Antonio Riello per Dagospia
leigh bowery 1984
L’area di Bermondsey, a Sud del Tamigi, è uno dei nuovi poli artistici londinesi. C’è la nuova sede della galleria White Cube e ospita anche parecchi studi di artisti. Sorge proprio qui il Fashion and Textile Museum, attivo dal 2003. L’edificio, disegnato dall’architetto messicano Ricardo Legorreta, si fa notare per i suoi colori sgargianti.
Dal 4 di ottobre il museo offre la possibilità di visitare una mostra,“Outlaws: Fashion Renegade of 80s London”, che indaga un momento cruciale di quella grande stagione che Jon Savage (nel 1978) definì come “Era Post-Punk”. La mostra (curata da Martin Greene, NJ Stevenson e James Lawler) ri-crea le atmosfere di un luogo fondamentale, il "Taboo". Bisogna ricordare che Londra ha sempre avuto l'epicentro della sua vita notturna (ma anche sociale ed intellettuale) nei suoi tanti e vari Club.
taboo 1985
Luoghi che possono essere tanto degli esclusivi e costosi circoli snob quanto degli sporchi e rumorosi Night Club dove ci si incontra e ci si diverte. Il Taboo era proprio uno di questi posti. Ebbe vita breve ma certamente leggendaria. Fondato nel 1985 dal poliedrico performer/fashion designer di origine australiana Leigh Bowery (1961-1995) era in realtà un ritrovo che utilizzava (una sera la settimana, di solito il Giovedì) gli spazi della discoteca Circus Maximus, situata nella centralissima Leicester Square.
outlaws 80s c
Sebbene, fosse rimasto aperto solo poco più di un anno, fu il luogo di incontro per eccellenza della scena musicale e creativa londinese. Chi lo frequentava, oltre a poter naturalmente usufruire di "Ballo & Sballo" (Ecstasy e affini), poteva assistere a performance artistiche e ammirare mise assolutamente fantastiche. Un "angolo shopping" permetteva di esaminare da vicino (ed eventualmente comperare) le nuove creazioni di stilisti emergenti e innovativi.
Leigh Bowery era sicuramente un artista di talento (diceva che avrebbe voluto essere "l'Andy Warhol di Londra"), produsse un video molto curioso, "Maternity", ed espose nella galleria di Anthony d'Offay. Era un appassionato virtuoso del travestimento nonché amico e modello di Lucian Freud.
leigh and boy george
Ma soprattutto lo si ricorda come uno straordinario inventore di moda. Possedeva una sviluppata attitudine "New Romantic" che poteva arrivare ad esiti superlativi: sfiorava atmosfere barocche in certi momenti. Due suoi amici e coinquilini, Guy Barnes (detto "Trojan") e David Walls fungevano - a seconda del caso - da muse ispiratrici e da modelli (si può vedere una ri-costruzione parziale dell'appartamento che condividevano).
Da segnalare anche la figura di Mark Vaultier, storico buttafuori del Taboo, ma anche indossatore e carismatico animatore di nottate. Un cantante poco più che adolescente e (allora) poco conosciuto, Boy George, frequentava assiduamente queste serate. Il regista Derek Jarman, il fotografo Fergus Greer e un futuro designer che rispondeva al nome di Jasper Conran erano anche della partita. Annie la Paz adorava il Taboo.
leight bowery d
L'atmosfera era bella effervescente, moderatamente trasgressiva e decisamente creativa (il successo degli Young British Artists è ormai alle porte, anche per merito di un giovane pubblicitario di nome Charles Saatchi). Insomma, "Club Culture" della miglior specie.
E, in quel tipo di ambienti, le dinamiche di gender non costituivano un problema: ognuno era quello che decideva di essere e faceva quello che voleva fare. Si può dire - con il linguaggio di oggi - che era un luogo naturalmente e felicemente inclusivo. Purtroppo erano anche gli anni più devastanti dell'AIDS (anche Bowery morirà a causa di questa malattia). La società britannica stava comunque cambiando: il grigiore neocalvinista dell'Inghilterra della Tatcher iniziava a cedere spazio ai colori e all'edonismo dell'incombente stagione Neo-Laburista di Tony Blair.
trojan and mark vaultier
La tradizione dell'abito formale (classico e classista) - stile Saville Row -sembrava cercare, un po' alla volta, un suo punto di equilibrio con l'irriverente e ruvido Street Fashion del Punk. Le stoffe e i bottoni militari del defunto Impero si mescolavano con disinvoltura agli innovativi tessuti sintetici industriali. Pizzi e ricami flirtavano con teli mimetici e denim.
Gli inossidabili Tartan scozzesi rimanevano in agguato, pronti a ri-saltar fuori appena possibile (Vivienne Westwood permettendo). E' il tempo di "eccessi intelligenti" e di stilisti come BodyMap, Rachel Auburn, Joe Casely-Hayford, Marc Lawrence, John Crancher e Pam Hogg. In mostra anche creazioni di John Galliano, John Flett, Vaughan & Franks e Dean Bright. E le storiche T-shirt di Katherine Hamnett: la moda inizia da essere fatta anche di parole stampate.
outlaws 80s e
Si sa che ogni stile ha la sua colonna sonora: si ascolta una sintesi musicale meno estrema rispetto alle note dirompenti del decennio precedente. Domina una New Wave Post-Punk piuttosto eclettica che presenta toni Neo-Romantici (e a volte quasi decadenti).
Ogni tanto anche qualche suggestione Dark fa capolino e non mancano derive musicali tecnologiche: i contributi elettronici sono frequenti. Bryan Ferry veniva al Taboo e anche tanti altri: Paul Young, Marc Almond, i Depeche Mode, Sade, i Duran Duran. C'è perfino traccia di uno scazzo (solo parolacce) tra Leight Bowery e Mike Jagger.
ANTONIO RIELLO POST PUNK
In chiusura è giusto segnalare che, già nel 2006, la British School di Roma ha realizzato, a cura di Cristiana Perrella, una bella e approfondita retrospettiva su Bowery e le sue notti londinesi di metà anni '80 (per la serie: Roma batte Londra 1 a 0).
Outlaws: Fashion Renegade of 80s London
Fashion and Textile Museum
83 Bermondsey Street
outlaws 80s d
Londra SE1 3XF
outlaws 80s b
fino al 9 Marzo 2025
annie la paz set denim set by vaughan & franks fashion and textile museum london pam hogg coat leigh bowery b outlaws 80s g leight bowery f