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    QUATTRO TAGLI IN PAELLA - RAJOY NON PROPONE UNA GRAGNUOLA DI TASSE ALLA MONTI-PASSERA: LA SUA RICETTA SONO TAGLI A SERVIZI, AUTONOMIE, IMPIEGHI PUBBLICI E PONTI FESTIVI - SUPER MARIANO SALVA LE PENSIONI E PRENDE I SINDACATI PER LE CORNA: UN MESE PER LE PROPROSTE SULLA FLESSIBILITÀ, POI CHI FA DA SE FA PER TRE, OLÈ - IN ITALIA TUTTO IL CONTRARIO: MONTI CALVARIO PER I PENSIONATI E LA FRIGNERO SOTTO SCACCO DELLA CAMUSSO…


     
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    Andrea Nicastro per il "Corriere della Sera"

    Mariano RajoyMariano Rajoy

    Sarà la Spagna decentrata e semifederale a doversi mettere a dieta, non i pensionati che si vedranno addirittura scongelare l'adeguamento all'inflazione. Si taglieranno i servizi e gli impieghi pubblici, si bloccherà il turn over e i prepensionamenti, ma non si aumenteranno le tasse né ai cittadini né alle imprese. Il problema dello spread è grossomodo lo stesso italiano così come l'entità della manovra, ma le misure scelte a Madrid per uscire dalla crisi sono opposte rispetto a quelle proposte dal governo di Mario Monti.

    IL TRIONFO DI MARIANO RAJOYIL TRIONFO DI MARIANO RAJOY

    Il leader del Partito popolare spagnolo, Mariano Rajoy, diventerà domani primo ministro del regno. Ieri ha chiesto la fiducia con un lungo discorso alle Cortes. Non c'è suspense sul risultato. Tra i parlamentari Rajoy ha la maggioranza assoluta. Non avrebbe bisogno di alcun alleato per governare, ma davanti al «compito storico» che lo attende ha democraticamente invocato la collaborazione di tutti, così come ha assicurato il rispettoso confronto con il partito socialista, il maggiore dell'opposizione. «Signori, non siamo ricchi - ha detto Rajoy -. Possiamo spendere solo quel che guadagniamo». Il contrasto con l'entusiasmo della Spagna della crescita post franchista non può essere più esplicito. A sancire la sepoltura dell'era della movida c'è anche l'annuncio della riduzione dei «ponti» festivi.

    MARIO MONTIMARIO MONTI

    Il piatto forte del discorso programmatico, però, è stato il taglio di bilancio: 16,5 miliardi. Il resto sono propositi di «buon senso» per riforme (ben 16) misteriose: giustizia, sanità, Fisco, energia, ma due su tutte. La riforma del sistema bancario con l'obbligo di disfarsi degli immobili invenduti. Forse in una Bad Company forse addirittura abbattendoli. Alle viste nuove fusioni tra i 20 istituti rimasti degli oltre 40 di due anni fa. E la riforma del lavoro. Le parti sociali hanno un mese per elaborare proposte per la flessibilità, poi l'esecutivo procederà.

    ZAPATEROZAPATERO

    Prima di accendere la sega elettrica, Rajoy punta a vincere le elezioni anche in Andalusia a marzo. Ce la facesse avrebbe il controllo su tutte le regioni (tranne Paesi Baschi e Catalogna) e sul Parlamento. Proprio per questo Rajoy avrebbe annunciato un prolungamento dell'attuale esercizio finanziario di circa tre mesi. Le prime misure arriveranno già il 31 dicembre, ma la Finanziaria dei sacrifici aspetterà. Rajoy sarà una «persona normale», come dice, ma è anche un politico.

    Se Madrid riuscisse davvero a risparmiare i 16,5 miliardi annunciati raggiungerebbe il 4,4% di deficit, meglio del 4,5 richiesto dall'Unione Europea. Altro che Gran Bretagna, la Spagna resta ultra europeista. Se però la recessione peggiorasse i conti, allora si renderebbe necessaria una manovra aggiuntiva di altri 10 miliardi per ogni punto di deficit. Il problema spagnolo resta la disoccupazione (quasi il 23%, 5,4 milioni di persone), la scarsa crescita (il +2,4% previsto per il 2012 pare ottimistico) e la bolla immobiliare che soffoca le banche e quindi il credito.

    indignadosindignados

    Il leader popolare dice di voler «evitare le duplicazioni nell'amministrazione», ma è lecito tradurre con «centralizzazione», un'inversione a U rispetto al predecessore José Rodriguez Zapatero che ha invece favorito la «Spagna plurale». Catalani e baschi hanno lance spuntate nella loro protesta. Chiedono di gestire per intero le imposte pagate dai propri cittadini, Rajoy invece propone loro un «patto di austerità» che ha tutta l'aria di andare in direzione opposta. In questa fase, con la maggioranza eletta che ha, Rajoy può permettersi di ignorare chiunque.

     

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