Fulvio Abbate per mowmag.com - Estratti
SABRINA FERILLI
Sabrina, aspettami, finisco di caricare il trolley e sono da te, rispondimi subito appena ti citofono! Certi giorni, quando la vita in famiglia appare del tutto insostenibile, un supplizio, mi raggiunge un pensiero liberatorio, dico a me stesso: quasi quasi mo’ chiamo Sabrina Ferilli e le comunico che sto per trasferirmi da lei, esatto, proprio a casa sua.
In un rispettabile quartiere di Roma, tra avvocati in loden verde, notai in “Aquascutum”, generali a riposo in grisaglia e perfino il ricordo di eroici trasvolatori del Polo in dirigibile; ce l’avrà sicuramente, l’ospite Sabrina, una stanza con bagno per accogliermi, no?
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Bene, sul set di “Gloria” immagino la mia presenza, come già Bosetti allora. In un angolo, magari in pigiama girocollo con taschino, un modello ospedaliero, io che liberamente commento l’insieme della storia, aggiungendo note a margine sul talento umano della protagonista.
SABRINA FERILLI
Per esempio, racconto la prima volta che ho incontrato Sabrina, davvero tanti anni fa. Era la festa di compleanno di Alessandro Haber, a casa sua, a Trastevere, c’era anche Nanni Loy, che nell’attesa dell’amatriciana raccontava il precipizio della qualità nel cinema: “Una volta i produttori leggevano il copione davanti agli sceneggiatori e guardandoli in faccia gli dicevano: ma secondo te questa cosa fa ridere?”. Ora che ci penso, quella sera c’era pure Christian De Sica, mi è venuto incontro, golfino azzurro annodato sulle spalle, dicendo: “Sì, è vero, mio zio ha ucciso Trotsky”.
SABRINA FERILLI
Tutto questo molto tempo prima che Sabrina avessimo modo di scorgerla lucente sul carro del trionfo della Magica al Circo Massimo, intorno a lei una muta di ingrifati giallorossi adoranti, molti dei quali tornati a casa avrebbero certamente avuto cura di serrarsi in bagno per dedicarsi, pensando al suo carnale bikini, a certe risapute pratiche bassamente onanistiche.
Ogni tanto, sempre nel mezzo delle scene, mi piacerebbe raccontare, magari interrompendo il ciak, di quando Sabrina insieme a una cugina, durante le campagne elettorali, andava in giro fuori Fiano Romano, addirittura spingendosi fino a Nazzano: la macchina con gli altoparlanti con “Bandiera rossa” a palla e il simbolo del Partito comunista italiano fissato con lo scotch sulle fiancate, questo per dare un ulteriore, diciamo pure, “colore” politico all’insieme del racconto.
SABRINA FERILLI FULVIO ABBATE
Ora personalmente ignoro a chi abbia pensato di identificarsi Sabrina per interpretare Gloria, mi torna però in mente la sera in cui mi è comparsa d’improvviso durante una festa nella terrazza di Roberto D’Agostino affacciata su Castel Sant’Angelo. Una visione. Ma questa è già un’altra storia, dove occorrerebbe Arbasino de “La narcisata” per raccontarla nel migliore dei modi.
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