Scriveva Gianni Riotta su Facebook il 20 ottobre 2016, non un anno prima ma due settimane prima delle elezioni americane:
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Le sottolineature nell'immagine sono di https://twitter.com/grecofficial
andrea stroppa gianni riotta
La campagna elettorale del candidato repubblicano Donald Trump è ufficialmente finita stanotte, al terzo dibattito con la rivale democratica Hillary Clinton. Trump, finalmente addestrato bene dal suo staff, era partito alla grande, senza sniffare, senza interrompere, con qualche battuta efficace contro la solita Hillary, preparata ma legnosa. D'improvviso, come il Dottor Jekyll e Mister Hyde, The Donald è tornato in scena e ha distrutto le residue, esili, chances di vittoria repubblicana.
Prima ha insultato Hillary sibilando "what a nasty woman" "che cattiva donna sei", poi ha detto di non essere certo di volere accettare i risultati del voto presidenziale di novembre, temendo brogli. Ora, 240 anni di politica in America, si basano sul trapasso sereno del potere, senza violenza.
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Minacciare di rompere questo contratto sociale storico, la vera pietra miliare del paese, mette Trump fuori dal partito, dalla realtà, dalla logica. Lo stato maggiore repubblicano, tardivamente e con un forte strato di ipocrisia, prende infine le distanze dal candidato che sa già battuto. I media lo investono con gusto. Non abboccate come i vecchi analisti Usa, Trump non è né Mussolini, né Che Guevara o Robin Hood, non guiderà la marcia su Washington il giorno della sconfitta. Lo dice solo per far chiasso, incurante di ledere gli interessi del paese.
Hillary Clinton vincerà, ma il suo mandato sarà debole e il paese è diviso. Votassero solo i maschi perderebbe, se i repubblicani invece di un tragico clown avessero candidato un politico serio sarebbe nei guai. Il suo governo deve fare subito pace con i maschi bianchi che la detestano, e il partito deve tornare ad attrarli. Ma il Gop repubblicano deve capire che senza elettrici, senza minoranze, asiatici e ispanici perderà ogni elezione presidenziale, salvandosi solo alla camera e al Congresso.
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I sondaggi confermano la vittoria di Clinton al sondaggio ma conta poco: o Hillary unisce il paese dalla Casa Bianca e i repubblicani ricostruiscono un partito serio dopo Trump o l'America si lacererà in una guerra culturale di identità, mentre Putin e Cina occupano il mondo lasciato solo da Obama. Trump è stata unja grande distrazione, colorata, petulante e vana: serve rimediare ai problemi che indica, e non sono un golpe a Washington.
terzo di battito tra hillary clinton e donald trump 3
al smith dinner donald trump hillary clinton 4