1 - EXTRAPROFITTI, L'ENI: VERSEREMO 1,4 MILIARDI PRESSING SULLE IMPRESE
Enrico Marro per il “Corriere della Sera”
MARIO DRAGHI CLAUDIO DESCALZI
Ieri mattina l'Eni ha annunciato di aver versato altri 340 milioni di euro a titolo di acconto della tassa del 25% sugli extraprofitti. Il termine scadeva ieri e il gigante dell'energia a controllo pubblico si è "adeguato" al pressing dei giorni precedenti messo in moto dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, per ottenere dalle società energetiche il pagamento della contestata tassa.
L'Eni ha così spiegato che, in seguito alle «precisazioni» contenute in una circolare dell'11 luglio dell'Agenzia delle Entrate e «del successivo parere reso il 12 agosto» dalla stessa Agenzia in risposta a un interpello dell'Eni «concernente la rilevanza delle operazioni prive del requisito di territorialità, l'ammontare complessivo del contributo è stato rideterminato in circa 1,4 miliardi», invece dei 550 milioni calcolati all'inizio e sul quale era stato versato il 40% di acconto.
extraprofitti
Ai 220 milioni già pagati, il gruppo guidato da Claudio Descalzi, ha quindi aggiunto ieri 340 milioni, che portano l'acconto versato a 560 milioni, il 40% appunto di 1,4 miliardi, importo finale che verrà raggiunto col saldo del 15 dicembre.
Il pressing del governo sulle società del settore energia era finalizzato ad aumentare gli incassi, finora molto deludenti: rispetto ai circa 4 miliardi stimati per l'acconto ne era entrato infatti solo uno.
I BILANCI DELLE SOCIETA ENERGETICHE
Ma il governo prepara anche un restyling della tassa contestata da molte società, che hanno presentato ricorso al Tar. Sono allo studio norme per legare il tributo a parametri più certi, come il valore della produzione. In questo modo, si punta a incassare il più possibile rispetto ai 10 miliardi complessivi stimati all'inizio. Risorse preziose, queste, per finanziare i nuovi aiuti contro il caro-bollette, che, secondo quanto trapelato ieri da fonti di governo, arriveranno non come emendamento al decreto Aiuti bis, ma con un decreto legge ad hoc.
PREZZI DELL'ENERGIA PER PAESE
Nonostante il leader della Lega, Matteo Salvini, insista su interventi per 30 miliardi da finanziare ricorrendo allo «scostamento di bilancio», Draghi continua a lavorare su misure che vengano invece coperte con le entrate maggiori del previsto e con la rimodulazione di alcune spese, non con l'aumento del deficit.
MARIO DRAGHI CLAUDIO DESCALZI
Lo scostamento, ha detto ieri il segretario del Pd, Enrico Letta, potrebbe essere «l'extrema ratio da discutere nella Ue, perché anche Francia e Germania hanno una situazione come la nostra». Sulla linea della prudenza anche la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: «Siamo la nazione che si è indebitata di più».
Per ora, il governo cerca una decina di miliardi, ma tra qualche giorno, quando verranno rendicontate le entrate di agosto, compreso l'acconto della tassa sugli extraprofitti, si vedrà se si può andare oltre. Il decreto dovrebbe quindi arrivare in consiglio dei ministri non prima di una settimana. Le ipotesi allo studio sono tante, ma la priorità verrà data alle aziende gasivore, in particolare a quelle filiere produttive che rischiano di fermarsi.
MEME SUI PREZZI DEL GAS
Si lavora quindi su crediti d'imposta e altri interventi per ridurre la bolletta e sulla cassa integrazione gratuita per quelle imprese che rallenteranno la produzione. Sempre ieri, i ministri dell'Economia, Daniele Franco, e della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, hanno firmato la proroga dal 20 settembre al 5 ottobre del taglio delle accise sui carburanti. Si estende così la riduzione di 30 centesimi al litro del prezzo di benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione.
2 - È CAOS SUGLI EXTRAPROFITTI, ENI A PICCO IN BORSA
S. Iac. per “Libero quotidiano”
La situazione sulla tassazione degli extraprofitti delle imprese energetiche si fa sempre più ingarbugliata. Da una parte c'è il Pd, che si è ormai incamminato sulla linea dell'alleato Nicola Fratoianni: lancia in resta contro le aziende inadempienti, accusate di voler gettare sul lastrico le famiglie che non hanno i soldi per pagare le bollette.
claudio descalzi 1
Una posizione che stride un po' con la realtà dei fatti, secondo cui tra le società pronte a fare ricorso contro una tassa considerata iniqua, malscritta e incostituzionale ci sono anche, guarda tu, quelle controllate dai comuni rossi.
L'Acea di Roma e del suo sindaco dem Roberto Gualtieri, ad esempio, gli incartamenti al Tar li ha già mandati. L'Hera di Bologna e del suo sindaco dem Matteo Lepore lo farà, con tutta probabilità, nei prossimi giorni. Entrambe hanno pagato, nel rispetto del principio solve et repete, prima di contestare la norma, ma la contraddizione di aziende comandate di fatto da esponenti del Pd che si scagliano contro una tassa su cui il Pd sta facendo una vera e propria crociata è difficile da nascondere.
roberto garofoli mario draghi daniele franco roberto cingolani
Così come è difficile non vedere il cortocircuito che si sta creando tra lo Stato e le sue partecipate. L'Eni ieri ha comunicato che l'ammontare dovuto per il contributo straordinario a carico delle imprese del settore energetico è stato rideterminato in circa 1,4 miliardi.
In base alle norme sugli extraprofitti, ha spiegato il gruppo, il contributo era stato finora calcolato in 550 milioni, con un acconto del 40% già versato. Alla luce delle ulteriori precisazioni dell'Agenzia delle Entrate, in risposta ad istanza di interpello presentata da Eni, il balzello è stato ricalcolato ed è schizzato di quasi tre volte.
Un giochino che è stato apprezzato pochissimo dagli investitori, tra cui va ricordato ci sono tantissimi piccoli risparmiatori e fondi previdenziali. Il titolo del Cane a sei zampe è precipitato per tutta la seduta di Borsa, chiudendo con un tonfo del 3,5% a 11,8 euro. In altre parole, circa 2 miliardi di capitalizazione in fumo di una società partecipata al 30% dallo Stato (lo scorso anno il dividendo è stato di circa 1 miliardo).
LA CORSA DELL ENERGIA - PREZZO DEL GAS
Intanto, mentre il governo sta ancora cercando la quadra per il nuovo decreto aiuti, ieri nel primo giorno di chiusura del Nord Stream, il prezzo del gas fortunatamente non è schizzato. Alla Borsa di Amsterdam Ttf il metano è inizialmente balzato a 276 euro al megawattora. Poi però nel pomeriggio è sceso a 240 euro, forse in vista delle prossime decisioni della Ue sul tetto al prezzo e sullo sgancio del costo dell'elettricità dal gas (decoupling).
claudio descalzi 3
Sul fronte governativo tutte le simulazioni sono ancora in corso. Anche per valutare, in base al perimetro dei fondi a disposizione, se ci siano i margini per una proroga della Cig straordinaria (a carico dello Stato) per chi è in difficoltà proprio per i costi dell'energia. E mentre si valuta come intervenire di nuovo con il credito di imposta per le imprese energivore, si stanno studiando anche interventi diretti, in particolare per le piccole imprese in crisi di liquidità perché si ritrovano a pagare bollette stellari. Oggi si terrà il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva ma solo per «l'ordinaria amministrazione».
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