Francesco De Dominicis per Libero Quotidiano
NPL
Che le sofferenze delle banche italiane fossero come le galline dalle uova d' oro s' era capito da un po'. Così come si era già capito che le pressioni sugli istituti della Penisola, spinti a pulire i bilanci, hanno origine soprattutto da interessi speculative e meno da motivazioni tecnico-finanziarie. Insomma, non sempre la stabilità è alla base di certi attacchi ad alzo zero contro il sistema bancario italiano.
MUSTIER
L' appetito dei colossi mondiali interessati ai crediti marci made in Italy è altissimo: girano in tanti intorno al mercato italiano e nell' ultimo periodo sono aumentate le zampate sui cosiddetti non performing loan. Proprio ieri Unicredit, con una operazione monstre da quasi 18 miliardi di euro, ha confermato quanto i finanziamenti in perdita del Belpaese facciano gola ai grandi fondi e agli avvoltoi stranieri. Il gigante di Piazza Gae Aulenti ha venduto a Fortress un pacchetto di 17,7 miliardi di npl: chi ha comprato è lo stesso colosso americano che nel 2015 aveva rilevato la controllata di Unicredit specializzata proprio nel recupero crediti. Si chiude un cerchio.
BANCHE
Il mercato è vivace e soprattutto ricco. Tra gli operatori particolarmente attivi figurano Värde e Lone Star. Ma anche Algebris, il fondo che fa capo a David Serra (amico e sostenitore del segretario Pd, Matteo Renzi). I dati della Banca d' Italia dicono che il valore delle sofferenze nette si attesta a 76 miliardi e quello delle lorde a 202 miliardi. La cifra complessiva delle partite deteriorate degli istituti italiani è assai più alta e supera i 300 miliardi.
davide serra alla leopolda
In uno studio pubblicato recentemente, la società di consulenza Pwc ha stimato, per il 2017, un giro d' affari da 60 miliardi dentro i nostri confini. Nel calcolo sono finite le sofferenze di Popolare Vicenza e Veneto Banca (16,8 miliardi); quelle del Monte dei paschi di Siena (29,4 miliardi); i 10,3 miliardi di Etruria, Marche, Chieti e Ferrara; e poi i portafogli minori di Banco Bpm (2 miliardi) e Carige (3,7 miliardi).
Banca Ifis prevede entro fine anno operazioni da 104 miliardi, di cui 33 già chiuse in questi primi sette mesi. Intesa non disegna la soluzione «interna» , cercando di valorizzare al massimo l' attività di recupero crediti in casa. E in questo senso ci sono già state manovre da oltre 15 miliardi sui conti. Il gruppo guidato da Carlo Messina vuole evitare a tutti i costi le svendite: chi compra punta a ribassi superiori all' 80% per avere margini a doppia cifra sul versante del recupero.
carlo messina
Il guadagno sta tutto lì. Per dire: i crediti marci di Etruria sono stati regalati al 17-18 per cento del valore «di libro». E qualcuno, anche ai piani alti della vigilanza, deve ancora spiegare cosa è successo.