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Estratto dell’articolo di Carlo Bonini, Corrado Zunino, Laura Pertici per www.repubblica.it
STEFANO BANDECCHI
Nel novembre 2021 Stefano Bandecchi ha licenziato in tronco un intero blocco di dipendenti la sera, per poi riassumerlo, tutti insieme, la mattina dopo. “Eravamo come marionette nelle mani del burattinaio”, hanno raccontato i lavoratori a Roma Today. Nella prima, e più acuta, fase del Covid, tra marzo e aprile del 2020, ha obbligato settanta impiegati a restare all’interno del campus, giorno e notte. “Per due mesi non abbiamo avuto la possibilità di tornare a casa dalle nostre famiglie”.
In un audio registrato su WhatsApp, inviato ancora una volta nell’obbligatoria chat dei dipendenti, si sente l’amministratore gridare: “Avete ricevuto tutti una mail che vi parla delle vostre ferie arretrate, quella mail è azzerata. Quella mail non conta un beato ca…o. Quando sarà finito questo periodo di crisi, riparleremo delle vostre maledette ferie di m… Adesso vanno in ferie soltanto quelli che stabilisco io, perché stanno a casa a non fare una sega. Scusate se sono un po' girato di coglioni, ma qualcuno non ha ben capito come stanno le cose”.
stefano bandecchi sindaco di terni
Parla, anzi ordina per WhatsApp, padron Bandecchi. In chat è il solo abilitato ai messaggi: non si può replicare, non si può uscire. Un Grande fratello, questo di matrice orwelliana, che il 13 marzo 2022 così minaccia: “Se non vedo i posti sostituiti senza tante chiacchiere e senza troppe telefonate, allora comincerò a licenziare e a mandare in cassa integrazione quelle persone che oggi non servono a questa azienda.
Si chiama pan per focaccia. Non mi sparate minchiate della serie che c'avete mogli, mariti e figli, perché io c'ho tutto eppure sto chiuso qua dentro. E in più ho molti più soldi di voi e molte più conoscenze di voi per fare come c…o mi pare… Avete un'ora per darmi i nominativi giusti”.
STEFANO BANDECCHI
La redazione di Unicusano, decisamente affollata, è in gran parte allocata in uno scantinato, senza finestre né prese d’aria. “Non sapevamo mai quando era notte e quando giorno”, racconta un ex dipendente. “Se arrivava l’ispettorato del lavoro per fare controlli in sede, le redazioni venivano spostate nelle aule ai piani rialzati”. Nelle ultime due stagioni almeno dieci persone hanno firmato le dimissioni immediate.”