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    QUESTA 'BREXIT' E’ UNA CATASTROFE! - “SENZA ACCORDO PER L’USCITA DALL’UE, PIL GIÙ DELL’8%", IL TERRIBILE SCENARIO PROSPETTATO DALLA BANCA D'INGHILTERRA. E LE FAMIGLIE INIZIANO A FAR SCORTE DI CIBO, MEDICINE E CARBURANTE – INTANTO I LABURISTI APRONO AL SECONDO REFERENDUM


     
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    brexit brexit

    Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”

     

    Questa Brexit sarebbe stata meglio non farla proprio. È la conclusione alla quale stanno arrivando gli stessi britannici, dopo gli scenari economici catastrofici prospettati sia dal governo che dalla Banca d' Inghilterra.

     

    Secondo l' istituto centrale di Londra, in caso di un' uscita dalla Ue senza accordi (possibile nel caso in cui il Parlamento respinga il compromesso di Theresa May), la Gran Bretagna andrebbe incontro a una crisi economica di proporzioni storiche, peggiore del crac finanziario di dieci anni fa: il prodotto interno lordo calerebbe dell' 8 per cento già il primo anno, la sterlina crollerebbe, l' inflazione schizzerebbe in alto (costringendo ad alzare i tassi d' interesse) mentre il valore delle case scenderebbe del 30 per cento, a fronte di una disoccupazione che risulterebbe praticamente raddoppiata.

    theresa may theresa may

     

    Non dissimili gli scenari paventati dal ministero del Tesoro: in base ai quali ogni tipo di Brexit, anche la più soft , avrebbe un impatto negativo sull' economia. Secondo le simulazioni del governo, pure un' uscita basata sul piano May costerebbe alla Gran Bretagna 4 punti di Pil nell' arco di 15 anni, il che si traduce in un danno di 100 miliardi, che diventano duecento in caso di no deal , uscita senza accordi.

     

    Previsioni così fosche che hanno costretto il Cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, ad ammettere per la prima volta che c' è una sola possibilità di evitare di darsi la zappa sui piedi: e cioè restare nell' Unione europea. La Brexit è una scelta politica, ha spiegato, è come tale viene perseguita: ma se si fanno i conti in tasca non ha senso.

     

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    Anche i laburisti stanno facendo evolvere la loro posizione. Fino ad ora avevano evitato di schierarsi contro l' uscita dalla Ue, per non inimicarsi quelle fette di elettorato operaio che coltiva sentimenti euroscettici. Ma ieri per la prima volta il numero due del partito, John McDonnell, ha detto che se il piano di Theresa May venisse bocciato dal Parlamento e non si andasse alle elezioni anticipate, allora il Labour dovrebbe «inevitabilmente» appoggiare un secondo referendum sulla Brexit: che avrebbe come esito più probabile l' annullamento del divorzio fra Londra e Bruxelles. Non a caso Theresa May ha prontamente accusato i laburisti di voler rovesciare la volontà popolare, ossia quella espressa nel referendum di due anni fa che sancì la Brexit.

     

    theresa may annuncia l'accordo sulla brexit theresa may annuncia l'accordo sulla brexit

    Ma la situazione è in rapido movimento. Tutti gli occhi sono puntati sulla data dell' 11 dicembre, quando la premier proverà a far approvare a Westminster l' accordo raggiunto con l' Europa. La fazione euroscettica dei conservatori, che considera la proposta May un tradimento, resta però trincerata nella sua opposizione: e ieri ha accusato governo e Banca d' Inghilterra di aver diffuso quelle previsioni catastrofiche solo per spaventare l' opinione pubblica e i deputati e convincere questi ultimi a votare in favore del piano della premier.

     

    La pressione però è fortissima. Ieri anche il Daily Mail , voce della Middle England, ha pubblicato un sondaggio in prima pagina secondo cui l' elettorato, compreso quello conservatore, chiede di dare fiducia al compromesso raggiunto dalla May.

     

    LONDRA - MANIFESTANTI CONTRARI ALLA BREXIT LONDRA - MANIFESTANTI CONTRARI ALLA BREXIT

    Se tuttavia alla fine il Parlamento davvero respingesse l' intesa con Bruxelles, dopo gli allarmi di oggi un' uscita dalla Ue senza accordi apparirebbe inconcepibile, in quanto equivarrebbe a un suicidio annunciato. E a quel punto si aprirebbe seriamente la strada a un ripensamento dell' intera Brexit: che è forse l' esito sul quale molti, anche a Londra, stanno cominciando realisticamente a puntare.

