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    QUEL TRENO MALEDETTO - INVESTITI SOLO UN TERZO DEI SOLDI UE PER INFRASTRUTTURE – LA STORIACCIA DEL DECRETO MANCANTE PER L’AMMODERNAMENTO DELLE RETI FERROVIARIE - PEGGIO DI NOI SOLO I RUMENI!


     
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    Antonio Castro per “Libero Quotidiano

     

    DELRIO TRENI PUGLIA D'AMBROSIO DELRIO TRENI PUGLIA D'AMBROSIO

    Paradossi dell' Italia spaccata in due anche quando i soldi ci sarebbero (per realizzare piccole e grandi opere), ma poi non vengono spesi, oppure vengono finanziate ma poi, nell' applicazione pratica, ci si perde in bolli e controbolli.

     

    E se noi italiani siamo abituati alle lungaggini da cantiere, a Bruxelles dopo 7 anni i quattrini messi a bilancio, stanziati ma non spesi li rivogliono indietro. E li spartiscono tra quelli (anche i polacchi ci battono), che riescono a utilizzarli del tutto e allora incassano anche un extra.

     

    scontro tra due treni in puglia scontro tra due treni in puglia

    La storia di quel maledetto binario singolo (40 chilometri di strada ferrata datata 1937), è di quelle che fanno infuriare. La società che gestisce il binario unico da Ruvo a Barletta (Ferrotramviaria Spa), non è obbligata a installare i nuovi, infallibili ma costosi sistemi di sicurezza. O meglio: chi gestisce le tratte minori può adeguarsi «gradatamente».

     

    A questa discrezionalità si sommano poi le attitudini regionali: se in Alto Adige ci si è messi in regola per tempo, in quasi tutte le altre regioni siamo quasi al Dopoguerra. Anche quella della politica di controllo sul trasporto ferroviario locale è una delle prerogative delle Regioni. Peccato che gli enti locali di quattrini ne abbiano pochini e quindi anche le direttive europee - che in teoria obbligherebbero Regioni e società di gestione a mettersi a norma - vengono declinate "all' italiana" (facciamo quello che si può, prima o poi...).

     

    scontro tra due treni in puglia 10 scontro tra due treni in puglia 10

    L' Italia ha in effetti recepito la Direttiva europea sulla modernizzazione (decreto legislativo 112/2015), peccato che per obbligare l' aggiornamento il ministero delle Infrastrutture avrebbe dovuto emanare (entro il 15 gennaio 2016), un decreto con l' elenco di tutte le tratte ferroviarie.

     

    Del decreto attuativo non c' è traccia anche se al dicastero assicurano essere pronto da mesi. Nessuna lista, nessun obbligo.

     

    Quindi ci sarebbe l' obbligo, ma servirebbe la norma e non mancano i fondi per la messa in sicurezza della linea Barletta-Bari. Dal programma Fesr (2007-2013), sono stati stanziati 180 milioni. Rimasti inutilizzati. Il raddoppio del binario è rimasto un disegno, la predisposizione del "blocco automatico di sicurezza" per scongiurare gli errori umani, unipotesi. La tragedia pugliese - costata la vita a 23 persone - ha sollevato il velo sullo scandalo della gestione finanziaria nel settore dei trasporti.

    SCONTRO TRA DUE TRENI IN PUGLIA SCONTRO TRA DUE TRENI IN PUGLIA

    Siamo famosi in Europa per la generosità dei nostri contributi: ogni anno versiamo alle casse europee la bellezza di 15 miliardi. Nel settennato (i programmi europei viaggiano su 7 anni così da accavallarsi ai mandati politici senza lasciare scoperti i piani di intervento), sborsiamo la bellezza di oltre 105 miliardi.

     

    Tutto bene se riuscissimo a rientrare con i progetti europei. Male, perché a fatica riusciamo a spendere (o impegnare) poco più della metà (51,27 miliardi spesi su 99,78 a disposizione tra il 20072013). La Commissione europea ha certificato, al dicembre 2015, che «su 28 miliardi di fondi strutturali a disposizione l' Italia ne ha utilizzati l' 81% (la media europea è del 90,3%).

     

    SCONTRO TRA DUE TRENI IN PUGLIA SCONTRO TRA DUE TRENI IN PUGLIA

    Certo non solo soltanto fondi europei (Fesr e Fpc), ma pure cofinanziamenti, investimenti privati, Cipe, che "attivano" complessivamente risorse Ue per oltre 100 miliardi. In teoria solo per "trasporti e infrastrutture" l' Italia avrebbe una dote potenziale di 26,5 miliardi di euro. Peccato che non sappia spenderli.

     

    Nell' ultimo settennato (dati Openpolis), per ferrovie, porti, strade e infrastrutture varie siamo stati in grado di spendere appena il 29,1%. In soldoni ne abbiamo spesi appena 7,7 miliardi, mentre 18,8 restano inutilizzati. Paradosso non da poco per un Paese perennemente in bolletta, dove la pressione fiscale cresce, il Pil diminuisce e la spesa per interessi viaggia serenamente intorno agli 80 miliardi l' anno.

    SCONTRO TRA DUE TRENI IN PUGLIA SCONTRO TRA DUE TRENI IN PUGLIA

     

    C' è da chiedersi come mai il nostro Paese - in bolletta finanziaria e sempre pronto a chiedere a Bruxelles sconti, flessibilità e fantasia finanziaria - possa dilapidare miliardi di finanziamenti. Sempre Openpolis ha incrociato i dati sui progetti più fallimentari. Risultato? Sono spesso proprio i grandi piani (33 mega progetti per oltre 2 miliardi di finanziamento), a non andare a buon fine. I piccoli progetti hanno invece una potenzialità di andare a "buon fine" maggiore. Non c' è da sorprendersi se in Europa fanno peggio di noi - nella finalizzazione di spesa - solo Romania e Croazia.

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