Vittoria Puledda per “la Repubblica”
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Rallenta la crescita nei paesi dell'eurozona. Tutti i centri di ricerca confermano il calo, come del resto fanno gli indicatori economici, mese dopo mese. Oggi ci sarà il sigillo ufficiale delle previsioni d'estate della Commissione europea, ma secondo le indiscrezioni già circolate la crescita per l'eurozona subirà un'altra limatura rispetto al 2,7% stimato in maggio mentre per l'Italia si scenderà dal 2,4 messo in conto due mesi, pur restando sopra la soglia del 2%.
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Ben più corposo il taglio delle previsioni per il 2023: in questo caso la sforbiciata per l'eurozona potrebbe essere di un punto percentuale, rispetto al 2,3% stimato in precedenza, mentre le attese sono per un ulteriore rialzo delle stime sull'inflazione.
Pesano la guerra in Ucraina e le tensioni sul fronte del gas; e senza l'effetto trascinamento della crescita dall'anno precedente il quadro sarebbe ancora più fosco. Già così, la Bce ha davanti un bel dilemma nell'azionare la leva dei tassi, stretta tra il rallentamento economico e l'euro debole (che richiederebbero ricette diverse).
Nel frattempo, i mercati scommettono in un approccio meno da falco della Banca centrale europea e grazie a queste aspettative ieri il Mef è riuscito a collocare Btp a rendimenti in netto calo rispetto a un mese fa. Un bene per i conti pubblici.
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