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    QUANDO L'ORCO È DONNA - IN PROVINCIA DI CASERTA UNA RAGAZZA CON GRAVE RITARDO COGNITIVO È STATA SEGREGATA IN CASA PER GIORNI, STUPRATA E FILMATA: IL "MOSTRO" ERA LA 40ENNE VICINA DI CASA PLURIPREGIUDICATA, CHE HA AGITO ASSIEME A DUE COMPLICI - I TRE BALORDI SONO STATI ANCHE POCO FURBI, VISTO CHE DOPO AVER REGISTRATO LE SEVIZIE E LE VIOLENZE SESSUALI CON IL CELLULARE SI SONO PURE SCAMBIATI I VIDEO: PROPRIO QUEI MATERIALI SPALANCHERANNO LORO LE PORTE DEL CARCERE...


     
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    Antonio Piedimonte per "La Stampa"

     

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    Quando l'orco è donna. Eccolo l'orrore che non ti aspetti, il dramma che spiazza persino chi è abituato a indagare sulle peggiori nefandezze. Appartiene al sesso femminile il mostro che, insieme con altri, ha abusato, torturato e umiliato una ragazza.

     

    E, come se non bastasse, ha scelto una preda facile: una giovane che soffre di un grave ritardo cognitivo, una vicina di casa che si è fidata di quel volto amico e l'ha seguito sin dentro quella che si è trasformata nella casa degli orrori, in un'anonima e degradata zona periferica di Maddaloni, dove nessuno ha sentito nulla e nessuno ha visto niente.

     

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    All'alba di ieri gli agenti della Squadra mobile di Caserta, coadiuvati da agenti del commissariato di Maddaloni, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre pluripregiudicati: V.M. di 40 anni (la donna), C.F. (34) e I.P. (64), per i reati di sequestro di persona, violenza sessuale di gruppo, lesioni, revenge porn e stalking ai danni di una ragazza che soffre di ritardo cognitivo.

     

    I fatti risalgono ai primi giorni dello scorso ottobre, quando il padre della 22enne, un contadino, al suo rientro si accorge che la figlia è scomparsa. La preoccupazione è forte sia perché di norma non resta fuori nelle ore serali sia perché il deficit le impedisce di essere pienamente consapevole di ciò che accade intorno a lei. La giovane (orfana di madre) rientra solo dopo tre giorni. È provata, sotto choc, fa capire di essere stata rapita, aggredita, stuprata.

     

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    Allertati dal genitore, i poliziotti scatenano una caccia all'uomo che a fronte della brutalità della violenza (è stato usato anche un bastone) è diventata ancor di più una priorità. In un tempo brevissimo gli investigatori raccolgono le informazioni essenziali e chiudono il cerchio: dopo solo qualche ora stanno già piombando sulle case dei criminali. Li stanano, non gli lasciano scampo: un'operazione da manuale.

     

    Il resto lo fa l'arroganza o lo scarso acume (o entrambi) dei tre balordi, i quali dopo aver registrato le sevizie e le violenze sessuali con il cellulare si sono pure scambiati i video. Scandalosamente espliciti, i materiali spalancano loro le porte del carcere.

     

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    Grande la soddisfazione per le forze dell'ordine e la Procura (il magistrato è Gerardina Cozzolino) ma grande anche lo sconforto per un episodio reso ancor più orribile dal fatto che a guidare il bestiale terzetto fosse una donna. E il contesto di imbarazzante degrado socio-culturale in cui è maturata la vicenda non riesce a lenire il dolore e l'indignazione della comunità: «Buttate le chiavi», la frase che ha riecheggiato nella solitamente tranquilla cittadina alle porte di Caserta.

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