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    QUANDO PUÒ FINIRE LA GUERRA IN UCRAINA? SECONDO IL CONSIGLIERE DI ZELENSKY IL CONFLITTO SI CHIUDE ENTRO MAGGIO, PERCHÉ LA RUSSIA NON AVRÀ PIÙ RISORSE PER CONTINUARLO – GLI ERRORI MILITARI E STRATEGICI DI PUTIN: MAD VLAD AVEVA L’OBIETTIVO DI DIMOSTRARE DI AVERE UNA POTENZA PARI A QUELLA DELLA NATO. E QUI HA FALLITO: LA REAZIONE DELL'ALLEANZA LO HA SORPRESO – LA TATTICA DEL BOA DEI RUSSI E IL RUOLO DEI MERCENARI WAGNER


     
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    Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

     

    PUTIN PUTIN

    Oleksiy Arestovich, consigliere del presidente ucraino, ha fatto la sua previsione: la guerra finirà entro maggio, perché la Russia non avrà più risorse per continuarla. I tempi dipenderanno da quanto Mosca è disposta a impegnare: o ci sarà un accordo di pace rapido, in una o due settimane, con il ritiro delle truppe, oppure ritenteranno con i siriani e, «quando respingeremo anche loro», vi sarà un accordo.

     

    È la premessa di un politico nel mezzo di una crisi immane: con sortite propagandistiche prova a trasmettere messaggi e cementare il gruppo. La realtà, poi, può essere radicalmente diversa, anche se la legge del più potente comunque conta. Al momento tra gli analisti ci sono due scuole di pensiero, a volte mescolate a considerazioni influenzate dal campo o dagli studi della dottrina militare.

     

    putin carri armati putin carri armati

    I critici ritengono che Putin abbia sbagliato su tutta la linea. Un ex generale australiano ha sintetizzato la sequenza. Lo zar aveva concepito il piano A: conquista lampo, Zelensky neutralizzato, Paese che cade nelle sue braccia. Non si è realizzato, e allora ecco il piano B: spinta militare su più assi, leggero intervento dell'aviazione, bombardamenti ridotti. Sono però emersi enormi problemi logistici, la resistenza ha provocato perdite, l'avanzata è entrata in stallo, le truppe non sono apparse ben preparate, gravi le carenze di coordinamento.

     

    GLI OCCHI DI VLADIMIR PUTIN GLI OCCHI DI VLADIMIR PUTIN

    I rifornimenti di armi della Nato hanno dato vigore agli ucraini. A questo punto il Cremlino è passato al piano C, quello più abituale e consono all'Armata: cannonate pesanti - oltre 900 missili in 20 giorni - anche sui centri abitati, offensiva robusta, maggiore ricorso ai caccia pur senza riuscire ad avere la superiorità. I missili anti-tank e quelli anti-aerei si sono rivelati letali nelle mani dei nuclei ucraini, meglio addestrati - dagli Usa - rispetto ai loro avversari. Il grande dispositivo bellico non è riuscito a circondare Kiev, ha conquistato poche località, ha perso 4 generali e alcune migliaia di soldati.

     

    missili russi colpiscono un palazzo residenziale a kiev 36 missili russi colpiscono un palazzo residenziale a kiev 36

    Tra questi non solo novellini, ma molti parà e membri delle forze speciali, personale che non si rimpiazza in pochi mesi. Per il Pentagono, i russi avrebbero ormai impiegato il 100% delle forze dispiegate, 190 mila uomini, e avrebbero perso il 6-7% delle truppe. Per questo i critici ritengono che alla lunga il neo-zar non riuscirà ad imporre il suo controllo. L'Armata non possiede le risorse sufficienti per spingersi fino ad occidente e se lo fa espone le sue linee di comunicazione.

     

    C'è poi un'altra considerazione: Putin ha un secondo obiettivo, dimostrare di avere una potenza pari a quella della Nato. E qui ha fallito: la reazione dell'Alleanza lo ha sorpreso. In pochi giorni ha regalato ai vertici Nato una compattezza mai vista.

     

    guerra in ucraina guerra in ucraina

    I realisti Un pool di esperti richiama però al realismo, invita a non farsi distogliere dai successi tattici - e mediatici - della resistenza. Mosca, sostengono, vuole polverizzare il territorio ucraino in entità divise, punta a creare una zona cuscinetto verso la Nato, spinge parte della popolazione a fuggire verso Ovest, mira a trasformare Odessa (una volta presa) in una grande fortezza, intende provocare danni pesanti nella parte occidentale. È la tattica del boa, che avvolge e soffoca progressivamente. Prima la terra, quindi chi è all'interno.

     

    odessa servizio tg1 odessa servizio tg1

    L'avanzata è in stallo a nord e l'assedio a Kiev appare lontano, ma nel sud i russi spingono su tre assi nell'intento di circondare i regolari ucraini. I «difensori» dovranno scegliere se restare nella sacca oppure abbandonare le zone meridionali. E se c'è un ritiro si crea di fatto una «partizione».

     

    I due centri di gravità Nel conflitto - sottolinea l'istituto britannico Rusi - ci sono due «centri di gravità»: la capitale e la «demilitarizzazione» dell'Ucraina. Il secondo target potrebbe essere conseguito da Mosca insieme ad una conquista della fascia costiera. È probabile che i russi coinvolgano in futuro mercenari siriani e quelli della Wagner per fare il lavoro sporco, aiutando l'esercito nel processo di «normalizzazione». Quanto agli ucraini, la loro difesa ha maggiori possibilità se combina azioni convenzionali e guerrigliere: se perde le prime può continuare, ma con minore efficacia.

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