Estratto dell’articolo di Romina Marceca per www.repubblica.it
vigili urbani roma
Lei denuncia il collega-amante per maltrattamenti ma viene emarginata dai colleghi. Tutti contro Stella, purtroppo, nella polizia locale. La solitudine è l’amara realtà per la vigilessa che un mese fa ha fatto aprire un’indagine per lesioni e minacce nei confronti del poliziotto, anche sindacalista molto conosciuto del Gruppo Prati, con il quale aveva una relazione da circa tre anni.
«Solo il comandante mi ha sostenuta, gli altri mi hanno abbandonata. Sono stata costretta a andare via dal mio ufficio. Ma denuncerei ancora altre mille volte», non si arrende Stella.
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Lui la picchiava anche in servizio e in un’occasione la donna per salvarsi si è lanciata dall’auto in corsa. […]
Sembra paradossale ma è successo. Invece di stare dalla sua parte, i colleghi hanno difeso l’uomo che la maltrattava. Come mai?
«Dopo la denuncia e dopo l’articolo apparso su Repubblica i colleghi mi hanno emarginata. “Hai infangato la polizia locale di Roma”, mi dicevano. Mi sono dovuta difendere, in molti non mi salutano più. Altri sostenevano che l’avevo fatto perché così lui avrebbe lasciato la moglie per stare con me. Tutti pettegolezzi».
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Ma è vero che a farle il vuoto attorno sono state soprattutto le colleghe?
«Purtroppo sì, molte donne più degli uomini. […] Sono stata accusata di avere chiamato addirittura io il giornale. Invece non è così».
[…] Cosa è successo tanto da farle cambiare addirittura ufficio?
«Prima della denuncia molti sapevano ma facevano finta di nulla. Dopo hanno iniziato a ignorarmi, uscivano fuori dalla stanza dove entravo. Alcuni uomini mi hanno detto: “Lo hai rovinato”. Oppure: “Lui con le conoscenze che ha prenderà i migliori avvocati”. Il comandante del gruppo Prati mi ha invece protetta, insieme al comandante generale, e mi ha chiesto di scegliere dove andare».
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Adesso va meglio?
«Diciamo di sì, ma c’è sempre chi mi guarda di traverso. Lui è un personaggio potente».
Lei denuncerebbe di nuovo?
«Sì, assolutamente. Chi mi isola non ha compreso quanto è accaduto. Quando lui mi stava strozzando, il giorno che poi ho deciso di rivolgermi alla polizia, ho capito che era una bestia e non un uomo. […]».
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