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    UNO CON LA RUSSIA CHIACCHIERATA - QUANDO C’E’ DI MEZZO CORRADO AUGIAS CI SONO SEMPRE SPY STORY ALLA VACCINARA – PRIMA DI FINIRE NELLA LISTA FARSESCA DEI FILO PUTINIANI BY ANDREA ROMANO, IL GIORNALISTA-SCRITTORE ANNI FA ERA STATO ACCUSATO DI ESSERE UNA SPIA CECOSLOVACCA DAL 1963 AL 1967 – “AVEVO RAPPORTI CON DIVERSI DIPLOMATICI STRANIERI IN QUEL PERIODO. LEGGO CHE INCONTRAVO IL MIO PRESUNTO CONTATTO A ROMA AL BAR ROSATI. FORSE CERCAVA NOTIZIE SU MIO SUOCERO CHE ERA UN GENERALE MA NON EBBE MAI NULLA…"


     
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    QUANDO AUGIAS VENIVA DESCRITTO COME UNA SPIA CECOSLAVACCA

     

    https://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-30/attacco-augias/attacco-augias.html

     

     

    https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/che-faranno-bellum-papi-putin-papi-silvio-dacia-zappadu-non-10162.htm

     

     

    Francesco Grignetti per “la Stampa”

    corrado augias foto di bacco corrado augias foto di bacco

     

    Diventa un caso che imbarazza il Pd, il convegno sulla presunta disinformazione filo-russa. Si saranno stra-pentiti gli esponenti dem Andrea Romano e Lia Quartapelle, assieme a Riccardo Magi di +Europa, per aver fatto da sponda a due fondazioni, la Federazione italiana diritti umani e la Open Dialogue Foundation, che hanno redatto il rapporto «Disinformazione sul conflitto russo-ucraino».

     

    Già, perché il punto di vista delle due fondazioni non poteva essere più partigiano e semplicistico, arrivando al paradosso di etichettare come filoputiniani non solo una bella fetta di giornalisti, ma persino due divulgatori di indiscussa indipendenza intellettuale quali Corrado Augias e Alessandro Barbero. D'altra parte, il vizio di fondo del rapporto si coglie già nelle prime righe, quando si definisce il servizio pubblico televisivo «rappresentativo del sistema politico e dello Stato stesso».

     

    corrado augias riconsegna la legion d'onore 2 corrado augias riconsegna la legion d'onore 2

    Anche se Andrea Romano ha tenuto il punto, Quartapelle e Magi se ne sono tirati fuori, denunciando il rischio di «liste di proscrizione» e anzi difendendo il lavoro di chi riporta anche il pensiero dell'altra parte. Secondo le due Fondazioni, invece, tutto è disinformazione. È sufficiente, come nel caso dell'inviato Rai Alessandro Cassieri, aver firmato reportage dal Donbass occupato dai russi perché «secondo la legge ucraina, rappresenta attraversamento illegale dei confini». E così si criticano tantissimi giornalisti, da Marc Innaro a Gian Micalessin, Eva Giovannini, Sigfrido Ranucci, Toni Capuozzo; famosi commentatori come Alessandro Orsini, Donatella Di Cesare, Barbara Spinelli. Persino il regista statunitense Oliver Stone.

     

    Ben difficile etichettarli come agenti della disinformazione putiniana. Tantomeno può esserlo Corrado Augias, il quale ha reagito con il suo proverbiale aplomb britannico: «Cadono le braccia. Non per l'accusa insensata ma per i suoi estensori. Mi chiedo dove prendano le loro informazioni, con quale criterio, quale preparazione, le valutino».

    augias augias

     

    Il giorno dopo, comunque, è polemica. «È legittimo chiedersi - polemizza la Lega - se la linea del partito guidato da Letta sia istituire liste di proscrizione vincolanti per il servizio pubblico». Come dice anche Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana: «La vicenda si è conclusa in modo farsesco, fra indignazione, imbarazzi e pernacchie». E però è indignatissimo Beppe Giulietti, già parlamentare di sinistra, ex segretario del sindacato dei giornalisti Rai: «Guai a chi esce dal binario prestabilito, dalla linea del governo interpretata secondo i criteri degli Stati Uniti o della Nato. Siamo in guerra, è il sottotesto. Quindi, o di qua o di là».

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