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    CON IL BANANA IN BOLLETTA, C’E’ POCO DA STARE ALLEGRI - A PARIGI IN GOL IBRA E THIAGO SILVA MENTRE I PAZZINI ROSSONERI RESTANO A SECCO CON IL PICCOLO ANDERLECHT - UNA SQUADRA SENZ’ANIMA E SENZA CAMPIONI ASPETTA CHE IL GOL CADA DAL CULO - ARCORE SPEAKING: ALLEGRI DEVE DARSI UNA MOSSA, CI VUOLE UNA MENTALITA’ OPERAIA - GALLIANI CI METTE LA PELATA, MA IL MILAN SEMBRA IL PDL, UN’AZIENDA IN DISMISSIONE…


     
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    Stefano Benzi per eurosport.it

    massimiliano allegrImassimiliano allegrI

    Indifendibile: ieri in redazione, guardando la formazione che avrebbe dovuto affrontare l'Anderlecht, mi sono chiesto... ma è il Milan? Avrei anche voluto scriverci un post preventivo, ma non ne ho avuto il tempo. E ieri sera, iniziando ad ascoltare la partita per radio perché ero in viaggio in macchina (figata, finalmente torno a vedere i ragazzi delle Università e a lavorare con loro...!), ho sorriso di fronte a una frase non felicissima del radiocronista che, sollecitato dal bordocampista Tarcisio Mazzeo, al quarto d'ora si è deciso: "Sì, in effetti non abbiamo ancora dato la formazione dell'Anderlecht, ma d'altronde sono giocatori semisconosciuti".

    Ahia..., mai dire una cosa del genere: intanto perché l'Anderlecht ha ottimi giocatori, se non li conosciamo noi è un problema nostro, e poi perché sanno stare in campo. E credo si sia visto. Arrivato in albergo e accesa la televisione ho avuto la sensazione che l'atteggiamento del Milan fosse esattamente questo: "Siamo il Milan, questi sono sconosciuti, prima o poi un gol glielo facciamo".

    PAZZINI AL MILANPAZZINI AL MILAN

    Magari, per casualità o fortuna, poteva anche accadere, ma non sarebbe stato giusto né legittimo e l'impressione è che questa squadra non sia molto lontana per atteggiamento, attitudine e spirito di sacrificio da quella che è costata la gogna in passato al povero Tabarez, o a Terim o, se preferite esempi più scomodi e più recenti, a Benitez e Gasperini.

    SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI

    E' una squadra senz'anima, costruita e voluta come tale a tavolino: la personalità se ne è andata insieme agli onerosi contratti a lungo termine, e non la compri a trance sul mercato, o inventandoti un De Jong nel ruolo di Van Bommel (che è una bestemmia!). Il motivo di questo ridimensionamento radicale posso immaginarlo, forse perché non c'è davvero economicamente alcun modo di programmare un upgrade.

    Berlusconi che ama tanto la figura storica di Napoleone saprà che una delle frasi dell'imperatore era "bisogna avere l'intelligenza di non combattere le battaglie che non si possono vincere...." Ma anche Allegri che schiera De Sciglio (per altro uno dei meno peggio), Emanuelson fuori posizione e Boateng fuori condizione sembra quasi voler dire... "scusate, che pretendete? Mica sono il Mago Zurlì".

    Fa bene Galliani a metterci la faccia, a salire a Milanello il giorno dopo la seconda sconfitta casalinga per "stare vicino ai ragazzi", e a raccontare il retroscena di Ibrahimovic che non lo saluta più. In fin dei conti il lavoro di Galliani è sempre stato quello di rassettare i panni sporchi, anche in pubblico, e mettersi da parte per far fare bella figura al padrone quando era il momento: è strapagato per questo.

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    E temo che a questo ruolo dovrà abituarsi per tutta la stagione, perché una squadra per altro tecnicamente abbastanza competitiva da battere Sampdoria, Atalanta e Anderlecht, ma incapace di reagire a inconsistenze oggettive, ha poche giustificazioni; e il mercato di gennaio, specchietto delle allodole che volano tanto basse da sembrare padùli, è ancora lontano.

    BOATENGBOATENG

    Cari amici milanisti: vi tocca, e credo dovrete farci l'abitudine perché l'atteggiamento della squadra è proprio questo: che pretendete? Questi siamo... E' il Milan, solo che è quello cui non eravamo più abituati da un bel pezzo.

    Ad Allegri il compito di smentirci (ma con tutto il rispetto per le sue capacità credo possa far poco), a Galliani il compito di convincere la proprietà che questa squadra ha una storia, non solo recente, che forse merita un atteggiamento diverso rispetto a quello di pacata rassegnazione di fronte alla dismissione. Il vecchio cinema che diventa parcheggio, il ristorante anni '60 che diventa fast-food, il barbiere con 80 anni di storia che diventa parrucchiere da extension e meche colorate. Sì, il quadro mette un po' di tristezza...

     

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