marzio breda
Occhi puntati sulla nuova squadra di governo. Nonostante le bocche cucite di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, i rumors non mancano. A questo proposito Marzio Breda, in collegamento con Tagadà nella puntata di lunedì 3 ottobre su La7, avverte: "Non bisogna scandalizzarsi se il capo dello Stato su alcuni ministeri eccepisce qualcosa". Per il giornalista il potere di nominare i ministri è "duale": "Sta in capo a due soggetti: il presidente del Consiglio incaricato e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che deve nominare".
mattarella meloni
Quest'ultimo secondo la firma del Corriere della Sera tiene in particolar modo a 3/4 ministeri. Questi sono: gli Esteri, per cui "ci vuole una figura che dia garanzia di coerenza con gli impegni come la Nato e l'Ue", Economia, "ricordiamo il problema che nacque con Savona che aveva ipotizzato l'uscita dalla moneta unica". E ancora: "La Difesa, sul cui tavolo approdano i dossier militari e riservatissimi. Qui non ci può essere uno che sia sospettabile della vicinanza a Vladimir Putin". Infine l'ultima poltrona, che viene preannunciata da Tiziana Panella: gli Interni.
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Al momento il toto-nomi tutt'altro che ufficiale vede nelle caselle più delicate rispettivamente: Elisabetta Belloni, attuale capo dei Servizi, Antonio Tajani e Raffaele Fitto in lizza per gli Esteri. Al ministero dell'Economia il più accreditato continua ad essere l'ex ministro Domenico Siniscalco, alla Difesa Adolfo Urso, presidente uscente del Copasir, o Ignazio La Russa, co-fondatore di Fratelli d'Italia. E infine per l'Interno spuntano i nomi del parlamentare della Lega ed ex sottosegretario Nicola Molteni o il prefetto, già capo di gabinetto di Salvini, Matteo Piantedosi.
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