Marco Giusti per Dagospia
SPIDERMAN UN NUOVO UNIVERSO
Sei stato morso da un ragno geneticamente modificato? Beh, il tuo futuro è diventare un nuovo Spiderman. Anche se non sei un maschio bianco, ma un ragazzino nero come Miles Morales, metà portoricano e metà afroamericano. Anche se non hai ancora un vero costume da supereroe. Magari non se ne può davvero più di tutti questi uomini ragno, ma questa versione di Spiderman animata, Spiderman un nuovo universo, diretta da Bob Persichetti, Peter Ransom, Rodney Rothman, scritta da Phil Lord, Rodney Rothman e ispirata al fumetto disegnato dalla nostra Sara Pichelli, animato da ben 140 artisti, non è solo un vitale reboot di una storia già sentita, è una specie di capolavoro dell’animazione e del cinema dei supereroi. E un film d’arte.
SPIDERMAN UN NUOVO UNIVERSO
Non a caso lo hanno amato tutti i critici americani che lo hanno visto, ha già vinto tutti i premi possibili delle associazioni critiche americane, e vincerà a mani basse, presumo, Oscar e Golden Globe. Per Phil Lord e Chris Miller, che lo hanno ideato e prodotto, dopo essere stati cacciati come registi dal set di Solo della Lucafilm, è una sorta di mostruosa rivincita. E’ qualcosa di ancor più esplosivo rispetto al loro già notevole The Lego Movie, dove erano anche registi.
SPIDERMAN UN NUOVO UNIVERSO
Cosa ha di veramente innovativo il film? Magari non la storia, anche se aprire i tanti universi paralleli spostandoli verso un solo universo dove confluiscono le tante versioni di Spiderman, dal lontano Peter Parker a Penny Parker alla giapponese Peni Parker a Spider Noir all’animato Peter Porker, a Spider Gwen è l’idea giusta per poi confondere i mille stili diversi che con cui è stato trattato e disegnato il nostro eroe. Perché le vere innovazioni sono soprattutto visive, fin dai titoli di testa, un continuo giocare con le mille possibilità attuali dell’animazione e degli stili grafici.
SPIDERMAN UN NUOVO UNIVERSO
Al punto che la storia, quella del nuovo Spiderman e dei tanti possibili Spiderman, serve solo da spunto per lanciarci in una realtà disegnata che partendo dai fumetti, dalle vecchie animazioni degli anni’60, arriva fino a oggi, in un continuo mutamento. Il fatto che sullo schermo i personaggi non riescano a controllare la propria forma grafica, che perdano pixel, che frizzino proprio per incapacità di fissarsi in quello che noi pensiamo sia il nostro universo, forma una sorta di unità artistica con una grafica sempre indecisa e slabbrata. Sembra quasi un 3D che non riesce a fissarsi mai bene.
SPIDERMAN UN NUOVO UNIVERSO
Ma forse questa è anche la nostra visione su computer di film e animazioni di ogni tipo. Il fatto che tutto nasca in un film dedicato non a uno Spiderman, ma ai tanti Spiderman della storia, proprio nell’anno della morte del disegnatore Steve Ditko e del grande Stan Lee, che fa qui la sua ultima apparizione, pur se animata, rende il tutto ancor più importante. Anche se il film, che esplode in un numero impressionante di autori e animatori, al punto di non capire più chi ne sia realmente il responsabile, prende poi una via tutta sua.
spiderman un nuovo universo
Rispetto al Lego Movie di Phil Lord e Chris Miller, che già erano esplosivi e innovativi, qui siamo molto più avanti. Della storia, con il ragazzino un po’ afro e un po’ portiricano che si ritrova a diventare Spiderman e a combattere il malefico Kingpin e i tanti cattivi del fumetto, alla fine ci importa relativamente. Il consiglio che posso darvi è stendervi davanti a questo schermo e cercare di seguire le immagini. Come si faceva di fronte ai fumetti difficili a dieci anni. Qualcosa capiremo anche noi. In sala dal 25 dicembre.
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