la dichiarazione del Presidente #Mattarella dopo la comunicazione dell'esito della votazione da parte dei Presidenti di Senato e Camera pic.twitter.com/vKIn3sVMr6
— Quirinale (@Quirinale) January 29, 2022
Ugo Magri per “La Stampa”
sergio mattarella eletto per la seconda volta presidente della repubblica 1
Con un sorriso tirato e un filo di stupore impresso sul volto, come se lui per primo non avesse mai immaginato di ritrovarsi di nuovo al Quirinale, Sergio Mattarella ha parlato per la prima volta agli italiani da tredicesimo presidente della Repubblica con a fianco Roberto Fico ed Elisabetta Casellati.
MATTARELLA BIS - LA PRIMA PAGINA DEL MANIFESTO
Poche parole, pronunciate subito dopo la proclamazione, per spiegare come mai non ha potuto esimersi dal rimanere al suo posto nonostante le riserve di ogni genere che lui stesso aveva sollevato perlomeno una dozzina di volte.
«I giorni difficili trascorsi per l'elezione», ha detto Mattarella guardando fisso la telecamera, «nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento».
Viviamo tempi eccezionali che non consentono decisioni comode. «Queste condizioni», ha soggiunto, «impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e naturalmente debbono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti».
MATTARELLA BIS - MEME
In quel «naturalmente» c'è tutto: mettersi a disposizione nei passaggi difficili della vita nazionale, quando ogni altra ipotesi è stata bruciata dall'imperizia dei leader, per il patriota Sergio Mattarella rappresenta quasi un'ovvietà.
Difatti la sua prima risposta, quando nel pomeriggio i capigruppo della maggioranza gli avevano chiesto di accettare un secondo mandato, era stata sintetica ed efficace: «Se serve, se è proprio necessario, io ci sono».
Aveva «altri progetti per il futuro», e certamente la sua famiglia avrebbe preferito che tirasse il fiato nel nuovo appartamento preso in affitto ai Parioli; ma il trasloco dal Quirinale resterà a metà.
E «se dovrà riportare indietro i mobili, presidente, non si preoccupi che le daremo noi una mano», ha alleggerito il clima con una battuta il capogruppo forzista Paolo Barelli.
SERGIO MATTARELLA MARIO DRAGHI MEME
Chi conosce Mattarella assicura che l'uomo è sereno sebbene preoccupato perché, nonostante i molti progressi, ci attendono mesi di forte difficoltà.
La speranza del presidente è anche un impegno: si sforzerà di «interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini». I toni - come si vede - sono molto diversi dalla lavata di capo che Giorgio Napolitano riservò alle forze politiche subito dopo la sua rielezione. Ma non è l'unica differenza che fa cadere ogni parallelismo con il precedente «bis».
Rispetto a nove anni fa non c'è alcun termine di scadenza né esplicito né sottinteso. Allora si sapeva benissimo che Napolitano avrebbe retto lo stress del Quirinale per un altro paio d'anni al massimo, come effettivamente è stato; nel caso di Mattarella, il solo domandare «quanto resterà? » viene considerato del tutto improprio perché sette sono gli anni che la Costituzione prevede e sette la durata di questo secondo mandato. Nel nucleo storico dei collaboratori più stretti nessuno ha mai sentito accennare a ipotesi di presidenza a termine, tantomeno a intese in tal senso con le forze politiche.
mario draghi sergio mattarella
Ma la differenza fondamentale col bis di «Re» Giorgio sta nel ruolo del Parlamento, che allora aveva ostacolato la scelta del presidente pugnalando tutti i papabili uno dopo l'altro nel voto segreto e stavolta invece ha trovato la soluzione per i fatti suoi, imponendola a leader che da soli probabilmente non ne sarebbero venuti a capo.
mattarella napolitano
Chi frequenta il Quirinale nutre pochi dubbi: la spinta decisiva è venuta dalla base parlamentare, dai tanto bistrattati «peones» che Giorgia Meloni accusa di avere badato al loro stipendio eppure mai come in questo caso sono stati in sintonia con gli umori della gente normale.
filippo patroni griffi giura da giudice costituzionale
Sul Colle se ne sono resi conto giovedì pomeriggio, dopo la quarta votazione, quando l'onda delle schede con su scritto Mattarella era diventata un vero tsunami. Resistere sarebbe stato impossibile, negare la disponibilità richiesta dal Parlamento avrebbe dato l'impressione di un puntiglio fuori luogo, quasi di una fisima personale.
Circola voce che il primo tra i leader a contattare Mattarella, per dargli notizia dell'accordo raggiunto sul suo nome, sia stato Silvio Berlusconi, il quale sette anni addietro non l'aveva votato e invece ieri s' è vantato di avere avuto un ruolo decisivo nel trascinarsi dietro Matteo Salvini.
Pure Mario Draghi ci ha messo del suo, cogliendo a metà mattina l'occasione della cerimonia di giuramento del nuovo giudice costituzionale, Filippo Patroni Griffi, al cospetto di tutte le alte cariche dello Stato. Il premier s' è avvicinato a Mattarella e l'ha pregato di non abbandonare il comando della nave.
meme su berlusconi e mattarella
Secondo fonti governative più che attendibili, le parole del premier sono state: «La tua riconferma sarebbe uno sbocco inevitabile che farebbe bene al Paese e rafforzerebbe anche il mio governo». Casomai il presidente avesse temuto di sbarrare la strada alle legittime ambizioni di Draghi, queste parole hanno fatto cadere ogni residuo scrupolo di correttezza. Così il cerchio rapidamente si è chiuso.
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