Silvia Turin per corriere.it
proteste usa
Negli Stati Uniti, ad Honk Kong, in Italia e in varie parti del mondo ci sono raduni e manifestazioni di massa per svariati e legittimi motivi. Nonostante in tutto il mondo sia consigliata (quando non imposta) una certa distanza (variabile) tra persone e l’uso delle mascherine per non diffondere l’epidemia, questi assembramenti non sempre riescono a essere sicuri dal punto di vista sanitario e, al di là del merito e del motivo delle proteste, molti si stanno chiedendo se saranno fonti di nuove impennate nelle curve locali dell’epidemia.
I raduni di massa sicuramente favoriscono la circolazione del virus, per questo sono stati vietati durante tutti i lockdown, anche quelli più morbidi. Anzi, dal punto di vista epidemiologico più gente c’è e peggio è. Negli Usa, dove le proteste sono molto partecipate e continuano da giorni e dove l’epidemia è tutt’altro che finita, alcuni studiosi hanno provato a fare un calcolo.
54mila contagi in più
proteste a washington per george floyd
Trevor Bedford, virologo presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, su Twitter ricorda che a Gangelt, in Germania, tra coloro che avevano partecipano alle celebrazioni del carnevale, si è trovato un aumento di 2,5 volte il tasso di infezione. Indossare mascherine e protestare all’aperto certo aiuta, ma gridare e stare ammassati sono comportamenti che aumentano, invece, il potenziale di trasmissione. L’ipotesi personale (e documentata) dell’esperto parte dal dato di circa 20mila casi confermati al giorno negli Usa, con circa 1 milione 500mila infetti.
Ciò implica – scrive il virologo - una prevalenza nella popolazione dello 0,5%. Stimare il numero di manifestanti è difficile, lo studioso (facendo una serie di analisi) ipotizza siano 600mila al giorno in tutti gli Usa. «Con una prevalenza della popolazione dello 0,5%, ciò implicherebbe 3.000 individui infetti che partecipano quotidianamente alle proteste», scrive. Pone la trasmissibilità a Ro=1.
Calcola quindi 3.000 infezioni al giorno a seguito delle proteste, contagi che colpiscono principalmente soggetti sani e giovani. Il numero Rt negli Usa – continua - è approssimativamente 1, quindi queste 3.000 infezioni causerebbero altre 3.000 infezioni nella comunità più ampia.
proteste a washington lincoln memorial
Se i manifestanti anche sviluppassero solo sintomi lievi, sono le 3.000 infezioni nella comunità che, in base alla letalità plausibile del virus che sta tra lo 0,5% e l’1% comporterebbero 15-30 decessi. Se avessimo invece un numero di riproduzione più alto, allora 6.000 infezioni sarebbero scatenate dalle proteste ogni giorno.
«Se poi – aggiunge lo studioso - consideriamo che alcune catene di trasmissione arrivano al terzo passaggio e più, le 3.000 infezioni scatenate dalle proteste ogni giorno, alla fine porteranno a circa 54mila infezioni in più e 270-540 eventuali decessi.E con 6.000 infezioni al giorno ci aspetteremmo 108mila contagi secondari e 540-1.080 morti in più.La mia ipotesi migliore è che ogni giorno di proteste che coinvolgono 600mila persone comporteranno tra i 200 e i 1.100 decessi in più», conclude.
Il precedente storico
Nicholas A. Christakis, medico, professore di Scienze sociali e naturali all’università americana di Yale, ricorda in un tweet un famoso esempio del genere durante la pandemia di influenza del 1918: la Philadelphia Liberty Loans Parade a favore della Prima Guerra Mondiale che ebbe luogo il 28 settembre 1918 con più di 200mila persone. Ciò ha portato a uno dei maggiori focolai di influenza negli Stati Uniti.
proteste a washington
È stata definita “la parata più mortale della storia americana”, scrive Christakis e aggiunge: «Entro il 3 ottobre 1918, lo scoppio dell’influenza spagnola a Filadelfia era diventato così grave che la città dovette essenzialmente essere totalmente chiusa e alla fine ebbe molti più morti rispetto ad altre città».
Il rischio di trasmissione infatti aumenta rapidamente con l’aumento di dimensione di un gruppo: i raduni più grandi – scrive Christakis - offrono sempre più opportunità a un virus di diffondersi tra coppie di persone: un funerale di 10 persone offre al virus circa 50 possibilità di diffondersi tra coppie di persone, ma un gruppo di 100 persone offre al virus circa 5.000 possibilità.
Ovviamente nel caso delle manifestazioni odierne ci sono le variabili dell’aria aperta, dell’estate, della distanza fisica (quando c’è) e delle eventuali mascherine. Ma con un numero così elevato di possibili connessioni, man mano che i gruppi diventano più grandi, anche un rischio molto piccolo di trasmissione (ad esempio, 5 minuti vicino a qualcuno che indossa una maschera, all’esterno) potrebbe portare a un numero elevato di casi, dato il possibile moltiplicatore.
Quindi, approssimativamente parlando, per ogni 1.000 persone che partecipano a una riunione di massa durante questi periodi di epidemia contagiosa, al giorno, potremmo avere un decesso in più (entro un paio di mesi).
proteste per la morte di george floyd