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    QUIRINO CONTI RICORDA GORE VIDAL - “SE N’È ANDATO IL SAPIENTE CONOSCITORE DI ROMA ANTICA, L’ESPERTO CULTORE DELLA NOSTRA STORIA, L’AUTORE DI CINEMA E IL GRANDE LETTERATO, IL POLEMISTA, IL COMBATTIVO” - ‘’ATTRAVERSO I SUOI OCCHI TUTTO SEMBRAVA PIÙ FACILE, PIÙ NATURALE: ESSERE COLTO, INTELLIGENTE, SOFISTICATO, BELLO E PERSINO “CONTRO”; OLTRE CHE LIMPIDAMENTE OMOSESSUALE. E CON AMORI FORTI, PERSINO EROICI”…


     
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    Quirino Conti per Dagospia

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    Con i suoi nefasti effetti, la neve di quest'inverno continua a sgretolare Roma. Sulla facciata della Galleria Borghese, forse il più sofisticato museo al mondo, un brano dello stemma dei principi ha ceduto. E mentre pietosamente si tenta di raccoglierne qualche scheggia - così come da un'infinità di altri monumenti -, quasi anch'egli una parte essenziale della città, anche Gore Vidal si è arreso, ha ceduto.

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    Impastato per sostanza - e connaturale - alla gloria di Roma come pochi altri stranieri nella sua storia recente. Tenace e rassicurante esemplare di un certo genere di intelligenza cangiante che il Tempo sembra avere smarrito. Quando Roma era tutto: persino un'inventata e totalmente letteraria "dolce vita".

    Un americano aristocratico che senza alcun imbarazzo continuò a non parlare la nostra lingua anche avendo qui vissuto, lavorato e amato nella sua stagione migliore. E, come un prezioso reperto di quel tempo, anche a Ravello, incastonato e felice prigioniero di quella rupe magnifica che almeno non vedrà deturpata per l'eternità.

    GORE VIDALGORE VIDAL

    Sempre sorprendente nel denunciare il peggio tanto del suo quanto del nostro paese: come da noi non facevano che i "comunisti", o chi era sospettato di esserlo; abituandoci così a tenere gli occhi aperti e a non temere la verità.

    Abbacinati da una biografia colma invece di privilegi, neppure scansati: ma per pura onestà e qualità intellettuale. E di amori, che a quel tempo da noi avrebbero ispirato resoconti sprezzanti e colmi di moralismo; quando non sarebbero stati addirittura causa di emarginazione e vergogna.

    GORE VIDALGORE VIDAL

    E che invece in lui, con leggerezza, s'intrecciavano alla miglior tradizione di quel paese, il suo, tanto lontano allora da essere mitico. Mentre attraverso i suoi occhi tutto sembrava più facile, più naturale: essere colto, intelligente, sofisticato, bello e persino "contro"; oltre che, appunto, limpidamente omosessuale. E con amori forti, persino eroici.

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    Se n'è andato, dunque, il sapiente conoscitore di Roma antica, l'esperto cultore della nostra storia, l'autore di cinema e il grande letterato, il polemista, il combattivo, tenace Gore Vidal. Al quale fu concessa persino la diversità di un nome insolito e avvincente. E che sapeva rendere densa e scintillante qualunque cosa toccasse.
    Mentre a Roma, pare, si inizia a raccogliere le briciole.
    Quirino Conti

     

     

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