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    QUANDO DI MAIO OFFRI’ ALLA RAGGI UN MINISTERO (DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE O DELLA FAMIGLIA) PER NON FARLA RICANDIDARE A ROMA – NEL LIBRO DI EMANUELE BUZZI SUL M5S, IL RACCONTO DELLE CONVULSE TRATTATIVE PER IL CONTE TER CON UN MOVIMENTO SPACCATO. LA EX SINDACA DI ROMA È IN SCADENZA DI MANDATO E VUOLE RICANDIDARSI. UNA PARTE DEL GRUPPO ROMANO (ROBERTA LOMBARDI&CO) LA AVVERSA E GIOCA DI SPONDA CON IL PD. ECCO COME RISPOSE “VIRGY” ALL’OFFERTA DI DI MAIO


     
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    Estratto da “Polvere di Stelle”, di Emanuele Buzzi (ed. Solferino), pubblicato da "il Messaggero"

     

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    Virginia Raggi si presenta all'Hotel Forum di prima mattina. Nella hall incrocia Di Battista, lo saluta e prende la via che porta alla terrazza. Poco dopo entra Di Maio, che la raggiunge. Il colloquio tra i due dura una mezz' ora. Poi il ministro degli Esteri vede l'ex deputato. «Virginia, stiamo puntando a dar vita a un terzo governo Conte: ti andrebbe di fare la ministra della Pubblica amministrazione?» (l'alternativa è la Famiglia).

     

    È il gennaio del 2021: il nuovo anno si presenta subito complesso per M5S. Renzi sta minacciando di far cadere l'esecutivo. Il senatore toscano alza la posta: si dimettono le ministre Iv del governo, Teresa Bellanova (Agricoltura) ed Elena Bonetti (Famiglia).

    Conte tenta la prova di forza dell'Aula per rimanere in sella.

     

    EMANUELE BUZZI COVER EMANUELE BUZZI COVER

    Il 18 gennaio ottiene la fiducia a Montecitorio (343 voti a favore e 263 contrari) mentre al Senato passa le forche caudine con 156 sì (140 i no), grazie al sostegno di tre senatori a vita e di singoli parlamentari che a sorpresa si schierano con l'esecutivo, tra cui l'ex stellato Lello Ciampolillo e la forzista Maria Rosaria Rossi. La situazione però è instabile.

     

    LA PROPOSTA

    La diplomazia in questa fase lavora a un eventuale Conte ter. Per dare un segno di discontinuità e di rilancio (ma non solo) vengono individuate nuove figure. Per Raggi il discorso è diverso. C'è anche un nodo politico. La sindaca è in scadenza di mandato e vuole ricandidarsi. Il Movimento è spaccato: una fetta del gruppo romano la avversa.

     

    Il Pd, alleato dei Cinque Stelle a livello nazionale, per la Capitale è contrario a un bis: dopo aver osteggiato la giunta M5S per tutta la consiliatura, cerca un nuovo volto e pensa a un asse proprio con gli Stellati. Dal punto di vista dei vertici M5S, un'eventuale nomina di Raggi a ministra sarebbe un'operazione vincente su tutti i fronti: li sgraverebbe da un problema politico e permetterebbe all'esponente romana un rilancio in seno all'esecutivo. Raggi rifiuta la proposta.

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