Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
george rr martin trionfa agli emmy
Lo chiamano il Tolkien americano e a lui la cosa non dispiace, anche se precisa: «Nel suo mondo il Bene e il Male sono nettamente divisi: ci sono re buoni che governano con saggezza per decenni, mentre i miei racconti sono fatti di personaggi più umani, pieni di passioni e di contraddizioni».
Diversi come autori e diversi come persone: «Tolkien - aggiunge - era un erudito e un monarchico, io sono figlio di uno scaricatore di porto cresciuto nella povertà dei quartieri operai e delle case popolari di Bayonne, New Jersey. Sono un progressista di idee liberal affascinato dalle storie medievali di re, cavalieri e fortezze, ma non voglio tornare a quel mondo».
George RR Martin, l'autore fantasy di storie che affascinano i lettori di tutto il mondo, diventato una celebrità mondiale con la trasposizione televisiva della serie «Game of Thrones» («Il Trono di Spade» nella versione italiana), trasmessa in 170 Paesi, il programma più visto della storia della tv, gioca a presentarsi come un normale artigiano della penna. In realtà anche lui è contagiato da misteri e ambiguità che ama attribuire ai suoi personaggi, a cominciare dal nome: nel quale c'è una doppia R perché fu battezzato George Raymond Martin, ma a 13 anni, il giorno della Cresima, divenne George Richard.
george rr martin game of thrones
E, poi, l'origine: di madre irlandese e con un albero genealogico con rami francesi, tedeschi e gallesi, quando lo intervistai, nel novembre 2018, mi disse di essere per un quarto italiano per via del nonno paterno: «Il suo cognome era Massacola». Lo cambiò quando arrivò negli Usa. Le analisi del suo Dna hanno poi trovato tracce ebraiche più che italiane, ma lui continua a fantasticare di origini portuali italiane.
Di fantasia prorompente fin da bambino, a scuola vendeva ai compagni per qualche penny le sue storie di mostri.
john snow di games of thrones
Poi la laurea in giornalismo e, mentre scrive storie che non hanno quasi mai una conclusione perché il finale, spiega, su carta non rende bene come nella sua fantasia, insegna inglese e dirige tornei di scacchi dopo aver evitato di partire per la guerra del Vietnam dichiarandosi obiettore di coscienza. Si trasferisce a Hollywood dove per dieci anni, dal 1985 al 1995, scrive sceneggiature e lavora a produzioni come la versione televisiva de La bella e la bestia . Anni ricchi e frustranti: pagato benissimo per produrre testi poco eccitanti che spesso non diventano produzioni.
GEORGE RR MARTIN
Torna alla scrittura fantastica e il successo arriva con la saga del Trono di Spade (titolo originale della serie, A Song of Ice and Fire ): oltre 100 milioni di copie vendute dei primi cinque volumi. I primi tre arrivano in rapida successione tra il 1996 e il 2000. Poi le trame sempre più complesse rallentano il suo lavoro: il quarto esce solo nel 2005 e per Una danza con i draghi , l'ultimo fin qui pubblicato, bisognerà aspettare fino al 2011. Ne mancano due per la conclusione della saga: The Winds of Winter e A Dream of Spring.
GEORGE RR MARTIN - 1
Quando HBO, sempre nel 2011, inizia a trasmettere la versione televisiva, Martin pensa che farà in tempo a completare la sua opera, ma dopo otto stagioni tv, nel 2019, gli sceneggiatori della rete devono inventarsi una conclusione della saga (che non piacerà al pubblico) perché l'autore, che nel frattempo ha scritto il prequel sulla dinastia dei Targaryen ora in arrivo sugli schermi col titolo House of the Dragons, è ancora in alto mare col sesto volume.
cercei e jamie lannister
Incalzato da milioni di fan ansiosi e spesso aggressivi («Sbrigati: sei vecchio, rischi di morire prima di averci dato la fine della storia») Martin promette di chiudersi in una baita in un posto segreto per completare la stesura. Quasi quattro anni dopo, The Winds of Winter non ha ancora visto la luce. L'autore dice di essere a buon punto. La pubblicazione? Nell'autunno 2023. Forse. E del volume finale non c'è ancora traccia.
sansa e ramsey
Alcuni tecnici informatici che hanno costruito un algoritmo sulla base dell'allungamento dei tempi di scrittura di Martin prevedono che il volume conclusivo non arriverà prima del 2065 quando lui avrebbe 117 anni. Forse è proprio così: «Sento la pressione della gente, vorrei già aver finito», dice Martin. «Ma quando comincio a scrivere entro in una specie di trance: sono a Westeros con i miei personaggi, con Jon Snow e Daenerys, e tutto il resto scompare». Forse non vuole porre fine a questa magia divenuta la sua stessa ragione di vita.
theon e ramsey