Maurizio Bettini per “la Repubblica”
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(…) "Pandemia" è una parola greca, composta da "pan" che significa "tutto" e "demia" da "demos", il "popolo", ad indicare qualcosa che riguarda appunto l'intero popolo. I Greci però non usarono mai "pandemia" nel significato medico che le diamo noi moderni. A creare questa parola furono gli scienziati europei a partire dalla fine del XVIII secolo, ricalcandola sul modello di "epidemia", un termine già usato negli scritti di Ippocrate (IV a. c.) per indicare il rapido diffondersi di una malattia contagiosa.
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I Greci dunque non conobbero la "pandemia"? In verità, è a questo punto che cominciano le sorprese. Se infatti gli abitanti dell'Ellade non conobbero la "pandemia" in senso medico, fecero però largo uso dell'aggettivo "pandemos", ossia "relativo a tutto il popolo", riferendolo però a una sfera lontanissima dalla malattia, dal contagio e dalla morte: quella occupata dalla dea Afrodite, da Eros e dall'amore che queste divinità suscitano attorno a loro.
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Davvero una bella differenza. Il culto di Afrodite Pandemos, l'Afrodite di tutto il popolo, è testimoniato in molte città, da Atene a Tebe, a Megalopoli, a Naucrati e così via. Pausania, il viaggiatore che nel II secolo d. c. visitò un'Ellade divenuta ormai serbatoio di memorie, racconta che il grande Scopas avrebbe scolpito la dea a cavallo di un capro: particolare che ha ovviamente suscitato molte speculazioni posteriori, e anche molte riprese iconografiche.
platone
Ma fu soprattutto Platone, nel Simposio , a dare nuovo e imperituro impulso all'Afrodite Pandemos e all'Eros Pandemos che l'accompagna. E però anche a giocare ad entrambi uno scherzo imbarazzante. Il dialogo ha per tema l'amore, e uno dei partecipanti, di nome Pausania, prende partito dal fatto che Esiodo - l'autore della Teogonia , ossia il racconto relativo all'origine delle singole divinità - attribuisce due nascite differenti ad Afrodite: una prima volta, infatti, la definisce nata da Urano, allorché i genitali del dio, recisi dalla lama del figlio Crono, caddero nella spuma del mare; una seconda volta invece la dice figlia di Zeus e Dione
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. Il Pausania del Simposio , cioè Platone, prende tutto ciò come prova del fatto che di Afroditi ne esistono in realtà due, non una: la prima, detta Urania, che assieme ad Eros Uranio ispira l'amore puro, spirituale, quello che nasce fra un adulto e un giovinetto animati entrambi da nobili sentimenti; e una seconda, detta appunto Afrodite Pandemos, che con Eros Pandemos ispira invece l'amore «di tutto il popolo», appunto, quello comune, che mira più al corpo che all'anima, ed è diffuso soprattutto fra coloro che amano le donne e non i fanciulli.
Questo perché l'Afrodite Pandemos, essendo nata da un maschio e da una femmina, ha in sé i caratteri di entrambi i sessi, quindi favorisce l'amore eterosessuale; mentre l'Afrodite Urania, nata dal solo padre, partecipa unicamente della natura maschile. Insomma, povera Afrodite Pandemos, Pausania relega il suo amore a un rango inferiore, che farà presto a diventare semplicemente "volgare". E questo nonostante che il medico Erissimaco, intervenendo nel dialogo subito dopo Pausania, cerchi di rimettere un po' le cose a posto: sostenendo l'idea che in realtà tutti gli amori sono buoni, sia quelli "uranici" che quelli "pandemici", è solo una questione di temperanza.
amor sacro e amor profano
L'importante infatti è rivolgere il proprio amore, di qualunque tipo, solo verso chi lo merita e di farlo in modo "kosmios" "ordinato", come si dice in greco: una bellissima parola. Ma questo non è bastato a redimere l'Afrodite Pandemos, che nel tempo si è sempre più identificata con l'immagine dell'amore piattamente sensuale, volgare, perfino con la pratica della prostituzione.
(…) A cose fatte, non si può far a meno di riconoscere che questa scissione fra le due Afroditi - quella Urania spirituale, quella Pandemos materiale e volgare - ha finito semplicemente per fare del male a uomini e donne. Interpretati i due Eros come "amore celeste" l'uno e "amore carnale" l'altro, le cose hanno preso infatti una piega che certo Pausania, e Platone dietro di lui, difficilmente avrebbero potuto immaginare. In questo modo infatti per secoli ci si è sforzati di tener separate due componenti dell'amore che la natura, se ne esiste una, aveva invece concepito indissolubili.
afrodite urania
Ma si sa, l'evoluzione delle rappresentazioni culturali, specie quando sono in gioco sentimenti così importanti come l'amore, non si può mai prevedere. Auguriamoci solo che l'Afrodite Pandemos, se non altro per riscattare l'onore del proprio nome, sostituisca la pandemia di Covid con un'epidemia d'amore, ristabilendo così un po' di ordine e di felicità sul nostro tormentato pianeta.
frammento di afrodite con delfino collezione mainetti afrodite di botticelli statua di afrodite callipigia a napoli