MARIO DRAGHI
Lina Palmerini per "il Sole 24 Ore"
Mentre in Parlamento sfilano le schede bianche, dentro e fuori dalle aule si cerca di stringere sulle trattative per il Quirinale.
In particolare, protagonista centrale degli incontri è Salvini che ieri ha iniziato la giornata incontrando Draghi, poi la Meloni e ancora - separatamente - Conte e Letta.
Da questa agenda di appuntamenti si evince che il leader della Lega sta cercando di riportare a sé il negoziato interpretando il ruolo che gli assegnano i numeri del suo partito alle Camere.
matteo salvini vota elezione presidente della repubblica
In effetti, prima ci sono i 5 Stelle ma - come si sa - il gruppo ha perso svariati pezzi e anche al suo interno ha diverse posizioni sul Colle, nonostante il comune timore di andare alle urne.
Il Carroccio, invece, con i suoi 197 onorevoli più i delegati regionali dà al segretario l'opportunità di giocare da regista, mettendo insieme il suo schieramento con quello opposto.
Il senso di quegli incontri per Salvini è quindi quello di diventare non solo l'artefice di un accordo per eleggere il successore di Mattarella ma pure di diventare il collante del prossimo governo o di quello attuale.
mario draghi sergio mattarella
Infatti al centro del colloquio con Draghi c'è stato proprio il tema di come evitare la crisi e strutturare il nuovo Esecutivo, vero nodo che rende problematica la candidatura dell'ex presidente Bce.
E, poi, Salvini avrà voluto verificare quei rumors che raccontano di un premier pronto ad andare via se il Parlamento dovesse votare un altro nome.
GIULIANO AMATO MARIO DRAGHI
Rumors già smontati da Palazzo Chigi ma tuttavia resta il tema di un tandem istituzionale che fino qui ha funzionato: Mattarella e Draghi.
In sostanza, bisogna ritrovare lo stesso equilibrio attuale per garantire la legislatura fino al 2023.
Problemi complessi su cui la vera novità di ieri è stato un cambiamento nel ruolo del premier. Ha ragione Giorgetti quando dice che la «notizia è che l'incontro tra Salvini e Draghi ci sia stato». Non solo, il colloquio c'è stato anche tra il premier, Letta e Conte.
GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA
Questo vuol dire che Draghi vuole contribuire a trovare la soluzione. Se, insomma, l'obiettivo è la stabilità del Paese, in una chiave interna ed esterna, bisogna farsi parte attiva e aiutare un accordo per non sfociare nel caos.
È vero che c'è chi ancora crede che l'opzione del premier al Colle possa scaturire proprio dal caos e dall'impasse, ma ieri è stato il premier, con la sua iniziativa, a correggere il tiro su questa versione.
GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI
Tra l'altro, non renderebbe giustizia alla sua autorevolezza essere il frutto di un'emergenza più che di una scelta politica dei partiti. È, con loro, quindi che deve confrontarsi, perchè il Parlamento non voterebbe mai un nome che prelude a una crisi al buio.
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