.
Scocca la scintilla. Delon, che nel tardo pomeriggio è fisso al bar di Villa Igiea, una sera la segue dritto in camera. Lei lo fa entrare e intanto arriva Sordi, che bussa, dà pugni alla porta. Norma risponde che sta dormendo ma Sordi non demorde. Come nelle farse più viete, Delon esce dalla finestra e salta da un balcone all' altro finché non trova una stanza in cui infilarsi. Sordi nel frattempo è entrato, ha trovato due stivali maschili sotto il letto di Norma ed esige una spiegazione: «Non ho potuto rispondere quello che pensavo» scriverà la Bengell.
burt lancaster e alain delon a villa igiea
«Delon ed io eravamo molto simili: belli, liberi, leggeri, sciolti e giovani». Sordi le dà uno schiaffo e se ne va. Norma esce di camera, va a cercare Delon e di lì inizia una «storia d' amore clandestina e delirante» con un «amante insaziabile e senza pari».
Sono dettagli che la Bengell rivelerà solo nella sua autobiografia, uscita postuma nel 2014. Ma all' epoca alcuni giornali italiani non mancano di riferire le attenzioni che Alain ha per la collega brasiliana, e le voci arrivano fino a Parigi, dove Romy Schneider sta girando Il processo con Orson Welles.
Romy, che è la fidanzata ufficiale dell' attore francese, prende a tempestare di telefonate Villa Igiea.
NORMA BENGELL
Alain cerca di tenerla buona, e la sera si allontana in spiaggia con la bella brasiliana. Intanto Norma si tiene buono pure Sordi, che ha capito tutto ma fa finta di niente.
Il giorno della partenza della troupe di Mafioso, Norma Bengell esce da Villa Igiea scortata sia da Delon sia da Sordi. Alain regge in equilibrio sul capo il grosso bagaglio dell' attrice, mentre Alberto commenta: «A me con la valigia in testa non mi ci vedono». Intanto a Palermo arriva la Schneider, a riappropriarsi del fidanzato. «Lo dico sempre ad Alain», commenta Visconti, «che deve tenersela cara, Romina.
Sono una coppia commovente. Lei gli mette le briglie al collo, ma lui ha bisogno di qualcuno che gli metta le briglie al collo, altrimenti si perde dietro a ogni sottana». I due fanno i fidanzatini, fanno capire che si sposeranno presto, forse entro l' anno.
ALBERTO SORDI NORMA BENGELL
In un articolo a sua firma, Delon rivolta perfino la frittata: «Trattenendomi così a lungo con i siciliani sono diventato terribilmente geloso. Telefonavo tutti i giorni a Romy per domandarle con chi trascorreva la serata e con chi si vedeva durante il giorno». Poche settimane dopo, alla fine del festival di Venezia, Norma Bengell viene ricoverata per un' overdose di tranquillanti.
Sordi dichiara ai giornalisti che si tratta di una colica, i maligni ipotizzano un tentativo di suicidio per amore di Alain. Tomasi di Lampedusa scrive che il Risorgimento fu «una rumorosa, romantica commedia con qualche macchia di sangue sulla veste buffonesca». Non sarebbe una buona definizione anche per il gran circo del cinema?
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