DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Mario Sensini per il “Corriere della Sera”
La legge per salvare i grattacieli di Milano costruiti al posto di edifici molto più piccoli senza un permesso preventivo, e che secondo la Procura sarebbero lottizzazioni abusive, ottiene il primo via libera dalla Camera. A favore hanno votato la maggioranza e, all’opposizione, il Pd, Azione, +Europa e IV, scatenando le polemiche di Verdi e M5S, contrari.
Per FdI, FI e Lega, ma anche il Pd, «l’interpretazione autentica» delle norme urbanistiche del 1942 fornita dal provvedimento, offre certezze alle amministrazioni e alle imprese.
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«Questa norma — dice invece Angelo Bonelli, AVS, che in aula ha canticchiato Il ragazzo della via Gluck di Celentano — è peggio di un condono edilizio, sarà lo sconquasso dell’equilibrio urbanistico in tutto il resto d’Italia», mentre Agostino Santillo del M5S accusa Pd e maggioranza di un «inciucio: non tutelate gli incolpevoli proprietari, non salvate Milano, ma gli affaristi».
Il provvedimento, che deve ora passare all’esame del Senato, stabilisce che i piani attuativi comunali che consentono la demolizione e la ricostruzione con sagome e volumetrie differenti non sono obbligatori (come invece contesta la Procura, perché a Milano questi piani attuativi non ci sono), se gli interventi edilizi sono realizzati in «ambiti edificati e urbanizzati», che tuttavia non vengono definiti puntualmente.
Se questo alleggerisce la posizione dei tecnici comunali accusati dalla magistratura, e sblocca gli interventi edilizi che erano stati sospesi cautelativamente, c’è un’altra norma che dà una dimensione molto più ampia alla questione, e che potrebbe avere impatti importanti su tutto il territorio nazionale, perché amplia il concetto delle ristrutturazioni edilizie.
Quelle opere, in sostanza, che possono essere fatte con una semplice segnalazione di avvio dell’attività, senza chiedere permessi preventivi di costruzione, e con oneri ridotti. Si dice infatti che, a partire dal 2013, debbono essere considerate ristrutturazioni edilizie (attivabili con una Scia) tutti gli interventi di demolizione e ricostruzione che portino ad organismi edilizi anche integralmente differenti da quelli originari, purché rispettino la normativa regionale e i piani regolatori comunali.
E qui sta una parte del problema, perché su edilizia e urbanistica la legislazione è concorrente e ogni Regione ha la sua. Il combinato della nuova norma con la legislazione della Lombardia (che ad esempio consente di spostare volumetrie da un lotto edilizio all’altro), risolve il caso Milano, ma l’effetto che produrrà con le altre legislazioni regionali è tutto da valutare, e non è scontato.
Come non lo è stato l’effetto del decreto Salva Casa (dove la norma Salva Milano era originariamente contenuta) che all’atto pratico nella molto più tollerante Emilia-Romagna si è rivelato restrittivo. Le disparità a livello regionale sono macroscopiche, se si pensa che le tolleranze costruttive ammesse per gli edifici variano dal 2% del Lazio al 20% dell’Emilia-Romagna.
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA
Il Salva Milano potrà dare una spinta in più al riordino del Testo Unico dell’edilizia, che il ministro Matteo Salvini vuole presentare entro fine anno. […]
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