Alberto Statera per “Affari&Finanza - La Repubblica”
Dario Franceschini, ex democristiano e ministro dei Beni Culturali (Mibact) di cospicue ambizioni politiche per il futuro, dopo le Scuderie del Quirinale si è preso l' ascensore del Vittoriano. E' quello che i romani chiamano la "macchina da scrivere" di piazza Venezia (Franceschini, del resto, è anche un romanziere) molto frequentato dai turisti stranieri per salire a vedere il migliore panorama di Roma.
FRANCESCHINI
Lo ha fatto con Ales, la nuova società in house del ministero da lui creata attraverso la fusione con Arcus (di cui una legge aveva previsto la chiusura), dotata di 31milioni, con 535 addetti al costo di 58.093 euro ciascuno.
Sacrosanto valorizzare il nostro patrimonio artistico e ambientale, ma Ales può prendere in gestione musei e siti storici in "affidamento diretto", cioè senza nessuna gara. Ciò che sembra si appresti a fare il dinamico amministratore delegato Mario De Simoni, ex direttore del Palaexpo.
Ma questa volta le aziende private del settore museale, che furono sdoganate dalla legge Ronchey, non ci stanno. Perché mai Ales deve prendersi i pezzi più pregiati e produttivi senza gara e le aziende del settore devono invece sottoporsi alla gara? E' questa la libera concorrenza che tutti invocano, almeno a parole?
panorama con vista dalla terrazza del vittoriano
E Ales rispetta le leggi e le norme europee?
Così le imprese del settore museale si sono messe insieme e attraverso Confcultura, aderente alla Confindustria per rappresentare i concessionari di servizi museali, hanno fatto ricorso a Raffaele Cantone e all' Autorità anticorruzione per contestare la legittimità degli affidamenti diretti da parte del Mibact.
La legge di stabilità del 2016 ha attribuito ad Ales una molteplicità di servizi nei luoghi di cultura, tra i quali biglietterie, strutture di accoglienza, ristoranti, caffetterie, gadget e bookshop, finora affidati ai privati attraverso le gare.
VITTORIANO
Secondo i privati il nuovo codice degli appalti pone un limite rilevante agli affidamenti in house, mentre pare che gli affidamenti siano avvenuti sulla base di una circolare interna del Mibact, prescindendo dalle procedure. Poi ci sono i trattati europei, secondo i quali la sola partecipazione pubblica al capitale della società beneficiaria non impedisce distorsioni concorrenziali, in quanto la società può agire sul mercato offrendo a soggetti diversi ulteriori servizi di natura commerciale, usufruendo di vantaggi competitivi ingiustificati, qualificabili come aiuti di Stato, perché acquisiti attraverso affidamenti diretti.
cantone
Infine, il decreto legislativo del 19 agosto 2016 numero 175, che contiene il testo unico sulle società a partecipazione pubblica, ha introdotto rigorosi limiti all' utilizzo di società da parte delle amministrazioni pubbliche.
A parte l' evidente vulnus al principio della libera concorrenza, che tutti rivendicano, non si vede perché un ministero dalle funzioni delicatissime in un paese come il nostro, dotato di beni e siti culturali unici al mondo, debba vendere merendine, caffè, tramezzini o spaghetti attraverso una società pubblica al cento per cento. Franceschini ha forse rimpianto del "panettone di Stato".
La parola, come al solito, tocca adesso al dottor Cantone.