1 - DEGRADO COLOSSEO UN ALTRO SFREGIO FERMATO UN TEDESCO VIGILANZA AI MINIMI
Estratto dell’articolo di Romina Marceca per “la Repubblica - Edizione Roma”
turista svizzera 17enne incide l iniziale del suo nome sul muro del colosseo 4
«That’s incredible», è un’esplosione di meraviglia quella di una turista americana che si affaccia dal secondo livello del Colosseo. Sotto l’arena, tutt’intorno i colonnati. È così incredible l’Anfiteatro Flavio che chi passa da qui vuole lasciare il segno. Letteralmente. In meno di un mese sono stati bloccati due ragazzi e una ragazza che hanno inciso la loro firma sul travertino. Il terzo, l’ultimo, quel monumento voleva sbranarselo. Tanta era la voglia di portarsi appresso un pezzo del monumento più visitato di Roma. E ha scavato con le mani nella pietra per portarsi via un po’ di polvere di storia.
Venticinquemila turisti al giorno e anche oggi con la tempesta di caldo portata da Caronte i tre livelli aperti al pubblico sono strapieni. C’è chi cerca riposo sulle colonne adagiate a terra nonostante i cartelli tondi e rossi — a dir vero poco visibili per dimensioni se non fosse per il colore — avvertono “ Vietato arrampicarsi e scrivere sulle strutture”. L’ultima bravata è di sabato: un diciassettenne tedesco, in gita con la scuola, ha scavato una parte del basamento. È stato segnalato e anche per lui, come per i suoi predecessori, è scattata la denuncia per “deturpamento”. […]
Alessandro è guida turistica da diversi anni al Colosseo e allarga le braccia al termine di un tour. «Qui prima, al piano terra, era tutto aperto e non c’erano le inferriate. Le scritte risalgono agli anni Ottanta. Ogni guida prima della visita avverte i turisti del comportamento giusto da tenere ma ne riprendiamo a decine ogni settimana. Soprattutto i giovani, che vogliono lasciare il loro autografo sulla pietra».
roma area fori colosseo
Il caldo insopportabile, intanto, ha fatto cadere come marionette mollate all’improvviso dal loro burattinaio diversi visitatori. I vigilantes del Parco del Colosseo girano come trottole tra il primo e il secondo livello per coordinare i soccorsi e allontanare i curiosi dall’ultimo uomo finito sulle scale per un malore.
turista svizzera 17enne incide l iniziale del suo nome sul muro del colosseo 2
«Siamo otto in tutto oggi — dice uno di loro, trafelato — per l’intero Colosseo. Calcoli due per ogni livello, due in ufficio e due all’entrata. Ci vorrebbero almeno altri venti di noi (invece sono 100 per tutti i 40 ettari del Parco archeologico, ndr). Così non si può andare avanti e più volte abbiamo chiesto un incremento del personale. Oggi non sappiamo se qualcun altro si è dilettato a scrivere sui muri perché siamo in emergenza e in contatto continuo con le ambulanze».
[…] Invece sabato mattina è stato proprio uno dei vigilantes a bloccare la ragazza svizzera di 17 anni che ha inciso la “N”, iniziale del suo nome, al primo livello. «Ai genitori ho detto se avrebbero mai fatto lo stesso al loro Paese», racconta il vigilante. La coppia lo ha ignorato e ai carabinieri ha spiegato che «era solo una ragazzata».
«Entro 60 giorni — spiegano i carabinieri — i tre vandali dovranno versare 400 euro al Comune di Roma per avere violato il regolamento comunale. Dal punto di vista penale sarà un giudice a decidere sulla reclusione tra 6 mesi e 3 anni ma anche sull’aspetto pecuniario da 1.500 a 10mila euro. […]
Dalla direzione del Parco assicurano che ci sono stati diversi tavoli per discutere degli atti vandalici e che si è arrivati alla conclusione: « Più se ne parla e più emulazione c’è. Si tratta di ragazzini che cercano visibilità sui social » . Come dire, ignoriamo i fatti sperando che non accadano più. […]
2 - LA DISINVOLTA PREPOTENZA DEI TURISTI IN CIABATTE COME DAVANTI A UN DISTRIBUTORE DI RICORDINI
Paolo Di Paolo per “la Repubblica - Edizione Roma”
ivan dimitrov mentre sfregia il colosseo
Mamma, papà, ciao, il viaggio a Roma è stato bellissimo: ho portato un souvenir che non vi aspettereste mai. Un pezzo di Colosseo. Un pezzo di Colosseo? Sì, ho sradicato un segmento del rudere! Mamma, papà, ciao, volevo lasciare un segno del mio passaggio fra le rovine della città caput mundi e ho pensato bene di firmare sulla pietra.
Come in una barzelletta che non fa ridere, il tedesco, la svizzera e il bulgaro-inglese – il personal trainer che qualche settimana fa «non sapeva» che l’Anfiteatro Flavio fosse antico. O così ha detto quando gli hanno fatto notare che incidere il suo nome e quello della fidanzata non è considerato un gesto ortodosso. E che, anzi, viene severamente sanzionato.
La tentazione paternalista moralista bacchettona è difficile da aggirare, tanto più se papà e mamma della ragazzina svizzera sopra citata assolvono la figlia con un’alzata di spalle. Non è grave, su, state esagerando! Rischiano di pagare una multa salata che tuttavia, a quanto pare, non basterà a capire il punto. E forse è proprio questo l’aspetto grave: che circoli, nel ventunesimo secolo dopo Cristo, sul pianeta detto Terra gente adulta non in grado di cogliere un’evidenza tanto semplice.
ivan dimitrov con la fidanzata hayley bracey mentre sfregiano il colosseo
Che il Colosseo, uno dei siti archeologici più noti al mondo, non è un parco giochi, non è una scenografia, un set da cinema, un souvenir gigante fatto per essere smembrato. O, per l’appunto, un distributore automatico di ricordini.
È difficile arrivare a una conclusione sicura: capire se si tratta di inconsapevole e smargiassa, anche un po’ inquietante, ignoranza. O se invece è qualcosa di più sottile e anche più perniciosa: direi così, un certo modo di stare nel presente. Con una disinvolta – e in apparenza innocente – prepotenza. Lo spirito di chi, dal proprio piccolo, sente di poter dominare il mondo come se fosse la camera o la cameretta da letto. Tanto più con le ciabatte ai piedi. […]
Ho voglia di un panino: mangio. Ho voglia di ciabattare: infradito dappertutto. Ho voglia di lasciare il mio nome come sul banco di scuola: fatto. Anche se è il Colosseo. Ho voglia di portare con me qualcosa che non sarebbe lì per essere portata via: me la prendo lo stesso. Un’esuberante indisciplina che rende alcuni simpatici turisti meno simpatici predoni, quasi in senso letterale. Si può, volendo, proiettare la similitudine su un orizzonte più ampio: e restituirebbe una dimensione invadente del peggior turismo contemporaneo mordi e fuggi, usa e getta, che ciascuno di noi talvolta ha incarnato. C’è modo di difendersi? Su larga scala non so. […]
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