anna maria bernini foto di bacco
Cambio di sesso? Sì, ma non con il sostegno di Forza Italia. Era rovente, ieri, la chat dei senatori azzurri. Tutto nasce dall'iniziativa di Urania Papatheu, siciliana alla prima esperienza a Palazzo Madama, che ha la sventurata idea di presentare un emendamento alla manovra allo scopo di istituire un fondo da 15 milioni «per il sostegno al percorso di transizione per il cambio di sesso - così si legge nell'atto - e per l'operazione di cambio di sesso».
Papatheu prova a portare avanti una battaglia in nome dei diritti civili che, nello specifico, non rientra nel core business politico di Forza Italia. E viene stroncata da una big del partito, la senatrice Licia Ronzulli, espressione della corte ristretta di Berlusconi. Ronzulli, a metà pomeriggio, interviene in modo deciso nella comunità virtuale dei senatori eletti nella squadra del Caaliere: «Questa cosa la trovo assurda. L'idea di pochi, che non discuto e non giudico, non può far prendere a schiaffoni l'intero partito.
licia ronzulli voto ddl zan
Avviso che uscirò in chiaro prendendo le distanze in modo netto e che farò di tutto perché questo emendamento non passi». A questo punto Papatheu, chiamata direttamente in causa, risponde: «Io ho solo raccolto una delle tantissime istanze avanzate da parte del responsabile del dipartimento Libertà civili voluto dal nostro presidente Berlusconi». E qui occorre un momento di pausa: di tale dipartimento non v' è traccia nel sito ufficiale di Fi.
anna maria bernini
Si sa solo che fu istituto nel 2014 da Berlusconi e affidato all'attuale ministra Mara Carfagna. Prosegue in chat Papatheu: «La nostra presidente Annamaria Bernini (capogruppo al Senato, ndr) malgrado tutte le proposte di ritiro che mi sono giunte mi ha permesso di mantenere la norma. Mi dispiace se ho creato imbarazzo - afferma Papatheu - ma abbiamo anche noi un elettorato arcobaleno...». Davanti a quest' ultima osservazione perplessità e sgomento. Di certo, Ronzulli insiste: «Esiste già la legge. E paga già il servizio sanitario. Anche gli oncologici stanno in lista d'attesa! Chiedo il ritiro dell'emendamento».
URANIA PAPATHEU
La presidente Bernini, però, fa muro: «L'emendamento non è di Fi ma di Urania e non sarà segnalato. È corretto. Non è mia abitudine né nostra usanza liberale censurare le iniziative dei colleghi. Quindi non ho intenzione di chiedere di ritirarlo». Ma Ronzulli non demorde e nella chat tenta ancora di far comprendere quello che, a suo modo di vedere, è un danno d'immagine: «Urania è una senatrice di Forza Italia, per tutti quelli che ci stanno insultando siamo davanti a un emendamento di Fi. Liberi di pensarla come si vuole. Io esco e prendo le distanze».
Di lì a poco, ecco la minacciata nota ufficiale di Licia Ronzulli: «Sarei stata critica rispetto a un emendamento di un collega di un altro gruppo. Con coerenza, non posso che esprimere un giudizio altrettanto duro, augurandomi che sia ritirato». La spunta lei, alla fine: in serata Papatheu toglie dal tavolo la norma della discordia. Fra sorrisi e mugugni, il dramma si è consumato.
licia ronzulli e silvio berlusconi al seggio a milano ANGELA MERKEL LICIA RONZULLI SILVIO BERLUSCONI