Estratto da https://www.corriere.it/

UN GRUPPO DI TURISTI GIAPPONESI E IL CASO DEL GRANCHIO NEL RISTORANTE DI SINGAPORE

Quando si dice prendere un granchio. Un granchio costoso, da 938 dollari singaporiani (circa 645 euro), quello che Junko Shinba e i suoi tre amici giapponesi, in vacanza nel sud-est asiatico, hanno ordinato in un ristorante di Singapore, il «Seafood Paradise».

Un granchio che hanno scelto, visto (vivo) prima che fosse cucinato, mangiato. E poi rifiutato di pagare, arrivando al punto di chiamare la polizia, convinti di essere stati truffati dal ristorante poiché sostenevano di non sapere che l’intero animale sarebbe stato cucinato solo per loro.

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«Siamo profondamente turbati dalle affermazioni inesatte rilasciate da questo gruppo di clienti — ha dichiarato il locale sul proprio profilo social — apparentemente mirate a offuscare la reputazione del nostro ristorante e del nostro personale. Il quale ha comunicato per ben due volte ai clienti che il prezzo dell'Alaskan King Crab era lo stesso dello Scotland Snow Crab, indicando al contempo il menu. Il personale ha inoltre informato i clienti che il peso totale del granchio reale dell'Alaska era di 3,5 kg».

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In segno di buona volontà, il gestore del Jumbo Shiba ha anche offerto uno sconto di oltre 100 dollari ai clienti, sperando di placare gli animi ed evitare problemi. Uno sconto equivalente a 400 grammi di prodotto. Ma non c’è stato nulla da fare. Fortunatamente, però, la platea dei social si è espressa in favore del ristorante, con migliaia di commenti social e reazioni di supporto.

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