Da “La Stampa”
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«Ci ha sganciato, su di noi nemmeno una parola», si sfoga su Facebook Anna Tarquini, uno dei sessanta redattori dell’Unità ormai a spasso da 40 giorni. «Aveva detto, mi spiace farò di tutto… Che grettezza» aggiunge Ninni Andriolo, firma del politico. Laconico il tweet del vicedirettore Piero Spataro. «Bella giornata a Bologna, bel discorso ma caro @matteorenzi una parola sull’Unità potevi dirla». Duro il Comitato di redazione: «Silenzio inquietante, che delusione».
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A Roma, dove grazie al lavoro volontario è stato fatto ripartire il sito internet del giornale, ieri i poligrafici appena terminato il discorso del premier hanno smesso di lavorare e se ne sono andati. Tutti aspettavano un annuncio, e invece niente. L’Unità riapre? Non si sa. «Ci sono delle trattative in corso, speriamo a stretto giro di ripartire», ha spiegato Renzi una volta sceso dal palco mentre gli consegnavano le firme pro-Unità raccolte a Bologna.
«Non chiamiamole più feste dell’Unità - dice Umberto De Giovannangeli del Cdr -. E visto che ci trattano da desaparecidos per me da domani dovremmo disertare tutti i dibattiti dove ci hanno invitato. Al nostro posto mettano pure delle sedie vuote». [P. BAR.]
RENZI ALLA FESTA DEL PD A BOLOGNA festa dell'unità bologna federica mogherini matteo renzi pedro sanchez manuel valls Diederik Samson e Achim Post