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    “QUESTA OPERAZIONE CI È COSTATA 30 MILA EURO” - SONO LE PAROLE DELL’IMPRENDITORE PAOLO ARATA RIFERENDOSI AL COMPENSO CHE SAREBBE ANDATO AD ARMANDO SIRI PER MODIFICARE I PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI E INSERIRE INCENTIVI PER IL “MINIEOLICO” TAGLIATI SU MISURE DELLE AZIENDE DI ARATA - E’ UNA CIMICE PIAZZATA DALLA DIA A REGISTRARE LA CONVERSAZIONE


     
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    Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

     

    giuseppe conte armando siri giuseppe conte armando siri

    È un rapporto di amicizia antico e consolidato quello che lega Armando Siri e l'imprenditore Paolo Arata, socio in affari di Vito Nicastri, il «re dell' eolico» arrestato a Palermo con l' accusa di aver finanziato la latitanza del boss Matteo Messina Denaro. E proprio per agevolare i propri interessi Arata - che è stato parlamentare di Forza Italia - avrebbe puntato sul politico leghista.

     

    «Questa operazione ci è costata 30 mila euro», dice al figlio Francesco l' estate scorsa, riferendosi ai compensi «destinati a Siri per modificare i provvedimenti legislativi». Una «cimice» piazzata dalla Dia registra la conversazione. E qualche mese dopo altre intercettazioni ambientali documentano i tentativi di far uscire quei soldi dai bilanci delle società.

     

    danilo toninelli armando siri danilo toninelli armando siri

    Siri è accusato di aver «asservito a interessi privati la sua funzione di sottosegretario ai Trasporti e di senatore - tra l' altro proponendo e concordando con gli organi apicali dei ministeri competenti per materia (Trasporti, Sviluppo Economico e Ambiente) l'inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il «minieolico» - e riceveva indebitamente la promessa e/o dazione di 30 mila euro da parte di Paolo Arata, imprenditore che da tali provvedimenti avrebbe tratto benefici di carattere economico».

     

    armando siri 2 armando siri 2

    Il primo tentativo risale al 30 luglio scorso: Siri propone al capo di gabinetto del ministero dello Sviluppo economico di inserire una modifica al decreto ministeriale del giugno 2016 sugli «incentivi per gli impianti». L' obiettivo è quello di «garantire tariffe incentivanti più alte anche ai proprietari degli impianti Fer che ne avrebbero avuto diritto, ma hanno perso tale agevolazione in quanto hanno trasmesso tardivamente la documentazione necessaria al Gse per la verifica dei requisiti». La norma sembra fatta appositamente per le aziende di Arata, ma al ministero guidato da Luigi Di Maio decidono di non tenerne conto. E la bocciano.

     

    Siri non si dà per vinto. Mentre i suoi amici imprenditori fanno spesso riferimento a lui nelle loro conversazioni, lui ci riprova. E decide di inserire un emendamento analogo nella legge di Bilancio. Propone di concedere gli incentivi «agli impianti entrati in esercizio fino alla data del 30 settembre 2017 e che documentino di aver inviato la comunicazione di fine lavori al competente gestore di rete entro il 30 giugno 2017».

    armando siri 3 armando siri 3

     

    Manda il testo al senatore del Carroccio Massimiliano Romeo, che a sua volta lo gira al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, del M5S. Il 14 dicembre 2018 Fraccaro manda una mail a tutti e per conoscenza la invia anche all' ufficio legislativo dei Trasporti per comunicare la bocciatura dell' emendamento.

     

    Specifica che «l' orientamento tecnico è contrario in quanto si sposta in avanti un termine per l' applicazione agli impianti a fonti rinnovabili di tariffe incentivanti più vantaggiose. Così si registrerebbe un impatto negativo sulle bollette per riconoscere un vantaggio ad impianti comunque già entrati in esercizio».

     

    matteo salvini armando siri matteo salvini armando siri

    Siri - questa è l' accusa - non si dà per vinto. Secondo i pubblici ministeri «esiste uno stabile accordo tra Arata, imprenditore con trascorsa attività politica da cui trae molteplici relazioni ancora in atto con i massimi livelli istituzionali, e Siri, costantemente impegnato nel promuovere provvedimenti ad hoc per favorire gli interessi economici di Arata con finanziamenti a cui non ha diritto».

     

    Del resto, come sottolineano i pm, è stato Arata «lo sponsor per la nomina proprio in ragione delle relazioni intrattenute». Le intercettazioni svelano gli incontri e le «pressioni» che l' imprenditore avrebbe esercitato su politici e istituzioni affinché Siri fosse inserito al ministero per lo Sviluppo Economico, e come fosse stato poi costretto a ripiegare si Trasporti.

     

    Le indagini documentano gli incontri di Arata con i leader della Lega e in particolare Matteo Salvini che nel luglio 2017 lo invita come relatore al convegno del Carroccio e lo sostiene su Twitter per i suoi progetti energetici con l' hashtag #facciamosquadra, ma anche i suoi contatti in Vaticano per sostenere Siri. Rivelano i contatti con numerosi «esponenti del mondo sovranista» e provano che «a Palermo ha trovato interlocutori all' interno dell' Assessorato all' Energia, tra tutti l' Assessore Pierobon grazie all' intervento di Gianfranco Miccichè, a sua volta contattato da Alberto Dell' Utri (fratello di Marcello).

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