Agnese Codignola per la Repubblica - Salute

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Battuta d' arresto per gli acidi grassi omega 3, ancora protagonisti della prevenzione cardiovascolare, e consigliati spesso per prevenire attacchi cardiaci e ictus. Il primo colpo è giunto dalla Cochrane Collaboration, il circuito internazionale di esperti che valuta gli studi clinici, che ha pubblicato una delle più grandi analisi mai condotte su quanto uscito finora.

In particolare, sono stati verificati 79 studi che hanno coinvolto oltre 112.000 persone di tutti i continenti, di entrambi i sessi, sane o malate, ma accomunate dalla partecipazione a protocolli in cui si chiedeva loro di assumere omega 3 in varia forma oppure un placebo.

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Il risultato è stato chiaro: non è emerso alcun effetto statisticamente significativo sulla mortalità, sugli ictus, sugli infarti e in generale sulle malattie cardiovascolari. Potrebbe esserci una lieve azione sui vasi o sulla composizione dei grassi nel sangue, ma si tratta comunque di effetti che non sembrano avere conseguenze importanti.

A ribadire il concetto giunge oggi lo studio Ascend, presentato al recente congresso europeo di Cardiologia di Monaco dagli esperti dell' università di Oxford, che hanno seguito ben 15.500 diabetici cui era stato chiesto di assumere un grammo di omega tre al giorno, oppure un placebo.

Anche in questo caso non è emersa alcuna differenza significativa negli indici di mortalità e malattie cardiovascolari tra il gruppo che assumeva omega 3 e il gruppo placebo, dato questo che sembra escludere anche le categorie più a rischio da una prevenzione di questo tipo. Non a caso la conclusione degli autori, riportata anche sul New England Journal of Medicine, che ha pubblicato per esteso i dati ottenuti, è lapidaria: non c' è alcuna giustificazione per raccomandare i supplementi a base di olio di pesce come prevenzione degli eventi cardiovascolari.

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