Marco Pivato per “la Stampa”
google e la supremazia quantistica
Google mostra i muscoli: «Abbiamo il computer in grado di raggiungere la "supremazia" quantistica». Tradotto: vi mostreremo una macchina in grado di fare in tre minuti un calcolo che il computer più avanzato esistente farebbe in 10 mila anni.
Di solito questo genere di annunci segue alla tradizionale pubblicazione su riviste accreditate, come «Science» o «Nature». Ma il colosso di Mountain View sembra averle bypassate: sul sito della Nasa, nei giorni scorsi, è apparso un documento sulla presunta impresa, firmato dagli stessi ricercatori. La notizia non sfugge al «Financial Times» che fa lo scoop: «Google afferma di avere raggiunto la supremazia quantistica», ma l' allegato, intanto, è stato rimosso dal sito.
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Difficile credere a un errore ed è giallo: «Sembra più una esibizione muscolare aziendale che una dimostrazione scientifica», spiega Manlio De Domenico, ordinario di Fisica teorica e di Fisica applicata alla Fondazione Bruno Kessler (Fbk) di Trento, nonché collaboratore proprio della Nasa.
NASA, GOOGLE E LA SUPREMAZIA QUANTISTICA
Consideriamo, infatti, che il «competitor» di Google è Ibm, con «Summit», il più veloce supercomputer al mondo, capace di una potenza di calcolo di 200 PetaFlop.
Non si tratta allora di una sfida tra «nerd», ma di guerra commerciale: «Google - spiega Raffaele Mauro, managing director di Endeavor Italia, operante nel mondo per lanciare start-up innovative - non intende bruciare l' occasione di arrivare primo sulla "Luna": è più facile conquistare un mercato se dimostri di essere stato il primo ad averlo sfiorato». Intanto la pubblicazione, ritirata dal sito Nasa, sarebbe nelle mani di qualche rivista. Ma anche la Cina - aggiunge - ha creato un programma da 10 miliardi di dollari sulle tecnologie quantistiche.
con il quantum computing addio al sistema binario
Perché tutti di corsa? Un computer quantistico delle caratteristiche descritte da Google nel documento (che «La Stampa» ha intercettato in un forum online di informatici), e cioè della potenza di 53 qubit, è un mostro del calcolo: pensate al paragone dei tre minuti contro i 10 mila anni (il confronto è con «Summit»), cosa che farebbe saltare la crittografia e i sistemi di sicurezza online e bancari (facile decifrare anche la password più complessa concepita con un computer classico).
E poi entrano in gioco le simulazioni per progettare nuovi materiali o nuovi farmaci. E ancora: l' ottimizzazione di algoritmi per la logistica, per previsioni finanziarie e per lo studio del cambiamento climatico. Progressi in ogni campo dove ci sia da fare un' inferenza, vale a dire «immaginare» come si comporterà ciò che si studia.
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Persino il «machine learning», che ci profila sui social, diverrebbe obsoleto, per non parlare degli avanzamenti nelle neuroscienze, con i software che «simulano» il cervello. Vi ricordate di «Human Brain Project»? Diretto da un team svizzera della Scuola politecnica federale di Losanna, assieme a più di 90 università, mira a realizzare, entro il 2023, attraverso un computer, una simulazione del funzionamento completo del cervello umano: attualmente un fallimento. Il computer quantistico da 53 qubit, invece, potrebbe cambiare tutto e imprimere una svolta decisiva?
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Intanto cerchiamo di capire come lavora. «Nell' informatica classica - dice Bruno Lepri, capo unità del Mobile and Social Computing della Fbk - ragioniamo in codice binario, un linguaggio che si basa su due "parole": 0 e 1. Mentre il computer classico utilizza queste parole, o gruppi di queste, una alla volta, il computer quantistico può utilizzarle contemporaneamente: una rivoluzione per un linguaggio, che diverrebbe iperveloce».
Secondo Lepri, il giallo ha però un' altra versione, rispetto a quella che vorrebbe il documento già alla verifica di una rivista: «È possibile che Google sia avanti, ma non abbia un risultato definitivo, e qindi cerca di giocare in anticipo, ipotecando il mercato».
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Aggiunge De Domenico che la supremazia quantistica avrebbe risultati sorprendenti, ma è scettico sulla simulazione del cervello umano: «I problemi calcolabili sono quelli che per cui è possibile inventare un algoritmo, strumento che dà istruzioni per gestire comandi: parliamo di lavatrici, lettori cd, un computer stesso. Il cervello, invece, è un "sistema complesso"». Vale a dire indeterminato e imprevedibile. Come i sistemi sociali o gli ecosistemi e anche la crosta terrestre e poi, naturalmente, la biologia.
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Ad ogni modo gli interessi verso la supremazia quantistica sono tanti e la corsa senza regole. Chi vincerà? Probabilmente chi investirà di più: «Esperimenti sotto la decina di qubit - sottolinea De Domenico - possono costare intorno al milione di dollari, ma le potenze non sono altro che preistoria: Google parla di 53 qubit». E l' aumento dell' investimento non è lineare: «Passando da esperimenti con 10 qubit a 20, l' aumento del costo è esponenziale: quindi chissà se l' azienda ha davvero fatto quello che ha dichiarato».
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Vero o no, a questo punto, al nostro giallo manca un ultimo elemento: perché Google è «in affari» con la Nasa? Forse per i fondi di cui sopra? Dice De Domenico: «Esiste un progetto Nasa che utilizza l' Intelligenza Artificiale per cercare esopianeti e classificare le galassie: l' IA è in grado di "vedere" corrispondenze nei dati là dove l' occhio dell' uomo e i computer classici non possono. Chissà che un computer quantistico della potenza prospettata non possa andare a caccia di esopianeti come non è mai stato fatto prima». E identificare, chissà, le caratteristiche idonee alla vita extraterrestre.
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