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    QUESTO È IL BEST-SELLER DELL’ANNO! SERINO IN ESTASI PER “LA CONDANNA DEI VIVENTI” DI MARCO DE FRANCHI, PER ANNI IN FORZE ALLO SCO (“SERVIZIO CENTRALE OPERATIVO”), L’EQUIVALENTE DELL’FBI ITALIANA: “E’ UN CAPOLAVORO. QUESTA NON È NARRATIVA DA INTRATTENIMENTO (CHE NON MANCA) MA PURA LETTERATURA: QUANDO IL CONNUBIO TRA ESIGENZE DI LEGGIBILITÀ E DESIDERIO DI NON SACRIFICARE L'ARTE DELLA SCRITTURA DIVENTANO UN ROMANZO. QUESTO SIGNIFICA SCRIVERE UN CAZZO DI LIBRO” (SE I LETTORI SONO DELUSI IL PREZZO DI COPERTINA DEL LIBRO LO RIMBORSA SERINO)


     
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    Gian Paolo Serino per Dagospia

    LA CONDANNA DEI VIVENTI marco de franchi LA CONDANNA DEI VIVENTI marco de franchi

     

    Dopo “Io uccido” di Giorgio Faletti e “Romanzo criminale” di Giancarlo De Cataldo arriva da oggi nelle librerie il romanzo “La condanna dei viventi” destinato a diventare il bestseller di questa estate 2022 e non solo. L’autore Marco De Franchi, per anni in forze allo SCO (“Servizio Centrale Operativo”, l’equivalente dell’FBI italiana, sceneggiatore di fumetti di culto come “Skorpio” e “Lanciostory”, è un genio del crimine letterario in un’Italia dove ormai ci sono più giallisti che delinquenti, più commissari che detenuti.

     

    Da anni non si leggeva un romanzo così potente, un thriller così capace di coniugare la godibilità della narrativa al respiro dei classici non solo di genere. Non è un caso che sia già in pubblicazione in Spagna, Germania, Francia, Olanda, Grecia e altri: non si tratta del solito “romanzone” pompato dalle case editrici italiane.

     

    E’ un capolavoro. Senza smentite.

    marco de franchi marco de franchi

    "La condanna dei viventi" dimostra come scrivere non sia soltanto una passione ma sia inventiva, creatività, studio rigoroso. Non amo le iperboli ma Marco De Franchi è il nuovo Harlan Coben ma più strutturato, più profondo, più italiano malgrado il respiro di questo romanzo sia internazionale. E’ uno di quei rari rarissimi libri che ti sequestrano senza rapinarti. Passano le ore la lettura si fa sempre più famelica, lo stupore ad ogni pagina perché mentre leggo da lettore affiora anche il critico alla ricerca di una sbavatura, ma nulla o quasi da rilevare.

     

    E’ dai tempi di "Romanzo criminale" di Giancarlo De Cataldo - ho avuto l'onore di scoprire e scriverne prima che diventasse giustamente di tutti con una intervista esclusiva di quattro pagine su “Il Mucchio Selvaggio” prima che uscisse nelle librerie - che non leggevo qualcosa di così immaginifico, con una scrittura che appunto rapisce senza prenderti l'anima ma, anzi, (ri)dandotene il respiro, ridando dignità alla scrittura.

     

    E’ un romanzo che è un viaggio non solo metaforico dentro di noi, dentro un'Italia davvero criminale perchè dimentica di se stessa.

     

    serino serino

    Ambientato tra Siena, Bologna, Venezia, tra capolavori d'arte, tra ladri che vogliono rubare sì ma il nostro buon senso, tra infanzie sfregiate che sono anche la nostra, “La condanna dei viventi” ha lo stesso effetto da sindrome di Stoccolma dei grandi classici polizieschi. Marco De Marchi è il James Ellroy che in Italia mancava: a differenza dello scrittore di “American Tabloid” non sfregia se stesso ma dipinge i luoghi oscuri di quando la provincia italiana non è solo geografia ma diventa un luogo dell’anima. Siamo a queste vette letterarie, perchè questa non è narrativa da intrattenimento (che non manca) ma pura letteratura: quando il connubio tra esigenze di leggibilità e desiderio di non sacrificare l'arte della scrittura diventano un romanzo. Questo significa scrivere un libro.

     

    Questo significa scrivere un cazzo di libro. Questa è arte, quella di un Caravaggio (tra i protagonisti del libro) che incontra Vittorio Sgarbi in vicolo buio e si vendica degli sfregi ai suoi quadri. “La condanna dei viventi” è la nostra: destinati a vagare tra un canale televisivo e l’altro, tra un crimine e l’altro, tra un opinionista e l’altro persi in una “vita in diretta” dove ci illudono che possiamo vedere le repliche. “La condanna dei viventi” è un romanzo di letteratura civile che finalmente ha trovato il modo di risolvere ogni giallo: anche il nostro.

     

    GIAN PAOLO SERINO GIAN PAOLO SERINO

     

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