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    QUELLO CHE NON POTÉ LA BREXIT, POTÉ LA LIBIDINE! - IL GOVERNO MAY RISCHIA DI TRACOLLARE PER LE ACCUSE DI MOLESTIE: ORA TOCCA AL SUO NUMERO DUE, IL FIRST SECRETARY OF STATE DAMIAN GREEN, ASSOCIATO AL SITO DI SCAMBISTI/CORNIFICATORI ASHLEY MADISON - IL DOSSIER SUI PORCELLONI (E PURE PORCELLINI) PUÒ FAR SALTARE TUTTO


     
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    1. GB: MOLESTIE, SPUNTA NOME GREEN, NUMERO 2 GOVERNO

     (ANSA) - Compare anche il nome di Damian Green, il numero 2 del governo di Theresa May, associato fra l'altro al noto sito di scambisti Ashley Madison, nel dossier sui presunti molestatori o responsabili di "comportamenti impropri" a Westminster. Lo rivela il Mail online pubblicando una immagine della lista con numerosi omissis che secondo indiscrezioni comparse sui social media riguarderebbero altri ministri di primissimi piano, sia uomini sia donne.

    DAMIAN GREEN DAMIAN GREEN

     

    Il Mail, oltre a quello di Green, lascia trapelare altri quattro nomi di conservatori fra le numerose righe nere tipiche degli omissis. Si tratta dei già noti Mark Garnier, sottosegretario al Commercio internazionale e il deputato Stephen Crabb, entrambi accusati di molestie nei giorni scorsi, e altri due membri della Camera dei Comuni, Justin Tomlinson e Steve Double, accusati entrambi di relazioni inappropriate con ricercatrici. Mentre il Telegraph online della stessa 'lista nera' pubblica altri cinque nomi, sempre di Tories, fra cui quello della ministra degli Interni, Amber Rudd, a cui non vengono attribuite molestie ma una relazione inizialmente clandestina con un collega, e quello dell'ex presidente del partito conservatore, Grant Shapps, per una relazione extraconiugale.

     

     

    2. MOLESTIE E DOSSIER «ALTA LIBIDINE» A LONDRA, SPUNTA IL NOME DI GREEN, NUMERO DUE DEL GOVERNO MAY

    Luigi Ippolito per www.corriere.it

     

    fallon fallon

    È nientemeno che il ministro della Difesa Michael Fallon il politico britannico che ha messo le mani sulle gambe di una giornalista finché lei non ha minacciato di prenderlo a pugni per farlo smettere. Lui stesso ha ammesso l’incidente, spiegando che era avvenuto 15 anni fa e che lui si era già scusato. Ma il danno politico è fatto e lo scandalo delle molestie a Westminster minaccia ormai direttamente il governo di Theresa May. E tra i nomi «alti» ci sarebbe anche quello di Damian Green, il numero 2 della May.Lo rivela il «Mail online» pubblicando la lista con numerosi omissis che secondo indiscrezioni comprenderebbe altri ministri di primo piano, sia uomini sia donne.

     

    L’episodio

    THERESA MAY THERESA MAY

    Qualche giorno fa la giornalista Julia Hartley-Brewer aveva raccontato che un membro del governo «aveva ripetutamente messo le mani sulle mie ginocchia durante una cena a una conferenza di partito». Julia aveva aggiunto che «con calma e cortesia gli avevo spiegato che, se lo faceva di nuovo, gli tiravo un pugno in faccia. Allora lui ha ritirato la mano e la faccenda si è conclusa lì».

     

    Le ginocchia «intatte»

    Oggi il Sun ha identificato il politico nel ministro della Difesa. Lui ha ammesso l’accaduto ma ha spiegato che la cosa risale a 15 anni fa e che lui si era scusato con l’interessata, chiudendo la vicenda. In effetti la stessa giornalista ha detto di non essersi sentita vittima di un assalto sessuale e di aver trovato la cosa «più o meno divertente». E ieri Julia ha twittato una foto delle sue ginocchia dicendo che erano «ancora intatte».

     

    L’imbarazzo a Westminster

    ginocchia Julia Hartley-Brewer ginocchia Julia Hartley-Brewer

    Ma le rivelazioni arrivano in pieno scandalo molestie e certamente mettono in imbarazzo il governo. Il dossier che circola a Westminster, con l’elenco dei politici sotto accusa e dello loro malefatte, continua a crescere. Ormai i nomi sulla lista compilata dagli assistenti parlamentari sono oltre 40 e includono almeno sei membri dell’attuale governo. I deputati cominciano a lamentare un clima da caccia alle streghe ma i giornali britannici non esitano a interrogarsi apertamente sulla tenuta del governo May, già fragile di suo.

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