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Estratto dell’articolo di Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
[…] Wolfgang Schäuble, l’uomo che forse più di ogni altro, dopo Helmut Kohl e Angela Merkel, ha segnato nel bene e nel male gli ultimi 40 anni della storia tedesca ed europea. […] ha svolto i ruoli più delicati e ricoperto le cariche più importanti della Germania, ma si è visto negati i due traguardi più alti, la cancelleria e la presidenza della Repubblica […]
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Era lui, infatti, il delfino designato di Kohl, dopo essere stato il vero artefice della riunificazione. Fu Schäuble, da ministro dell’Interno della Germania Ovest, a negoziare (o sarebbe meglio dire imporre) le condizioni per la fusione con la Ddr, lavorando 18 ore al giorno per mettere a punto ogni dettaglio, dalle privatizzazioni alle restituzioni, mentre il suo mentore volava sulle ali della Storia. Pagò un prezzo altissimo: il 3 ottobre 1990 uno squilibrato gli sparò tre colpi di pistola, lasciandolo paralizzato dalle gambe in giù e condannandolo per sempre sulla sedia a rotelle. Un mese dopo era già al lavoro al ministero.
attentato a schaeuble nel 1990
Ma nel 1998 Kohl, che pure aveva pianto al suo capezzale, gli negò la successione, candidandosi per la quinta volta e regalando la cancelleria a Gerhard Schröder. Eppure, non volle essere Bruto: quando un anno dopo lo scandalo dei fondi neri mise in croce il cancelliere della riunificazione, Schäuble all’inizio scelse di mentire sulle donazioni illecite alla Cdu, che aveva accettato su richiesta di Kohl, il quale cercò di addossargli ogni responsabilità. Dovette dimettersi da presidente del partito, lasciando la guida ad Angela Merkel. Da allora non rivolse mai più la parola al suo mentore.
helmut kohl angela merkel
Quando nel 2005 tornò al governo, prima alla guida del ministero dell’Interno poi dal 2009 di quello delle Finanze, Wolfgang Schäuble si scelse il ruolo che lo avrebbe consegnato alla Storia di quegli anni: il volto arcigno della Germania […] l’interprete più inflessibile dell’austerità e del rispetto delle regole dell’Eurozona, teorico di un gruppo di economie convergenti nel quale non c’era spazio per le disinvolte abitudini dei Paesi dell’Europa del Sud.
Draghi e Schaeuble
[…] in Schäuble ha sempre battuto un cuore europeista. […] la differenza tra lui e la cancelliera Merkel sull’Europa: «Lei non la vive in modo emotivo, per Merkel l’Europa è solo un progetto razionale. Eppoi ha con la politica un approccio da teoria dei giochi: le piace il negoziato per il negoziato. Per questo vince spesso, ma i suoi passi sono sempre piccoli».
L’Europa di Schäuble però è sempre stata quella carolingia, fortemente connessa e integrata in un nucleo duro. Portava la sua firma il piano che nel 2015 avrebbe dovuto mettere la Grecia fuori dalla zona euro: «Solo temporaneamente, perché potesse far ordine e tornare a crescere», mi disse in una delle ultime interviste qualche anno fa. Dovette però fermarsi di fronte alla resistenza di Mario Draghi, questi convinto che non fosse compito della Bce dare un ultimatum ad Atene.
angela merkel helmut kohl
Celebre lo scambio polemico fra i due nella notte dell’11 luglio 2015, quando Schäuble gli chiese fino quando intendesse continuare a finanziare le banche greche, tenendole a galla: «Anche a me piacerebbe sapere di più delle tue politiche, ma non te lo chiedo e mi aspetto la stessa riservatezza», ribatté Draghi.
E poi diede l’affondo: «Se vuoi cacciare la Grecia dall’euro, fallo in prima persona, ma non cercare di usare la Banca centrale europea». Alla fine, Schäuble obbedì al no di Angela Merkel. La cancelliera però non ha mai ricompensato la sua lealtà: come nel 2010, quando Schäuble avrebbe voluto diventare presidente della Repubblica, ma Merkel gli sbarrò la strada preferendogli Christian Wulff, uno dei suoi avversari interni.
SCHAEUBLE DRAGHI FOTO LAPRESSE
Schäuble rimarrà legato a due decisioni che sono alla base del ritardo della Germania negli investimenti pubblici e oggi stanno creando enormi difficoltà al sistema-Paese e al governo di Scholz. La prima fu la Schuldenbremse , il freno al bilancio inserito nella Costituzione nel 2009, che pone un limite dello 0,35 al deficit di bilancio annuale, tranne circostanze eccezionali come guerre e pandemia. L’altro è lo schwarze Null, il pareggio di bilancio […]
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