Pierluigi Panza per il Corriere della Sera
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«Questa produzione è stata ispirata da eventi storici reali» si legge alla fine delle puntate della serie tv «Leonardo» in onda su Raiuno. Vediamo quanto di reale c’è e quanto di ispirazione nelle prime due puntate.
Sostanzialmente è una storia inventata innestata sulla vita di Leonardo. Leonardo fu arrestato per omicidio a Milano?
No. Nel film, una delle prove della sua colpevolezza sarebbe il non esserci quadri con ritratta la modella amante trovata morta: «Non lo trovate strano?» chiede l’accusatore. Veramente no: i quadri erano su commissione, molto raramente si faceva il ritratto di una modella.
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Fu imprigionato?
Non risultano documenti secondo i quali fu in prigione al Castello Sforzesco, dove organizzava feste. Strano che la confessione di Leonardo sarebbe richiesta insistentemente «dal Governatore francese», Charles D’Amboise, che lo ha sempre protetto.
Caterina da Cremona era una modella esistita?
È un personaggio inventato. Secondo lo storico Giuseppe Bossi, segretario di Brera, Leonardo conobbe «una cortigiana chiamata Cremona», ma a Roma dopo il 1513. Nel film si vede Caterina sepolta in un prato. Ma i cimiteri a Milano (descritti da Bernardino Corio) erano solo presso le chiese e sul retro del Duomo. Nel cremonese, a San Giovanni in Croce, finì invece Cecilia Gallerani (la «Dama con l’ermellino») dopo che il Moro la fece sposare al Bergamino.
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Leonardo era omosessuale e fu processato per sodomia?
I documenti del processo per sodomia sono negli «Ufficiali di notte e conservatori dell’onestà dei monasteri»: il 9 aprile 1476 ci fu la prima udienza ma non, come dice il film, per denuncia del pittore Tommaso («Sono stato io a tradirti e andare dal podestà»). Fu una denuncia anonima (presentata al «tamburo»). La vittima si chiamava effettivamente Iacopo Saltarelli, garzone di 15 anni. Accusati Leonardo e altri tra i quali Lionardo Tornabuoni, grazie alla cui influenza il processo si estinse.
Fu portato dalla madre da una maga?
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È una invenzione. In un documento al Catasto di Firenze del 28 febbraio 1458 il nonno Antonio scrive: «Lionardo figliuolo di detto ser Piero non legittimo nato di lui e della Chaterina che al presente è donna d’Achattabriga di Piero del Vaccha da Vinci»: la madre, Caterina fu presto allontanata e fatta maritare, dopo la nascita di Leonardo, a questo contadino di Vinci. Nel film Piero di Vinci porta Leonardo dal nonno a circa cinque, sei anni: sbagliato, dai documenti notarili dell’Archivio di Stato di Firenze si intuisce che sta presso il nonno, il quale muore nel 1458!
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Lavora nella bottega del Verrocchio?
La presenza dal Verrocchio è certa, attestata anche nelle «Vite» del Vasari: «...gli portò ad Andrea del Verrocchio che era molto amico suo... onde egli ordinò con Lionardo che dovesse andare a bottega di Andrea».
La maquette del Duomo che si vede in bottega è precedente al modello di Brunelleschi; la cattedrale di Firenze non era rivestita come si vede nel film: è così dall’intervento del 1887 di Emilio de Fabris. Verrocchio non colloca la sfera dorata e la croce insieme sulla lanterna. Corretto l’angelo dipinto da Leonardo sul «Battesimo di Gesù».
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Ginevra de’ Benci amava Bernardo Bembo?
Ginevra viene ritratta per il matrimonio del 15 gennaio 1474, a 17 anni, con Luigi di Bernardo di Lapo Nicolini. Effettivamente c’era una «relazione» tra lei e Bernardo Bembo ambasciatore di Venezia: il motto del Bembo è sul retro della tavola. Leonardo viene pagato con un libro: dovrebbe essere il «Liber de medicina veterinaria» di Girolamo Ruffo (alla Laurenziana).
Pierluigi Panza
Era un alchimista?
È una affermazione genericamente lecita: Leonardo faceva studi sui metalli.
Leonardo ha lasciato scritti sull’amore e sui baci?
Alcuni discorsi di Leonardo nel film riprendono, semplificandoli, passaggi dai suoi codici. Ma alcune affermazioni sono ridicole per l’epoca: Caterina: «Adesso dovresti baciarmi» / Leonardo: «Davvero? Che genere di bacio avresti in mente»… / Caterina: «Ho frainteso quello che c’era tra me e lui». Ginevra Benci non può donare un libro a una serva (con quel che costavano!) dicendole: «Sono certa che scoprirai che Ovidio arricchisce più dell’oro».
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