     

    BREXIT, IL NON-ACCORDO SPAVENTA: LE FAMIGLIE INIZIANO A FAR SCORTA DI CIBO E MEDICINE

    Alix Amer per www.ilgazzettino.it

     

    La Brexit inizia a far davvero paura agli inglesi, in questo momento a preoccupare è soprattutto un mancato accordo con l’Unione Europea. «Se non si trova subito una soluzione nel Paese ci sarà una carenza di medicine, di carburante e di cibo nel giro di pochi giorni».

    LONDRA - MANIFESTANTI CONTRARI ALLA BREXIT LONDRA - MANIFESTANTI CONTRARI ALLA BREXIT

     

    Ne è convinta una famiglia inglese che da settimane si sta preparando con scorte di cibo e prodotti di prima necessità. La coppia, sposata da anni, Nevine Mann 36 anni, e Richard 37, con tre figli, ha acquistato prodotti alimentari e medicine a volontà: «Tutto questo per quando la Gran Bretagna lascerà l’Unione Europea».

     

    Finora hanno accumulato montagne di scatole di ceci, fagioli, tonno, pasta, riso, cous cous, pomodori a pezzetti, latte sterilizzato, mais in scatola. Ma hanno anche comprato pile di aspirine, miele, marmellate, avena, uvetta, pane, farina, lievito e caffè, ma anche detersivi. Credono di aver messo da parte abbastanza beni sul tavolo della loro cucina «per sopravvivere a una Brexit senza contratto, per almeno quattro, cinque mesi». I loro armadi sono già provvisti di tutto, non manca quasi nulla, nemmeno il cous cous che a loro piace tanto. 

     

    LONDRA - MANIFESTANTI CONTRARI ALLA BREXIT LONDRA - MANIFESTANTI CONTRARI ALLA BREXIT

    Ma forse visti gli ultimi fatti, non hanno tutti i torti. Proprio oggi c’è stato un botta e risposta al Question Time alla Camera dei Comuni fra Theresa May e Jeremy Corbyn sulle prospettive di ratifica dell’accordo sottoscritto dal governo con Bruxelles l’11 dicembre. «È chiaro che non sarà approvato da questo Parlamento», ha tuonato Corbyn, criticandone i contenuti, bollando l’attuale esecutivo come «il più caotico» della storia recente e sfidando May ad accettare la necessità di discutere di «un piano alternativo» da sottoporre all’Ue in grado di raccogliere i voti della maggioranza dei deputati di Westminster. «L’alternativa a questo accordo sarebbe il caos» o «il tradimento dei pochi contro i molti» rispetto alla volontà degli elettori espressa dall’esito pro Brexit del referendum del 2016, ha replicato la premier conservatrice, accusando Corbyn e il suo cancelliere dello Scacchiere ombra di essere «il vero pericolo». Ed è proprio questo malumore a far crescere la paura tra i cittadini.

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    Nevine, come riportato dal The Mirror (con foto Swns.com), ha raccontato di aver iniziato a comprare più cibo e frutta secca, prodotti che durano nel tempo, oltre a cibo per gli animali «per paura». La lista della spesa ogni giorno si allunga di più: include anche semi per poter coltivare il proprio cibo nel suo giardino e attrezzature per purificare l’acqua piovana. Hanno anche piazzato pannelli solari sul tetto e un serbatoio di acqua da 290 litri, poiché temono che anche l’energia potrebbe essere a corto di rifornimento una volta che la Gran Bretagna uscirà dall’Ue.

     

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    «Stiamo accumulando anche medicine - prosegue Nevine - quelle che abitualmente usiamo di più». La coppia, che vive a Illogan, in Cornovaglia, con i suoi tre figli Oliver, 18, Ethan, 13 e Paige, 5, ha insistito spiegando che «non si trattava di lussi, ma è una questione di sopravvivenza». Lei, ex ostetrica, ha raccontato: «I risultati di una Brexit senza accordo sarebbero catastrofici in termini di approvvigionamenti nel Paese, ne siamo convinti ecco perché ci stiamo organizzando. Ma non siamo i soli».

     

    salari reali e produttivita' salari reali e produttivita'

    «Abbiamo iniziato a comprare più cose di quelle che normalmente compriamo - spiegano - poi man mano che passavano i giorni e le notizie rimbalzavano abbiamo aumentato le scorte. Ora quando facciamo shopping compriamo fagioli, riso, tonno per oggi e per i mesi a seguire: praticamente facciamo la spesa di tutti i giorni, ma anche quella per il futuro. Per ora ne abbiamo abbastanza per almeno quattro, cinque mesi. Ma puntiamo ad aumentare il periodo». E aggiungono: «Non stiamo esagerando, la paura c’è. Nessun accordo Brexit sembra ormai fattibile, stiamo aspettando di vedere cosa accadrà. Noi intanto siamo pronti». 

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