Antonella Mollica per il “Corriere della Sera”
tiziano renzi e laura bovoli
Due fatture false per oltre 190 mila euro e uno studio di fattibilità «inesistente» che fu «una vera e propria messa in scena per giustificare altri fini».
Così il giudice Fabio Gugliotta sintetizza la vicenda delle false fatture emesse nel giugno 2015 dalla Party e dalla Eventi 6 che lo scorso ottobre ha portato alla condanna a 1 anno e 9 mesi di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell' ex premier, e a 2 anni dell' imprenditore pugliese Luigi Dagostino.
Nelle motivazioni depositate ieri il giudice spiega che la consulenza pagata ai Renzi - «che non può affatto assurgere al rango di studio di fattibilità» - per realizzare il punto ristoro all' outlet The Mall di Reggello fu «creata ad arte» e valutata con «un' incertezza davvero sorprendente», come dimostra il fatto che siano passati da un' iniziale cifra di 100 mila euro a 140 mila.
E non si trattò di una valutazione superiore al prezzo reale, sottolinea il giudice, e neppure di «una sudditanza psicologica» verso i genitori del premier Renzi, come disse l' imprenditore Dagostino, al quale commissionò gli studi di fattibilità. «Una volta ricevute le fatture - si legge nella sentenza - Dagostino s' incaricava di fare pressioni per il sollecito pagamento, rispetto al quale aveva un concreto e specifico interesse, sul quale sarebbero possibili ben altri approfondimenti».
LUIGI DAGOSTINO
Quel documento allegato alle fatture false emesse dalle società dei Renzi fu «predisposto frettolosamente e in modo maldestro per dare l' impressione di un' effettiva esistenza di uno studio di fattibilità in realtà inesistente... senza nemmeno l' accortezza di cancellare la stampigliatura attestante la paternità degli elaborati».
Quello che per Tiziano Renzi era «frutto del lavoro di mesi, una vera e propria opera dell' ingegno», in realtà è «uno scritto di due pagine e mezza, contenente affermazioni di principio banali e del tutto generiche, espressioni prive di effettivo valore innovativo e creativo». I difensori Federico Bagattini e Lorenzo Pellegrini annunciano ricorso in appello parlano di «evidenti e palesi incongruenze giuridiche e nella ricostruzione dei fatti».
TIZIANO RENZI MATTEO RENZI TIZIANO