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    QUANDO UCCISERO MARADONA - CROSETTI SCODELLA IN UN LIBRO I MISTERI DELLA MORTE DI DIEGO - C'È UN PATRIMONIO DI ALMENO 100 MILIONI DI DOLLARI DA SPARTIRE E CI SONO GIÀ 7 INDAGATI PER OMICIDIO COLPOSO - PERCHÉ A MARADONA FU PRESCRITTO UN COCKTAIL DI FARMACI MA NULLA PER TENERE A BADA IL SUO CUORE IPERTROFICO AFFATICATO DA UNA VITA DI ECCESSI? E QUELLA CATAPECCHIA IN CUI L'EX CAMPIONE NON POTEVA NEMMENO RECARSI IN BAGNO GRIDA VENDETTA- E SUL MEDICO...


     
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    Francesco Caruana per “la Repubblica”

    crosetti cover crosetti cover

     

    Il lungo addio a Diego Armando Maradona, scomparso il 25 novembre, da dolore sportivo è diventato un giallo intricato. Tanti elementi non tornano. Troppa gente orbita intorno a ciò che resta del Diez . C' è un patrimonio difficile da quantificare - almeno 100 milioni di dollari - e da spartire. E ci sono già sette indagati per omicidio colposo.

     

    Maurizio Crosetti cerca di dare un ordine al caos in Quando uccisero Maradona (Piemme, 176 pp.), in libreria da oggi per Piemme. La grande firma di Repubblica , che ha seguito a Buenos Aires i giorni drammatici dopo la scomparsa di Diego, sostiene la tesi che la morte sia «naturale fino a un certo punto».

     

    DIEGO MARADONA DIEGO MARADONA

    Perché il medico che lo seguiva, quel Leopoldo Luque che in tv abbiamo visto affranto ma che in un messaggio vocale diceva «il grassone sta morendo», forse avrebbe potuto seguire meglio quel «paziente impossibile» dimesso troppo in fretta dopo un' operazione alla testa. Perché chi nell' entourage del Diez doveva trovargli un luogo in cui riprendersi, anziché affidarsi a una struttura riabilitativa aveva affittato una casa nel quartiere Tigre in cui l' ex campione non poteva nemmeno recarsi in bagno.

     

    DIEGO MARADONA DIEGO MARADONA

    Perché a Maradona fu prescritto un cocktail di farmaci ma nulla per tenere a bada il suo cuore notoriamente ipertrofico e affaticato da una vita di eccessi. Nel libro di Crosetti ci sono le voci di chi il Pelusa lo conosceva bene: César Luis Menotti («il mio miglior allenatore», Diego dixit), i compagni della nazionale campione del mondo 1986.

     

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    Ma anche il pueblo , il popolo: il giornalaio Mario, che nel suo chiosco ha un piccolo reliquiario del Diez , e il tassista Gabriel, che spiega: «Io di Maradona mi ricordo tutto, anche quello che non ricordo». Nel luoghi simbolo del Pibe de oro troviamo lo stadio dell' Argentinos Juniors, suo primo club, e quello del Boca; la Casa Rosada, dimora presidenziale che ha ospitato la camera ardente, e il cimitero di Bella Vista, dove Diego riposa accanto agli amati genitori.

     

    E c' è anche il complesso di Tigre in cui Maradona ha concluso ingloriosamente i propri giorni. Un luogo che ricorda, in un sinistro parallelismo, il residence di Rimini dove nel 2004 si spense da solo un altro grandissimo come Marco Pantani. «Probabilmente - scrive Crosetti - nessuna delle due morti era inevitabile».

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