• Dagospia

    "SBAGLIATO TORNARE IN CLASSE ADESSO" - QUASI IL 60% DEGLI ITALIANI CONTRARIO ALLA RIAPERTURA DELLE SCUOLE - A FAR PAURA SONO SOPRATTUTTO LE VARIANTI CHE, NELLE ULTIME SETTIMANE, SI SONO DIFFUSE RAPIDAMENTE ANCHE TRA I BAMBINI - SOLO IL 22% DEGLI INTERVISTATI DEFINISCE LA DAD UN PROVVEDIMENTO INGIUSTO, PER IL 37% È INVECE UN MALE NECESSARIO - IL 26% AMMETTE LA SOFFERENZA DEI GIOVANI MA LA ASSIMILA A QUELLA DI TUTTI I CITTADINI…


     
    Guarda la fotogallery

    Lorena Loiacono per "il Messaggero"

     

    le varianti circolano a scuola le varianti circolano a scuola

    Sei italiani su 10 avrebbero preferito che, dopo Pasqua, la scuola fosse rimasta a distanza. Le lezioni online infatti, per la maggior parte degli italiani, rappresentano uno strumento di contrasto al Covid. Nonostante le difficoltà vissute dagli studenti che, comunque, fanno meno paura del rischio di contagio. È questo il punto di vista degli italiani, riportato dal sondaggio di Radar Swg #covidisruption.

     

    L'indagine è stata svolta dal 29 marzo al 4 aprile quindi i pareri sono stati raccolti nella settimana subito precedente alla pausa per le festività di Pasqua: vale a dire nel momento più critico con il picco della didattica a distanza, quasi totale in tutta Italia, e la maggior parte degli istituti in zona rossa, chiusi al 100%.

     

    a scuola con la mascherina a scuola con la mascherina

    Eppure, nonostante le difficoltà in corso, l'opinione pubblica auspicava la ripresa delle lezioni a distanza. A pensarla così è il 58% degli intervistati. Con delle differenze nelle varie risposte: il 21% avrebbe prorogato la didattica digitale per tutte le scuole, proprio come avveniva in zona rossa nel mese di marzo. Compresi quindi anche gli asili e le scuole elementari. Per i bambini la dad è decisamente più complessa, coinvolge infatti inevitabilmente un adulto che possa aiutarli e che resti sempre al loro fianco.

     

    TIMORE PER I PIÙ PICCOLI

    patrizio bianchi 2 patrizio bianchi 2

    Ma nonostante questo una persona su 5 avrebbe spostato online anche la scuola dei piccoli. A far paura, in questa fase, sono soprattutto le varianti che, nelle ultime settimane, si sono diffuse rapidamente anche tra i bambini. Le classi materna e di scuola primaria già nel periodo autunnale non sono state esenti dalle quarantene, con inevitabili ripercussioni sull' organizzazione delle scuole nel caso di uno o più docenti assenti. Il 20% avrebbe escluso dalla lezioni online i bambini dalla prima media in giù, probabilmente per evitare i disagi online per gli alunni più giovani. E infine il 17%, pur sostenendo la dad, avrebbe escluso dall' online tutti gli alunni di asili, primarie e scuole medie.

     

    scuola 5 scuola 5

    La costante comunque, per 6 italiani su 10, resta la chiusura della scuola superiore in presenza, con le lezioni che si spostano a distanza e che possono andare avanti anche grazie all' autonomia degli studenti adolescenti.

     

    Solo il 31% degli intervistati avrebbe voluto aprire tutte le scuole in presenza, addirittura senza distinzioni per i colori di emergenza Covid assegnati alle diverse regioni. In questo momento infatti le scuole superiori, insieme alle classi di seconda e terza media, restano chiuse nelle zone rosse, dove il rischio è massimo, mentre restano aperte al 50% di presenza, che può arrivare fino ad un massimo del 75%, nelle zone arancioni.

    scuola 4 scuola 4

     

    IL RISCHIO DEGLI SPOSTAMENTI

    L'idea di limitare la presenza nei licei e negli istituti superiori nasce dall' esigenza di ridurre i flussi di movimento nelle città: i ragazzi delle superiori rappresentano infatti, insieme agli universitari, la fetta maggiore di giovani presenti a bordo di bus, tram e metropolitane. Averli tutti presenti in aula significherebbe mandare in tilt il trasporto pubblico: da settembre scorso infatti la quota di studenti in classe, alle superiori, è ridotta al 50% e oltre. Così resterà probabilmente fino a fine anno.

     

    Le difficoltà ci sono ma, ciò nonostante, resta una scelta inevitabile per evitare rischi peggiori: solo il 22% degli intervistati definisce la dad un provvedimento ingiusto, per il 37% è invece un male necessario.

     

    scuola 2 scuola 2

    Il 26% ammette la sofferenza dei giovani ma la assimila a quella di tutti i cittadini e il 7% dichiara invece che i ragazzi non ne stanno soffrendo particolarmente. In generale, le misure restrittive messe in campo dal Governo risultano adeguate nel 32% degli intervistati e addirittura insufficienti per il 49%. Prevale quindi la tendenza alla prudenza: soltanto un intervistato su 5 ritiene eccessive le limitazioni imposte, mentre 2 su 5 le giudicano ancora insufficienti.

     

    scuola 3 scuola 3

    Si tratta di una posizione in crescita rispetto a quanto rilevato alla fine del 2020: sembra quindi essere dettata dalla paura che la situazione possa precipitare di nuovo.

    Per il 27%, quindi per quasi uno su 3, le misure di contenimento andrebbero addirittura inasprite.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport