1 - I "PADRONI" DI GABRIEL PIÙ POTENTI DI TRUMP
Paolo Isotta per “Libero quotidiano”
Amatissimo Direttore Vittorio, scusami se ti disturbo ancora. Ieri hai avuto la bontà di pubblicare un mio articolo sul più importante affare d' amore nazionale, forse, nella italiana percezione, internazionale, data la rilevanza dei soggetti: quello tra l' attore Gabriel Garko e l' operaio ventitreenne Salvi Gaetano, da Torre Annunziata e ora prestante le sue qualità professionali all' aeroporto della Malpensa. In giornata mi sono permesso di inviarti una contraffazione, ossia una replica immaginaria, da me redatta, di quel che ipoteticamente - ma non irrealisticamente: sono pratico dei luoghi - il Salvi medesimo ti avrebbe inviata: se, in coppia col suo paesano Avvocato, sapesse scrivere.
vittorio feltri foto di bacco (2)
Uno scherzo, è chiaro, ma scaturito da chi è pratico dei luoghi e della loro Sehnsucht ("atmosfera morale", per tradurre alla buona): onde ti prego di pubblicarla attribuendomene, come di dovere, la paternità.
Il punto sul quale vorrei intrattenerti è invece un altro. Io ti domandavo come si spieghi che un caso così centrale nella coscienza e, come dicono i colti, nell'"immaginario", italiano fosse stato così palesemente ignorato da quei settimanali, da quelle trasmissioni radio- e televisive, che da un mese sul Garko vivono, pubblicando persino le foto del suo cavallo. Dove si sono nascosti Massimo Cacciari e Vittorio Sgarbi - se posso ambire a interlocutori di tale livello -? E ti domandavo la ragione di questa "censura".
Il caso partiva da un mio articolo pubblicato dal "Fatto Quotidiano", che non è l' ultimo fra i giornali italiani venduti in edicola. Evidentemente non mi sono saputo esprimere. Tu mi hai risposto sulla libertà dell' eros, argomento un po' superato e sul quale la Chiesa arranca in ritardo da più di cent' anni; e se chiudesse bottega ne guadagneremmo tutti. Ma io altro ti chiedevo: quanto debba esser potente l' ufficio stampa di Garko Gabriel per impedire che, assolutamente, onninamente, del caso suscitato dal mio articolo chiunque parlasse.
gabriel garko a nudo
Di quale potenza questa Agenzia, più che Ufficio Stampa, deve disporre? Una potenza che né a Kennedy, né a Nixon (e quanti altri ne vuoi) fu mai concessa. Perché su di un caso che (nell"immaginario" degli Italiani) occupa una rilevanza planetaria, nessuno ha osato parlare? Tutti sono ghiotti di (lo chiamano loro) gossip. Ma si presenta un fatto etico d' importanza non secondaria: e tutti tacciono. Il più sventurato è l' interessato diretto, questo Gabriel che non può avere una vita da libero cittadino perché diventato una mera cosa nelle mani dei suoi padroni.
Lui è un bel ragazzo, potrebbe avere tutte le avventure che vuole; io stesso, non fossi un sordido settantenne, farei volentieri con lui un giro di Valzer. Ma perché si fa dai suoi padroni costringere ad avere un rapporto coniugale - come piace a Sua Santità - con un operaio bruttino di Torre Annunziata trasferito a Malpensa - e che potrebbe essergli figlio - ? Garko mi pare un perbenino della piccola borghesia di Casale Monferrato. T' immagini - se fra loro parlano: il che non credo - di che cosa possono parlare? T' immagini il frasario e il comportamento quotidiano del ragazzo del Sud? E tutto ciò perché un Ufficio Stampa ha stabilito - con probabile ragione - che ciò mandi in estasi Sua Santità e la Casalinga di Novate?
Paolo Isotta foto Salvatore Pastore
Questo vorrei tu mi aiutassi a capire. Come fanno i padroni di Garko ad aver più potere di Trump o, mettiamo (siamo in tema), di Macron?
Tu hai la stessa saggezza del fool del Re Lear e, insieme, un' autorevolezza che - ben lo ricordo, ma siamo rimasti in pochi sopravvissuti - metteva a disagio uomini grandi come Franco Di Bella e Piero Ostellino; non i loro successori. Puoi riflettere un attimo sull' effettuale quesito che ti rivolgo e darmi una risposta? Ai nessi occulti non ho creduto mai: ma il caso in questione dimostra che sbaglio. Forse tutto torna al verso di Maeterlink: Nessuno vuole essere libero. Ma allora, chiudiamo baracca e burattini e dedichiamoci alla nostra floricoltura. Faremmo meno male agli altri e a noi stessi.
Ti abbraccio e ti ringrazio.
gabriel garko
2 - È SOLO LA REGOLA AUREA DELLA MANIPOLAZIONE
Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
Caro e amato Maestro, sono lento e tonto, ma batti e ribatti alla fine ci sono arrivato. Avevo equivocato sulla tua prima epistola apostolica all' Orobico che qui si batte non il petto, ma il duro cranio. Credevo che il tuo dire volesse indurmi non solo a restare incantato davanti alla tua magnifica prosa bensì ad aderire alla tua perorazione circa il diritto di giocare le proprie passioni liberamente, verso qualunque forma carnale maschile o femminile consenziente, senza dover rendere conto a nessuna autorità clericale o moralistica delle pratiche sotto le lenzuola o sopra i canapè.
Di tutte queste simpatici esercizi di ascetica leggera, mi dichiarai onestamente, come si usa tra amici - e tale sei massimamente tu, vecchio ricchione, e i miei pazienti lettori - non più in grado di essere fresco cronista ma al massimo storico propenso alla nostalgia di godurie perdute. Detto questo manifestai la propensione un tempo vivace e oggi nebbiosa che mi accomuna a Saffo e alle sue lesbiche discendenti: abbiamo il medesimo oggetto di desiderio che nella lingua partenopea mi risulta chiamarsi puchiacca, con gusto omopateico.
Paolo Isotta con il libro
Qui ahimè non si puchiacca più.
Ora capisco. E correggimi se ho ancora una volta male inteso. 1) Hai svelato settimane fa su "Il Fatto quotidiano" che la storia che l' ufficio stampa dell' attore Garko ha diffuso sul medesimo in questo decennio è due volte menzognera. 2) Dapprima infatti per compiacere il sentimento dominante i manager dell' immagine di questo bell' imbusto hanno fatto credere che propendesse per le signorine, inventandosi storie confacenti ad attrarre le simpatie del pubblico benpensante e il consenso della morale ecclesiastica.
3) In seguito, essendo mutata la cultura delle masse, gli uffici stampa hanno venduto l' immagine di un Garko finalmente libero di dichiararsi omosessuale, ovviamente previo pagamento della parcella perché la rivelazione avrebbe giovato allo share della tivù oggetto dello scoop. 4) Per perfezionare il ricamo ad uso del consumo e dell' approvazione di massa, non si poteva però far passare Garko per un libero frocio svolazzante di maschietto in maschione. Ma gli si è incollato addosso una specie di fidanzato permanente, un muscoloso e fedele lavoratore della Malpensa.
gabriel garko 2
5) Tu hai tolto il velo da questo inganno, altrettanto moralistico come quello per cui prima gli uffici stampa avevano pitturato Garko come un principe azzurro per fanciulle in fiore. 6) Mi chiedi perché questa rivelazione sia passata sotto silenzio, persino presso i più acclarati nemici del politicamente corretto.
Ho capito giusto? La mia risposta è questa: Paolino, sei un bambino di settant' anni, ingenuo come i pargoli evangelici. La morale prevalente, o egemonica, di cui sono interpreti i giornali di carta e quelli elettronici, coi rispettivi filosofi di riferimento, è mutevole sì, ma - a differenze delle donne - non lo è qual piuma al vento. Cambia sì, ma si sposta piano.
gabriel garko a verissimo 1
Come chiedeva al suo cocchiere il Gran Cancelliere di Milano Antonio Ferrer per non turbare la folla: «Adelante, Pedro, con juicio, si puedes». Il popolo bue ci cascò. Ambientando l' episodio nel '600, Manzoni, che sarà stata un po' prolisso ma conosceva l' animo degli umani d' alto e basso reddito, ha descritto perfettamente qui la regola aurea della manipolazione della volontà generale. Il conformismo si sposta sì, ma lentamente. Chi lo cavalca disponendo di strumenti finanziari adeguati, non dà strappi violenti, altrimenti la folla lo lincerebbe. Ieri era monogamico ed eterosessuale.
Poi sempre etero sì, ma - come scriveva García Márquez - assecondando il cuore, in cui «ci sono più stanze che in un casino». Ora il conformismo è diventato una coperta affettuosa che avvolge i gay erigendoli a eroi, per cui si è obbligati a ossequiarli con un linguaggio da galateo di Sua Maestà, e lo fanno con una certa soddisfazione anche in Vaticano.
gabriel garko con nuovo amico su chi
Ma che per un po' di anni i meravigliosi gay fingano, se vogliono davvero essere osannati come Garko e compagnia inculante, di essere monogamici. E se proprio devono cambiare chiappa, lo facciano con l' animo spezzato. Tranquillo, verrà presto il tempo in cui prevarrà il motto che «al cul non si comanda» , calma però. Come tu sai bene, Maestro Paolo, e i miei pazienti lettori, sono così anticonformista da essere fermo al conformismo di tenermi felicemente una sola e pazientissima moglie, Dio la benedica.
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