FANTONI NUNES
Enrico Franceschini per “la Repubblica”
L’accusa di barare alle carte è praticamente nata con i giochi di carte: non ce n’è uno che ne sia immune. Ma il tempo di estrarre un proverbiale asso dalla manica, come abbiamo visto fare in innumerevoli film western, è superato: oggi ci sono altre tecniche per truccare al gioco.
Talvolta sofisticate e ad alta tecnologia, necessitando raggi laser, computer o smartphone; altrimenti anche elementari, semplici, apparentemente insospettabili, e proprio per questo difficili da dimostrare. È il caso della polemica che sconvolge in questi giorni il mondo del bridge.
“Lo scandalo più grave” nella storia di questo passatempo, lo definiva ieri il Times di Londra, e sul banco degli imputati ci sono due italiani: Fulvio Fantoni e Claudio Nunes, una dozzina di volte campioni del mondo della specialità fra tutti e due, due giocatori professionisti che attualmente si guadagnano da vivere nelle file della squadra del principato di Monaco, messa insieme dall’imprenditore svizzero Pierre Zimmerman, lui stesso un abile giocatore.
I BARI CARAVAGGIO
Un giocatore rivale, il campione norvegese Boye Brogeland, li ha accusati di avere barato agli appena conclusi campionati europei di bridge in Croazia utilizzando un metodo di straordinaria banalità: se uno dei due membri della coppia piazzava una carta in verticale sul tavolo, significava che aveva una buona carta di quel seme in mano; se la poneva sul tavolo orizzontalmente, voleva dire che non ne aveva.
Il trucco – secondo l’accusa – avrebbe “derubato” l’Inghilterra della medaglia d’argento, facendola finire soltanto al terzo posto. La squadra di Monaco, per la quale giocano i nostri connazionali, è arrivata seconda, nonostante il presunto inganno, battuta da Israele, la cui formazione include una coppia accusata a sua volta di barare appena il mese scorso.
CLAUDIO NUNES FULVIO FANTONI
La European Bridge League ha aperto un’inchiesta,riferisce il quotidiano londinese, non del tutto disinteressato alla vicenda, tenuto conto che nella squadra inglese gioca il suo “bridge columnist”, Andrew Robson. Interpellato dal Times, il 51enne Fantoni si è limitato a commentare: «Non ho niente da dire al riguardo, risponderò nella sede appropriata ». Nunes, 47 anni, si era già difeso con successo in precedenza da un’accusa di avere barato.
Il gioco nato nei club per gentiluomini dell’Inghilterra nell’Ottocento (all’inizio si chiamava “whist”), reinventato nella sua versione attuale in Italia, reso popolare dalla letteratura (ne è appassionato Poirot nei romanzi di Agatha Christie) e dal cinema (ci gioca anche James Bond – per tacere dell’attore Omar Sharif, un campione nella realtà), non arricchisce i professionisti direttamente attraverso i premi distribuiti dai tornei, che sono piuttosto modesti, ma grazie agli sponsor: si dice che alcuni giocatori possano guadagnare centinaia di migliaia di euro l’anno.
STAMPA INGLESE CARTE
Ed è lo stimolo dei soldi, evidentemente, a far venire la tentazione – per così dire – di imbrogliare le carte. Voci di trucchi di ogni tipo circolavano nel bridge da anni. Un esempio recente incolpava due medici tedeschi, Michael Elinescu e Entscho Wladov, di avere usato un sistema di colpi di tosse in codice per vincere le finali dei campionati mondiali a Bali nel 2013: un tipo di tosse indicava che avevano buone carte in mano, un altro che non ne avevano.
«La vita non dipende dall’avere in mano buone carte», diceva Robert Louis Stevenson, «ma dal giocare bene una cattiva mano». La massima dell’autore dell’“Isola del tesoro” potrebbe essere un motto contro i bari – o forse il motto dei bari, perché non c’è modo migliore per vincere, se la fortuna non ti aiuta, che aiutarsi da soli. «Nunes è mio amico da anni », ha dichiarato il suo accusatore Brogeland. «Ho giocato contro di lui molte volte. Non credevo che Claudio e Fantoni barassero ».
CAMPIONI BRIDGE ACCUSATI DI ESSERE DEI BARI
Ma un dossier di registrazioni delle partite raccolto da una appassionata olandese e passato al giocatore norvegese gli ha fatto cambiare idea. «Spero di avere fatto la cosa giusta denunciandoli », afferma Brogeland, «mi sentirei peggio se non avessi fatto niente». La prova che i due campioni dispongono sul tavolo le carte a volte in verticale e a volte in orizzontale è sul sito bridgewinners. com. Ma se sia una coincidenza o uno “sporco trucco”, come scrive il Times, dovrà stabilirlo la federazione.